Ieri sera a PresaDiretta Riccardo Iacona ha condotto un’inchiesta dal titolo “cooperative sporche”, dedicata per l’appunto alle cooperative, agli appalti pubblici e alla corruzione. La corruzione è ormai un male dilagante in Italia, che mette il nostro Paese in cattiva luce nei confronti degli stranieri. Negli ultimi anni tante cooperative sono finite sotto inchiesta per vari reati, come il Coveco, un intero consorzio che è finito sotto inchiesta per il Mode. Manutencoop è finita sotto inchiesta per lo scandalo relativo alla Città della salute di Sesto San Giovanni, poi c’è stata l’inchiesta di Mafia Capitale con la Cooperativa rossa di Salvatore Buzzi e la Cooperativa bianca La Cascina. Il business dei rifugiati gestito da queste due cooperative è ben noto ormai a tutti. La CMC Costruzioni di Ravenna è indagata ad esempio per la costruzione del porto di Molfetta con reati ipotizzati di associazione a delinquere, frode in pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti in riferimeto al viadotto crollato in Sicilia. Poi c’è la CPL Concordia, che si occupa invece di energia e gas e il suo presidente è finito in due diverse inchieste per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. Oggi si ricorda Pietro Ingrao che disse “C’è una cosa che mi definisce, la pratica del dubbio” ed è con questa frase che ha voluto lanciargli un pensiero Riccardo Iacona. I soldi sono sempre di meno, il potere è sempre di più e le cooperative fanno di tutto per ottenere gli appalti. Il presidente della GPL Concordia lo era da più di 40 anni. Dopo il suo arresto i soci si sono riuniti per nominare un nuovo presidente e un nuovo consiglio di amministrazione, ma una volta fuori non hanno voluto parlare alle telecamere. Oggi la cooperativa è stata commissariata perché al centro delle inchieste di due diverse procure. Si presume che alla base ci sia la corruzione per aggiudicarsi degli appalti pubblici. Francesco Simone ha rilasciato per la prima volta un’intervista e ha spiegato che per avere i fondi neri che servivano a pagare tangenti la società pagava false consulenze in Tunisia e poi questi soldi venivano riportati in Italia. Le inchieste sulla Cpl Concordia descrivono un sistema di corruzione al cui centro ci sono sempre i politici. Riccardo Iacona ha poi intervistato Mauro Lusetti, il Presidente della Lega Nazionale delle Cooperative. Egli ha spiegato che si è agito in modo concreto, proponendo una riforma degli appalti pubblici. Dopo la lotta contro le false cooperative si inizierà quella contro gli appalti al ribasso. Per quanto riguarda i soldi ai politici, Lusetti ha detto che stanno smettendo di darli. La prospettiva a breve è quella di organizzare un’unica rappresentanza di tutto il movimento cooperativo. Giulia Bosetti ha spiegato che l’Italia è ai primi posti per corruzione e già nel 2012 ciò faceva lievitare del 40% il costo delle opere pubbliche. Raffaele Cantone ha scritto un libro ed è il massimo esperto di appalti pubblici. Egli dice che occorre rendere conveniente la legalità. La Coop Costruttori è fallita nel 2003. E’ stato uno dei crac più pesanti in Italia insieme a quello della Parmalat. In questa cooperativa i soci avevano investito i risparmi di intere generazioni e si sono ritrovati improvvisamente senza nulla in mano. Gli alti dirigenti infatti avevano ben nascosto la crisi della cooperativa e sono stati condannati per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Una signora, ad esempio, ha parlato a nome del marito, morto di recente, e ha raccontato di come l’uomo sia stato colpito da ictus perché non riusciva più a stare tranquillo e non faceva altro che pensare ai suoi risparmi persi. Lusetti a fatto notare come in casi come questo è il movimento cooperativo a mettersi in moto e a riuscire a recuperare parte di quanto si era perso. In questo caso, almeno la metà è stata recuperata ma il 100% non si è raggiunto anche a causa della crisi. Occorre poi sempre distinguere che non si tratta di risparmi ma di prestiti e in caso di fallimento c’è il patrimonio della cooperativa che viene sempre garantito. Il recupero fondamentale dei principi cooperativi è proprio ciò su cui si sta lavorando, ha detto Lusetti. Sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico si legge che la vigilanza sugli enti cooperativi deve verificare la corretta tenuta della contabilità e la regolarità rispetto alle norme di legge. Il ministro dice che bisogna prevenire anzichè reprimere. Eppure sembra che poi nella pratica tutto questo non si mette in atto. Lusetti ha chiarito che la revisione è una responsabilità che la Legacoop per legge non ha. Dunque i controlli o si fanno seriamente o sono una presa in giro ed è meglio smettere di farli. Le cooperative che non sono sottoposte a controllo devono essere cacciate fuori dall’albo entro un anno. Abbiamo ascoltato poi una storia interessante sul porto di Napoli, dove alcuni operai hanno deciso di diventare cooperativa e di prendere in mano la gestione dell’azienda. Questo dopo il fallimento di diversi imprenditori. Dopo quattro anni di occupazione della fabbrica gli operai si sono fatti anticipare tutti i soldi della mobilità e hanno fondato questa cooperativa. All’inizio però è stato difficile lavorare perché nessuno si fidava che dei semplici operai fossero in grado di costruire navi. Loro adesso dicono che la classe operaia è classe dirigente e tutto si può fare con il coinvolgimento dei lavoratori che non sono più semplici dipendenti ma veri e propri soci. La prima cosa è credere nei valori della cooperazione. A Lucca invece abbiamo visto un’altra cooperativa che lavora sulle province della fascia costiera e si occupa della cura del manto erboso e della forestazione pubblica, oltre che del ripristino del suolo.



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