Ospite questa sera di Che tempo che fa su Rai 3 nello studio di Fabio Fazio sarà Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle finanze greco che negli ultimi mesi è balzato più volte e per svariati motivi agli onori della cronaca per la sua figura piuttosto stravagante e originale, nel panorama politico internazionale. La sua sfida aperta all’Europa dell’Austerity ha portato con sé moltissime simpatie ed antipatie ma già dimettendosi qualche mese fa da ministro, in disaccordo con Tsipras per il suo lato accomodane con l’UE, ha voluto per un po’ di tempo staccassi alla politica, dedicandosi alla sua attività di scrittore ed economista. Questa sera parlerà del suo ultimo saggio, un testo molto particolare dedicato alla figlia della propria compagna e che narra il futuro dell’economia in Europa e non solo. Il titolo è esemplificativo: ” l’economia che cambia il mondo. Quando la disuguaglianza mette a rischio il nostro futuro”. Attraverso allegorie riferimenti presi dal mondo della letteratura, del cinema e della tragedia greca, spiega all’adolescente e in realtà a tutti i giovani che cosa è oggi l’economia. Con quesiti interessanti su cosa sia effettivamente il debito, la disuguaglianza, ma anche il valore, la crisi e la fiducia.
Per la grande apertura di Che tempo che fa questa sera ospite prestigioso sarà Yanis Varoufakis, che renderà molto interessante questo inizio ufficiale di stagione per il programma di e con Fabio Fazio, in onda su Rai 3 alle 20.10. Varoufakis, uno dei protagonisti principali della recente vicenda che ha portato la Grecia ad un passo dalla fuoriuscita dall’euro. L’ex ministro delle Finanze greco è nato ad Atene, nel marzo del 1961. Dopo essersi laureato in Statistica Matematica ha conseguito il dottorato in Economia all’Università dell’Essex, ove aveva già iniziato ad insegnare. Dal 1989 al 2000 ha ricoperto la funzione di Senior Lecturer in economia all’interno dell’Università di Sydney, per poi tornare in Grecia nel 2000, per insegnare Teoria Economica all’Università di Atene. Dal gennaio 2013 ha poi insegnato ad Austin, alla Scuola di Affari Pubblici Lyndon B. Johnson dell’Università del Texas, prima di presentarsi candidato alle elezioni politiche in Grecia, nelle lista di Syryza. Chiamato da Tsipras nel suo governo, come Ministro delle Finanze, ha affiancato il Premier nelle difficili trattative per il rientro del Paese ellenico dai debiti contratti nei confronti della Trojka, per poi dimettersi all’alba del referendum vinto sulle proposte formulate dall’Unione. Nel periodo successivo ha nettamente diviso i suoi destini da quelli di Tsipras, criticando a fondo il completo cedimento del suo ex Presidente del Consiglio di fronte alle proposte, considerato un vero e proprio tradimento nei confronti di quel popolo greco che aveva votato no al referendum, per non cedere a quello che era stato visto come un evidente ricatto. Lo stesso Varoufakis ha poi spiegato in una intervista al New Statesman i reali motivi alla base della sua decisione. In particolare ha riconosciuto senza mezzi termini che il piano da lui elaborato prevedeva, pur senza una dichiarazione aperta in tal senso, una Grexit, ovvero la pratica uscita dalla moneta unica. Per farlo, sarebbe stato necessario emettere degli IOU (una sorta di moneta parallela), tagliare il rimborso dei bond detenuti dalla Banca Centrale Europea e impedire che la stessa autorità monetaria di Francoforte potesse controllare la Banca di Grecia. La bocciatura di questo piano, avvenuta nella notte del 5 luglio 2015 all’interno del gruppo ristretto di ministri facenti parte dello stesso governo Tsipras lo avrebbe quindi costretto a rassegnare le dimissioni.
Nei giorni passati, Varoufakis è stato protagonista di un botta e risposta con Matteo Renzi. Motivo del contendere quanto detto dal Presidente del Consiglio nel corso della direzione nazionale del Partito Democratico, quando Renzi ha affermato la sua gioia per la sconfitta dell’ex ministro greco. Varoufakis dal canto suo ha risposto che in realtà Renzi non si sarebbe sbarazzato di lui, ma della democrazia, ricattando Tsipras, con pesanti interventi da lui equiparati a vero e proprio bullismo istituzionale. Inoltre ha accusato Renzi di aver esercitato la parte del poliziotto buono in una commedia in cui invece Angela Merkel aveva il ruolo di quello cattivo. Nei giorni successivi, il botta e risposta con i democratici è continuato, con l’intervento di altri esponenti di secondo piano del partito, che ha spinto lo stesso Varoufakis a ricordare che lui non ha proprio partecipato alle elezioni, pur sostenendo gli scissionisti di Syriza sconfitti nel corso delle stesse. Proprio per questo il suo intervento alla trasmissione condotta da Fabio Fazio su Rai Tre si preannuncia estremamente interessante.