In un non ben definito Sud-Est asiatico che, se la geografia è dalla mia parte, si capisce essere la Tailandia, sbarcano dopo unestenuante volo Jack Dwyer (Owen Wilson) e famiglia. Lui, Jack, si è dovuto trasferire dal Texas per motivi di lavoro, e, se il prologo del film non ci informasse dello stato delle cose, la sua sarebbe stata una delle tante storie di adattamento a un Paese straniero con una moglie inizialmente riluttante e due figlie piccole. E invece, come il sottotitolo italiano di No Escape non manca di ricordare, nel Paese scoppia improvvisamente un colpo di Stato, e le strade vengono invase da ribelli pronti a tutto pur di eliminare lamericano, lo straniero. 

Il fatto che Owen Wilson reciti in un film dazione stupisce non poco, visto che il suo volto è ormai associato a ruoli prettamente comici. Nel film di John Erick Dowdle, scritto insieme al fratello Drew, la comicità cede totalmente il posto a unescalation di adrenalina. Ad aiutare la famigliola a fuggire da una città che li vuole morti ci pensa Hammond (Pierce Brosnan), personaggio scritto con laccetta che, da buon deus ex machina, non esiterà a spuntare fuori ogni qualvolta il protagonista si trovi in un vicolo cieco. Fortunatamente ciò non accade più di un paio di volte, ma limpressione sgradevole è che né lo sceneggiatore, né chi per lui siano riusciti a trovare una via duscita più logica e plausibile agli ostacoli che loro stessi hanno creato. 

Per quanto riguarda tutto il resto, invece, No Escape – Colpo di stato ha tutto ciò che si potrebbe desiderare da un action con gli attributi, e la tensione rimane alta nonostante gli scivoloni di sceneggiatura. Lidea stessa di gettare un uomo comune in una città invasa da ribelli sanguinari, affiancandogli poi la protezione di moglie e figlie, è unidea tanto scontata quanto geniale e di sicuro impatto; finiamo per empatizzare con Jack, padre e marito costretto a tutto pur di mettere in salvo le persone che ama. Non cè bisogno di un grande scavo psicologico per raggiungere lo scopo, e quel minimo di introspezione è funzionale a un film che punta principalmente a tenere lo spettatore con il fiato sospeso. 

Cè un minimo tentativo, fortunatamente ben presto abbandonato, di dare al film una sfumatura riflessiva, attribuendo ai terribili e sanguinari rivoluzionari lo stesso, legittimo desiderio di libertà del protagonista. Tentativo a cui lo stesso regista non doveva credere molto, visto che, nellinquadratura successiva, i ribelli continuano a essere dipinti come boia sadici e sanguinari. Ed è proprio la minaccia costante di un male puro e onnipresente a fare di No Escape – Colpo di stato un buon film action di intrattenimento, capace di far temere per lincolumità dei propri protagonisti come pochi altri film del genere sanno fare. 

In poche parole, nella sua mediocrità No Escape – Colpo di stato non mancherà di fare felici i fan dell’action tendente al thriller, scavandosi una nicchia nel sovrassaturo panorama dell’action contemporaneo. Da vedere anche per un Owen Wilson perfetto nell’inedito ruolo di “uomo qualunque”.