La quinta stagione di Masterchef Italia ha visto l’entrata di un nuovo giudice stellato, il partenopeo Antonino Cannavacciuolo, volto noto agli appassionati di programmi televisivi culinari, in quanto reduce del successo della versione italiana di Cucine da incubo. Sin dal principio, lo chef è risultato molto empatico con i concorrenti, con le sue classiche pacche sulla spalla motivazionali e le battute in napoletano. Nella prima prova dell’ultima puntata di Masterchef andata in onda, gli aspiranti cuochi si sono trovati di fronte a una Mistery Box composta da una serie di ingredienti particolarmente grassi, tra cui la mortadella. La missione consisteva nell’equilibrare il piatto finale con elementi aciduli come l’erba acetosella, il rafano e il limone, molto caro ad Antonino Cannavacciuolo, poiché simbolo dei profumi della sua Campania.



Camminando tra i concorrenti all’opera, lo chef si è imbattuto in una combattiva e un po’ dura Lucia, la sindacalista, e sotto le note della canzone Stranger in the night, le ha ricordato che l’amore in cucina è tutto. Spesso il cuoco ha mostrato il suo lato tenero e romantico, celato sotto la sua statura, ma si riconferma subito simpaticamente con la sua forza bruta, aiutando Mattia ad aprire il cocco con un colpo solo. Le radici del proprio vissuto sono fondamentali per Antonino Cannavacciuolo, e conferma sempre l’amore per la sua terra aiutando Alice a realizzare una salsa di limone degna di Sorrento, e ricordando a Erica che lo storione è un pesce di lago, non di mare: la cucina e i suoi elementi sono profondamente legati a una territorialità definita. 



Nella seconda prova, Maradona, il vincitore della Mistery Box, doveva scegliere tra diversi ingredienti legati al passato, presente, futuro e imperfetto: lo chef napoletano illustra quelli del tempo attuale, come la palamita, il riso basmati, lo scalogno, che necessitano di una cottura rapida e veloce. Questa prova nascondeva delle insidie, e una concorrente ferrata come Erica cade con un piatto poco brillante: Cannavacciuolo le lega lo spago, con cui aveva legato la carne, al polso, un monito per il futuro. Nella prova in esterna, la cucina di Masterchef si è trasferita nell’interno della Sardegna, e il menu è interamente dedicato ai tradizionali pastori, con piatti tipici sardi. Anche qui il cuoco napoletano ha dispensato consigli e pacche sulla spalla, sempre con la sua tipica simpatia. 



Antonino Cannavacciuolo, classe 1975, dal 1999 è patron assieme alla moglie Cinzia dell’Hotel Ristorante Villa Crespi, sul Lago D’Orta, e ha al suo attivo due stelle Michelin, tre forchette della guida Gambero Rosso e tre cappelli sulla guida dell’Espresso. Oltre ad avere una gloriosa carriera, Cannavacciuolo ha un forte impatto, è carismatico e un personaggio molto umano in tutte le sue manifestazioni, che siano di rimprovero, di motivazione o di approvazione: anche in quest’ultima puntata, il cuoco mostra la sua schiettezza e un carattere spontaneo, come quando rimprovera il macellaio Lorenzo e gli consiglia di aprirsi una pescheria. È simpatico, fa sorridere, attaccato alla sua lingua regionale, dato che infila il dialetto napoletano appena può dappertutto, come il suo celebre “o’ spiedino”: tra i quattro giudici, è forse quello più giocoso, che ricorda Pulcinella, la maschera della sua terra, mantenendo comunque una forte autorevolezza.