Il mondo non solo del cinema sta ricordando in queste ore il grande Ettore Scola morto oggi a Roma dopo essere stato in coma da domenica: la cultura, la politica e la società non solo italiana, la sua forza è sempre stata raccontare con ironia e profondità il paese in cui viveva. Così arriva il prestigioso ricordo del Presidente della repubblica che tributa queste parole al grande regista e maestro: «Con Ettore Scola scompare un protagonista del cinema italiano, la cultura e lo spettacolo mondiali perdono un grande maestro che ha raccontato con acume e sensibilità straordinari, vicende, personaggi e periodi della nostra storia contemporanea». Assieme a quella del Capo dello Stato, interessante il ricordo anche di un giornale storico francese come Le Monde che lo celebra invece così: «Ettore Scola, maestro del grottesco e dei rimpianti», titola il sito online del celebre quotidiano francese lasciando per tutto il giorno il titolo di apertura sul grande regista italiano.
Che fosse un grande uomo di ironia in tanti lo stiamo scoprendo ora, con Ettore Scola che davvero ha raccontato il cinema e la sua stessa vita con un occhio particolare ironico e profondissimo allo stesso momento. È uno dei registi italiani più amati, all’eta di 84 anni dopo due giorni di coma: la notizia dalla famiglia è arrivata poco tempo dopo e annuncia l’apertura della camera ardente da domani mattina a Roma presso la Casa del Cinema. In questo modo il suo grande desiderio viene esaudito, dato che anni fa espresse questa precisa richiesta “mi dovete ricordare alla Casa del Cinema come fosse una festa”. Parole di Scola che voleva infatti anche in occasione della morte regalare un sorriso e un’immagine di profonda positività: e così sarà fatto, con il comune di Roma che è venuto incontro ai desiderata del grande regista italiano. Domani infatti per tutta la giornata verrà esposta la salma nella sede del cinema romano, mentre venerdì avrà fine la camera ardente alle 15. In questi due giorni interverranno tanti amici e colleghi di Scola che sono stati selezionati dalla famiglia.
Come sempre accade quando scompare un grande artista, la morte del regista e maestro Ettore Scola ha spinto gli addetti ai lavori a trasmettere nuovamente i suoi capolavori. Su Rai Movie, alle 17.50, andrà in onda «Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca» con Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Alle 19.25 sarà la volta del documentario realizzato da Ettore Scola su Fellini «Che strano chiamarsi Federico». Su Iris, canale Mediaset, dalle 11 di questa mattina, è iniziata una vera maratona con i film «Se permettete parliamo di donne», «Che ora è?», «Il viaggio di Capitan Fracassa», «Concorrenza sleale» e «L’arcidiavolo». Alle 23.20 su Rete4 andrà in onda «Che ora è», con Massimo Troisi e Marcello Mastroianni. Su Raiuno, invece, dopo il tg della notte, sarà trasmesso il film “La terrazza”.Tanti appuntamenti, dunque, per rivivere dei veri capolavori del cinema italiano.
9 minuti di lascito commovente, un pezzo di Ettore Scola che rimarrà nella memoria del cinema ma anche molto di più: il suo cortometraggio “1943-1997” che ha presentato il 27 gennaio 2012 per la Giornata della Memoria è una pietra miliare di pochissimi minuti che prova ad analizzare con la potenza delle immagini il dramma della Shoah. Come amava lui, in maniera non trionfale ma con un silenzio assordante che penetra nello spettatore per segnarlo. Un’occasione di riflessione con le immagini che parlano molto più di tanti “predicozzi” o “moralate” su uno dei drammi più sconvolgenti della storia umana di questo mondo: il regista morto questa mattina lascia un vuoto per i suoi cari, ma riempito con tutti i lavori e la sua particolare persona che di certo rimarranno, sempre. Ecco qui il video, sono 9 minuti di cui sei per ricordare, due per il tempo che passa e uno per fermarsi a riflettere su ci ha vissuto quell’orrore e che ora sa cosa significa accogliere un peso e portarlo avanti. Per poterlo vedere integralmente, clicca qui. Grazie maestro.
Un grande regista e un grande uomo, Ettore Scola, in tanti lo dipingono così: era un maestro, questo sì ma non con “la puzza sotto il naso” bensì con un senso di ironia raramente diffuso tra i grandi registi del suo tempo – ma anche del nostro – e nello stesso tempo una grande maestranza culturale e di spessore raramente raggiunta da altri. Qui sotto trovate tutti i titoli più importanti e quelli anche meno ma dagli appassionati conosciuti come le proprie tasche. Animatore della politica cinematografica degli autori con L’Anac, è stato anche il ministro ombra del Pci con delega alla cultura fino al 1989. L’impegno c’era, ma non troppo ecco, sentitelo: «Per il momento non ho tanta voglia di lavorare, anche perché diventa perfino difficile trovare il tempo: sanno che sei libero e ti cercano tutti, per le richieste più strane. Ogni paesino ha un cinema che rischia la chiusura, e io tutto sommato mi commuovo a sentire tanta passione, mi sembra tempo ben speso quello a fianco di giovani che credono ancora in valori e idee, ma detesto le celebrazioni e l’enfasi, non è ancora tempo di mummificarmi». Lo diceva a 80, un grande insomma: lo ringrazia anche il Ministro della Cultura di ora, Dario Franceschini con un tweet: «Ci ha lasciato Ettore Scola, un grande maestro, un uomo straordinario, giovane sino all’ultimo giorno della sua vita».
