Dai dai, conta su…ah beh, sì beh….  – Ho visto un re.

– Sa lha vist cusè?  – Ha visto un re! – Ah, beh; sì, beh…

– Ma più che il re una regina con il thè – Ah, beh; sì, beh

Questo, alla maniera di Enzo Jannacci e Dario Fo, è il nostro modo di farle gli auguri. Perché domani, 9 settembre, toglierà il titolo alla regina Vittoria, che governò dal 1837 al 1901, anno della sua morte. Lo Zingarelli, un vocabolario regale, che le sue cose le sa, perché le ha rubacchiate qua e là nelle regge di tutto mondo (quindi anche al di là del Tamigi), ci ha studiato su tanto. Ma, a tuttoggi, è difficile anche per lui stabilire lora precisa della morte del padre, re Giorgio VI, in quanto defunto nel sonno.

In ogni caso – e lo Zinga si aggiunge ai nostri fasti – tanti auguri alla regina Elisabetta II dInghilterra, classe 1926, dal 1953 sul trono più famoso del mondo. Un record davvero meritato: a quasi 90 anni (li compirà il 21 aprile del 2016) è ancora arzilla come una neo- pensionata. Unica donna al mondo che quando espatria non deve viaggiare con passaporto o carta didentità, poiché le basta presentare una moneta da un pound con sopra la sua simpatica effigie per essere identificata, la Betta è famosa per i suoi cappellini, che sfoggia anche quando veste il pigiama davanti al marito, il sempre più tristemente imbolsito Filippo dEdimburgo, il quale, a cagione del suo stato, spesso lha scambiata, in ordine sparso, per: un cactus, la Pantera Rosa, un cono gelato arancio-fruttidibosco-ribes, un quarto danguria (o cocomero, a vostro piacimento), un ultras della Fiorentina, un Chupa-Chups gigante, una poltrona Natuzzi o una Mini-Minor Countryman 4×4, e questo solo per citare alcune delle sue gaffes più famose e recenti, raccontate da domestici di corte poco propensi alla riservatezza. Si sappia comunque che saranno festeggiamenti riservatissimi: laugusta sovrana si limiterà a sottolineare levento con lennesimo impegno pubblico, ovvero linaugurazione di una nuova linea ferroviaria in Scozia. A condizione che gli scozzesi, noti braccini corti, le paghino il biglietto da Londra a Glasgow. Andata e ritorno, obviously

Sia detto ben chiaro quando parla lo Zinga non possiamo non metterci sullattenti, pancia in fuori (tanta pancia!), petto in dentro (ma non era viceversa? Mah siamo pure noi un po imbolsiti?) che Elisabetta non detiene il record mondiale di tutti i tempi; quello appartiene a un altro sovrano, diventato re immediatamente dopo il parto: Re Nato!!! Ah, ah, ah! Vi è piaciuta?.

Zinga, da te non ce lo aspettavamo proprio!… Torna serio, in panni che più gli si addicono. E ricomincia a parlare come un… libro stampato! “Luigi XIV di Borbone, detto il Re Sole (Le Roi Soleil) o Luigi il Grande (Saint-Germain-en-Laye5 settembre  – Versailles1º settembre ), fu il terzo re di Francia e di Navarra della casata dei Borbone; regnò per oltre settant’anni, dal 14 maggio , quando aveva meno di cinque anni (salì sul trono, arrampicandovicisi, poco dopo la sua incoronazione, discendendone solo per frequentare le scuole medie superiori, quando l’altezza raggiunta gli permetteva di non fare pericolosi ruzzoloni) fino alla morte nel 1715.  Chiamato così, per molti a motivo dell’estensione del suo regno, sul quale era solito dire non calasse mai il sole, la più recente storiografia tende tuttavia ad accreditare altre tesi: la prima dice che Luigi fosse un amante della tintarella (la comune abbronzatura) e che approfittasse dei balconi della reggia di Versailles per prendere il sole en plein air (con una libera traduzione, potremmo osare un “come mamma l’ha fatto”); la seconda, che trova riscontro anche in alcune rilevazioni compiute sul suo scheletro, lo descriverebbe come un accanito divoratore di caramelle. Un dato che si evince, oltre che da qualche scritto della sua corte, dalle numerose carie visibili su ciò che rimane della sua dentatura. In ogni caso, le famose Pasticche del ReSole (bon bon zuccherati di cui pare andasse ghiottissimo) sono ancora, a distanza di 300 anni, un vero business, non solo francese”.

Ma Zinga, e se andassimo più indietro nel tempo, avremmo esempi di regnanti assai longevi?

“Certamente! Non posso non citare a tal proposito l’antico Pepi II Neferkare (stiamo parlando ovviamente di Antico Egitto), nato il 2284 a.C. e regnante dal 2278 al 2184 a.C., anno della sua morte. Di chiare origini venete (sembra che un trisavolo di Montebelluna, provincia di Treviso, a fronte della sua attività di commerciante di vini e grappe, si sia spinto sin sulle rive del Nilo, dove fece fortuna con il limo, inventandosi una bevanda, il limocello, ancora oggi usata come digestivo dalla popolazione locale), Pepi amava farsi chiamare dai suoi sudditi col l’epiteto di mona (“Pepi, cio’, mona!”), da cui sarebbe derivato l’odierno significato di monarca. Salì al trono (letteralmente, poiché lo scranno faraonico veniva posto dagli Egiziani proprio sulla punta delle Piramidi) all’età di sei anni, dopo la morte di Merenre Nemtyemsaf I (lo dico per dare sfoggio delle mie conoscenze e per darvi l’ennesima dimostrazione che non sono mica un Re Mbambìto). Pepi II governò fino alla sua morte, avvenuta all’età di 100 anni: rimase dunque in carica per 94 anni. Davvero un record! Forse per questo non si allontanò mai dal suo trono, mentre oggi, con soli – tanto per fare un esempio – 94 giorni di ricarica, la regina Elisabetta regnerebbe due o trecento anni!”.

Zinga, ma che dici? E lui, imperturbabile: “Discettando di re, regine e regni, non potevo congedarmi, se non con un finale sur…reale!”.