Maradona Youssef è uno dei concorrenti più curiosi e seguiti della quinta edizione di Masterchef Italia, che dal primissimo impatto ha incuriosito e convinto i giudici con un piatto assaggiato nella sua terra d’adozione: libanese di origine, 28 anni, abita a Trieste dove frequenta la facoltà di Scienze della Nutrizione, e propone ai quattro giudici lo gnocco di pane al polpo in salsa di busara. Dopo aver conquistato il grembiule bianco, Maradona sta regalando ai telespettatori fedeli del programma, momenti di autentica emozione. Dopo essersi confrontato con la quaglia, nell’ultima trasmessa si è distinto per aver cucinato il miglior piatto nella manche della Mistery Box. I concorrenti hanno a disposizione una serie di ingredienti dalla caratteristica grassa come la mortadella, lo storione, la carne di maiale, l’avocado, il cocco, ed altri, e la missione da portare a termine è quella di sgrassare il piatto con degli elementi aciduli come l’erba acetosella, il rafano, il limone e l’aceto di vino.



Cracco aggiorna immediatamente Maradona sull’utilizzo dell’acetosella, che deve essere sbianchita in acqua e ghiaccio, e il suggerimento si rivela vincente, perché cucina la migliore pietanza, proponendo un involtino di pesce e maiale, utilizzando quasi tutti gli ingredienti. Il suo piatto, un involtino di carne e acetosella su crema di cocco e cavolo romano, si intitola “Involtino col dito”, a causa di un piccolo incidente di percorso: Maradona si conferma sempre ironico e originale, e regala una bella lezione di vita: esortato dal giudice Bastianich a parlare della sua famiglia e della sua vita privata, risponde che in una società dispersiva come quella attuale, dove tutto è volatile e privo di consistenza, è importante tenere gli affetti stretti e vicini al cuore, con molta cura e riservatezza. È una sfida per Joe, quella di acquistare il rispetto e la fiducia del concorrente in modo che gli permetta di entrare almeno un pizzico nel suo mondo e condividere la sua storia e la sua cultura. 



Avendo vinto la Mistery Box, Maradona ha la possibilità di avere un grosso vantaggio nella prossima manche dell’Invetion Test, e sceglie di cucinare un piatto scegliendo tra differenti ingredienti legati a differenti tempi verbali, il passato, il presente, il futuro e l’imperfetto. Il passato, presentato dallo chef Barbieri, comprende carne d’asino, vino, pane casereccio, tutti elementi da cucinare in umido con una cottura lenta, mentre il presente, illustrato dallo chef Cannavacciuolo, comprende ingredienti come il riso basmati, la palamita e lo scalogno, che vogliono una cottura veloce, sbollentata. Cracco simboleggia invece il futuro, con una serie di polveri disidratate di verdura e di frutta da trattare con cottura sottovuoto, ma il box sicuramente più originale è quello di Joe Bastianich, quello dell’imperfetto e della creatività, con elementi di cotture variegate come il burro di arachidi, il bacon, la quinoa: è proprio questa la cloche che sceglie Maradona, quella del caos e della fantasia. Il concorrente ha un altro vantaggio, quello di affidare un secondo gruppo di ingredienti da far cucinare ad altri quattro aspiranti chef per metterli in difficoltà; Maradona decide il box del presente da donare a quattro suoi amici per agevolarvi, sarà questa la tattica giusta? Il giovane libanese non convince del tutto, proponendo un altro piatto con la tecnica dell’arrotolato, ma si salva, la peggiore è Sabina che deve purtroppo abbandonare la gara. Il migliore è Francesco, e sarà il caposquadra della prova in esterna. Dopo un Invention test di strategie, si vola in Sardegna per preparare un menu interamente caratterizzato da piatti sardi, tra cui la carne di pecora e il porceddu, oltre alla pasta fresca: Maradona si trova nella squadra blu, quella che poi risulterà essere la vincitrice, e riesce così a scampare alla tanto temuta Pressure.



Maradona Youssef, un nome importante che deriva dall’amore del padre per il calciatore del Napoli, nonostante la sua fede juventina, è legato alle proprie origini in maniera molto viscerale, la cultura araba e le sue tradizioni sono vive in lui non solo nel modo di cucinare ma anche nei pensieri e nello stile di vita. Questo si traduce in un forte attaccamento alla famiglia che spesso cita, soprattutto al padre che gli ha tramandato la passione della pesca e della caccia e alla madre che gli ha fatto dono dell’amore per la cucina. Sono questi i punti forti di un giovane aspirante chef che ha un bagaglio culturale sfaccettato dove amalgama cultura orientale e occidentale, profumi e sapori diversi, assieme all’innovazione che proviene dai suoi studi di Scienze della Nutrizione. Un gentiluomo, dai modi retrò, colto e preparato, a cui forse talvolta si biasima un eccesso di autostima.