Ettore Scola non è mai stato sicuramente in grado di prendersi troppo sul serio, esattamente come faceva negli anni d’oro, o meglio quelli che lo stesso regista prediligeva, quando era un “semplice sceneggiatore”. Non a caso le due figlie hanno intitolato “Ridendo e scherzando” il documentario che hanno girato su di lui e che hanno presentato durante la Festa del Cinema di Roma nel 2015. Dei primi anni da regista ricorda in particolare, come ci riporta La Repubblica, che “non ho mai avuto la sacralità del lavoro, del genere ‘zitti tutti che papà lavora’. Chissà, se lo avessi fatto, magari sarei diventato un grande regista”. Oltre il regista e il titolo di “maestro del cinema” che ha conquistato giustamente in tanti anni di carriera, troviamo un uomo facile all’imbarazzo che non riusciva nemmeno a parlare di se stesso. Dedito alla politica, vedeva reazionario anche Topolino: “è Roosveltiano, risponde all’impegno del New Deal e di essere fieri dell’America”. Senza dubbi Ettore Scola aveva compreso quanto un cartone animato, dall’apparenza innocua, poteva invece nascondere un messaggio di altro genere.
Questa sera è morto nel reparto di cardochirurgia del Policlinico di Roma Ettore Scola. Sembra che il noto regista, 84enne, stesse male da domenica. Nato a Trevico, in provincia di Avellino, il 10 maggio del 1931, Scola cresce a Roma e già da adolescente comincia a collaborare con la rivista umoristica Marc’Aurelio, disegnando vignette. Passa poi alla carriera di sceneggiatore, fino a debuttare dietro la macchina da presa nel 1964. Dieci anni dopo dirige il film che viene considerato il suo capolavoro “C’eravamo tanto amati”. Nel 1976 viene premiato a Cannes per la miglior regia per il film “Brutti, sporchi e cattivi”. Nella sua carriera ha ricevuto anche quattro nomination all’Oscar come miglior film straniero per “Una giornata particolare” (1978), “I nuovi mostri” (1979), “Ballando ballando” (1984) e “La famiglia” (1988). Il suo ultimo film è stato “Che strano chiamarsi Federico”, dedicato a Fellini. Nella sua carriera ha diretto più volte Alessandro Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini.
Ettore Scola, come detto, subito dopo la nascita si trasferisce a Roma con i genitori, entrambi attori di teatro. Qui frequenta il Liceo Classico Pilo Albertelli e inizia a disegnare vignette umoristiche che portava alle riviste di genere, fra cui il Marc’Aurelio con cui collabora anche negli anni dell’università. Negli anni ’40, collabora nella scrittura dei testi di svariate trasmissioni di varietà sia televisivi che radiofonici della Rai, diventando coautore delle scenette settimanali mentre dieci anni più tardi si dirige verso la scrittura di sceneggiature di commedie all’italiana. È nel 1964 che Ettore Scola debutta come regista (con il film “Se permette parliamo di donne”), ma il suo successo avviene invece quattro anni più tardi con “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” con Nino Manfredi, Alberto Sordi e Bernard Blier. Gli anni successivi sono quelli che hanno portato Ettore Scola all’apice del suo successo grazie a opere cinematografiche come “C’eravamo tanto amati”, un film dedicato a Vittorio De Sica in cui racconta una storia basata su tre amici innamorati della giovane Luciana, interpretata da Stefania Sandrelli. Dirige nel 1976 il film “Brutti, sporchi e cattivi” e nel ’77, “Una giornata particolare” con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Seguono capolavori come “La terrazza” e “Il mondo nuovo” nel 1982, ma è con “La famiglia” che Scola riceve i maggiori apprezzamenti sia da parte del pubblico che dalla critica. Da ricordare anche “Splendor”, girato nel 1988, e “Che ora è?”, diretto nel 1989, in cui intervengono Marcello Mastroianni e Massimo Troisi. Nel 2009 riceve il premio Federico Fellini 8 ½ e nel maggio dello stesso anno riceve il David di Donatello come premio alla carriera per i suoi 80 anni. Durante la sua carriera prolifica e di elevata qualità, Ettore Scola riscuote sei volte il David di Donatello e quattro nomination all’Oscar come Miglior Film Straniero. Nel 2013 riceve invece il premio Jaeger-leCoultre Glory to Filmmaker per il film Che strano chiamarsi Federico.