In principio furono Caino e Abele, che animarono, e non poco, il Libro della Genesi. Come sia andata è noto a tutti: a Caino è rimasta una brutta nomea, temiamo che se la trascinerà sino alla fine dei tempi. 

A seguire, in ordine sparso e sul filo della nostra flebile memoria, arrivarono:

Ettore e Achille, XII sec. avanti Cristo. Ettore, ferito mortalmente lavversario Patroclo, si trovò ad avere a che fare con il suo (suo di Patroclo) amico Achille. Il duello che ne scaturì, dallesito scontato (i bookmakers dellepoca davano Achille favoritissimo, per via dellinvulnerabilità. E scusate se è poco!) non disattese le attese, e anche i pronostici furono rispettati. Achille, sia detto per inciso, non ebbe davvero pietà, neppure del corpo del nemico defunto; 

Orazi e Curiazi, VII sec. avanti Cristo. Le città di Roma e Albalonga, in guerra tra loro, schierarono tre fratelli, i figli di Publio Orazio, contro tre gemelli, i Curiazi, appunto, che si affrontarono in un duello di spade. Ebbe la meglio, con unastuzia degna di una volpe, lunico sopravvissuto degli Orazi: risultato finale, 3-2 per Roma;

Annibale e Scipione, ma sarebbe meglio dire Roma contro Cartagine. III sec. avanti Cristo. Di certo i due contendenti seppero dare lustro ai loro team, allepoca il meglio del bacino Mediterraneo. Una disfida in tre set tiratissimi (non era ancora stato inventato il tie-break). Scipione, finito KO nella battaglia di Canne (lantidoping era ancora di là da venire), si rifece con gli interessi poco tempo dopo, impartendo una severa lezione in quel di Zama (lodierna Naraggara, situata in Tunisia)  ad Annibale, che tenendo fede al suo cognome, andò proprio in Barca!

Montecchi e Capuleti XII sec d.C. Una vicenda che si svolge nella fatal Verona, storia damore e morte, sullo sfondo lodio feroce di due famiglie locali, al centro lamore tenerissimo di due giovani nel posto sbagliato al momento sbagliato. Per chi ignora come vada a finire esattamente, suggeriamo la lettura della tragedia di Shakespeare. Con un piccolo aiutino: di certo non ci è scappata la classica fuitina

E se non fosse per non tediarvi alla morte, potremmo anche proseguire: Napoleone e lammiraglio Nelson, Zorro col sergente Garcia, Willy Coyote e Beep Beep, Coppi e Bartali, Dinamo Mosca e Dinamo Minsk, Berlusconi contro beh fate voi, sceglietene uno a caso!

Ma, ad aggiungersi al novero delle rivalità storiche, delle lotte senza quartiere, delle faide senza esclusione di colpi, è venuta ad aggiungersi, prima in maniera sommessa, poi in una sorta di crescendo wagneriano, il duello epico, ancora in corso e dallesito apertissimo, tra i due colossi televisivi nazionali Mediaset e Sky. La Rai? Come le previsioni del tempo di una città posta ai confini del mondo: non pervenuta!

I fatti sono noti, ma fino allo scorso anno lo scontro è sempre stato allinsegna del savoir-faire: Vuole la Serie A? Prego, a lei la prima offerta. 

Ma si figurianzi guardi se lei è daccordo, opterei per la Champions ma solo una partitina, il mercoledì sera, così non la disturbo. 

Non mi disturba affatto, anziinsisto: prenda almeno un pezzo di campionato tanto per gradire. 

La ringrazio davvero tanto. Non intendo esacerbare gli animi, magari ci vediamo giovedì. Sa, vorrei ospitare lEuropa League. 

Faccia pure: con tutto sto calcio, una sera mi disintossico. 

È andata avanti così per anni, a maggio, il patatrac: Mediaset annuncia trionfalmente l’acquisizione triennale dei diritti per la Champions. Non ce n’è più per nessuno. Sky può rispondere con la coppa Uefa (a noi piace la vecchia denominazione) e con tutti i campionati europei, Andorra, Liechtenstein e San Marino compresi (il solo escluso, il campionato di Città del Vaticano, si è sentito offeso, ma solo un po’… perché Sky vuol pur sempre dire “Cielo”).

Mediaset (che da ora chiameremo semplicemente Emme) rompe gli indugi e dà la stura a un battage pubblicitario dove i programmi sono semplicemente brevi pause tra un claim e l’altro (per non parlare delle sovrimpressioni 24 ore su 24), Esse (leggasi ovviamente Sky) parla di stagione perfetta, come se la massima competizione europea di calcio per club non esistesse neppure (“Perché, c’è la Champions?” ha esclamato pochi giorni fa un sarcastico Gianluca Vialli, commentatore di grido a Esse).

Di settimana in settimana, le cose certo non sono andate migliorando: se Emme si è accaparrata pure l’esclusiva degli spogliatoi nel pre-partita, Esse può rispondere con quella dei pullman che si recano allo stadio. Emme ha fatto proprie le primissime interviste a caldo del post-partita? Vuoi mettere, Esse può entrare nel bagno dell’antidoping e raccogliere emozioni… a caldo! Emme regalerà un secondo decoder, così che il nonnino che da anni non mette giù i piedi dal letto possa seguire la partita dalla sua camera, Esse ci installerà sulla scala di casa il seggiolino automatico (infermiere incluso) per portare l’avo in salotto in totale sicurezza. Offerte così,  solo Emme ed Esse possono offrirvele! Ma, di questo passo, dove andremo a… parare (c’è pur sempre di mezzo il calcio)? Ma soprattutto, quanto dovremo spendere per la nostra passione preferita? 

Poche le certezze, molti gli interrogativi irrisolti. Non tutti inerenti al calcio, purtroppo. Da qualche tempo le nostre mogli sono tornate a frequentarsi con maggiore assiduità, e questo non è mai stato foriero di buone notizie. Sempre in campana, sembrano avere trovato un idem sentire (come diceva un tempo l’Umberto, il Senatùr) nell’essere in combutta contro di noi; usano un linguaggio comune che a noi risulta ancora poco chiaro, ma assai preoccupante. 

Hanno cominciato a parlare di “cene criptate”, e anche di “camicie stirate oscurate”. Mmmh, gatta ci cova! “Volete vederci come prima” – ci siamo sentiti dire con piglio da commentatore televisivo  – “servizievoli, amorose disponibili? Fuori la grana, o meglio, Pay per view!”, hanno esclamato sarcasticamente. Che vogliano anche loro un ritocchino all’abbonamento?