Questa sera, alle 23:10 e sempre su Sky Atlantic, andrà in onda l’ottavo episodio di Romanzo Criminale, la serie italiana del 2009 ispirata al romanzo omonimo del giudice Giancarlo De Cataldo. Al centro delle vicende, la banda della Magliana, un gruppo di criminali che dal ’77 al ’92 ha seminato il terrore nel nostro Paese. Sono diversi i personaggi che si intrecciano nella narrazione fra cui i protagonisti: il Libanese (Francesco Montanari), il Dandi (Alessandro Roja), il Freddo (Vinicio Marchioni), il Commissario Sciajola (Marco Bocci) e Patrizia (Daniela Virgilio). Esistono sicuramente alcune differenze fra la trama raccontata nella serie e quella che conosciamo dalla cronaca locale dell’epoca. In ultimo esistono particolari diversi anche rispetto al libro di De Cataldo. In particolare troviamo che il Libanese della serie corrisponde in realtà al ‘Fornaretto’ delle vicende reali. Si tratta ovviamente del nome d’arte di Franco Giuseppucci, un nomignolo con cui era conosciuto il padre. Con il tempo infatti Giuseppucci cambierà il proprio soprannome con ‘er Negro’, per via della carnagione piuttosto scusa. Si dice che nel ’75 aveva avuto un figlio con una ragazza della banda della Magliana ma che non lo aveva mai riconosciuto. Si sposa invece con Patrizia, nome che troviamo anche nella serie, da cui ha un figlio nel ’78. Dopo anni dedicati al forno paterno, Giuseppucci decide che quella vita così faticosa e insoddisfacente non fa più per lui. Inizia quindi a lavorare come buttafuori in una sala corse dove inizia a conoscere alcuni esponenti della mafia romana. Giuseppucci dimostra di essere la mente del gruppo fin dagli esordi, una personalità che lo aiuterà a diventare il capo di quella che sarà conosciuta poi come la banda della Magliana. E’ stato uno dei primi a morire, ucciso dal clan rivale della famiglia Proietti a Piazza San Cosimato di Trastevere. La sua morte divenne successivamente un pretesto per dare il via ad una guerra contro i Proietti, ma anche un’occasione di unione per la banda di cui era leader.



In questa nuova puntata, Sciajola chiama i fratelli Gemito in commissariato ma non riesce a ottenere una dichiarazione. Il Libanese e i suoi uomini possono così agire indisturbati ed entrare nella villa del boss di Centocelle. Dopo aver diviso il bottino, il Libanese prende possesso della villa mentre il Dandi decide di rimettere a posto un interrato di Trastevere per farvi un night club. Una volta a casa, due uomini comunicano al Libanese che lo Zio Carlo, l’uomo che forniva la droga al Terribile, lo vuole invitare a pranzo. La banda decide di presentarsi all’appuntamento con le armi, ben consapevoli di essere troppo vicini alla mafia siciliana. Zio Carlo in realtà offre la propria collaborazione in modo costante e promette che passerà ogni mese alla banda 6 kg di cocaina. Il tutto senza dover pagare alcuna convinzione, un particolare che non convince il Freddo e che lo lascia piuttosto perplesso. Nel frattempo, una guardia giurata viene uccisa durante una rapina al Banco di Santo Spirito. Il rapinatore sale a bordo di una moto simile a quella del Freddo, motivo per cui Scialoja convince il Procuratore ad emettere un mandato d’arresto. Il Libanese ed il Dandi sono convinti che il complice sia innocente e per questo chiamano l’avvocato Vasta perché lo faccia uscire di prigione. Tuttavia Vasta suggerisce alla banda di rintracciare il vero rapinatore, finendo per attirare ancora di più i sospetti delle autorità. 

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