A Storie Maledette Rudy Guede in carcere per il concorso all’omicidio di Meredith Kercher racconta a Franca Leosini: “Oltre studiare lavoro presso l’infermeria centrale come addetto ai lavori e pulizia sia dell’infermeria che del reparto detenuti”. Il ragazzo ha raccontato quella che è la storia della sua innocenza e in questi anni è cresciuto emotivamente e ci vengono mostrati anche i suoi dipinti e le sue opere. Il futuro? Racconta: “E’ nel mio paese che è l’Italia, sono andato via dalla Costa d’Avorio che avevo cinque anni. Il mio futuro non può che essere unicamente in Italia specialmente a Ponte San Giovanni o nelle vicinanze. E’ casa mia. L’Umbria la sento come casa e non ho altro luogo. Sicuramente nella vita avrò voglia di viaggiare e conoscere nuovi paesi e popoli. Se è vero che le mie radici sono state stradicate dalla Costa d’Avorio sono state impiantate in Italia. Mi sento totalmente italiano”.



A Storie Maledette Rudy Guede spiega a Franca Leosini di aver provato a spiegarsi a venti anni di fronte ai giudici. Dice: “Probabilmente mi sono difeso male, perchè loro sono fuori e io sono qui”. La condanna passa dall’ergastolo, da 30 a 16 anni di reclusione perchè non impugnava il coltello che ha colpito Meredith. La Cassazione poi ha confermato. Guede spiega: “Mi sono fatto processare col rito abbreviato perchè ho ritenuto che nelle carte c’era tutta la mia estraneità dei fatti”. Poi sottolinea: “Come ho detto durante il processo io ho chiesto scusa alla famiglia di Meredith in quanto mi sento di non aver fatto il massimo possibile che una persona potesse fare nei confronti di un’altra. Non sono riuscito a salvarla. Se devo farmi venti anni per non essere riuscito a soccorlerla posso farli. Ma non posso fare nemmeno un giorno di galera perchè l’ho uccisa o provato a farle violenza”. Racconta poi i suoi pensieri dopo la fine del processo Knox-Sollecito: “Sono stato condannato in concorso al di là di quanto poi accaduto”. Vengono mostrate delle immagini di Raffaele Sollecito a Otto e Mezzo nelle quali assegna le colpe a Rudy Guede. Il commento dell’interessato: “Solo una persona sciocca apre la bocca per dargli fiato. Se siamo in uno Stato di diritto e viene condannato a un concorso a cui non ha mai partecipato. Non dovrebbe essere logico che si potesse rivedere la sua posizione se c’è stato un errore dovuta all’incapacità degli inquirenti. Chi si alza e si dice che è stata fatta giustizia per Meredith Kercher è una persona mancante di buon senso. Posso dire una cosa alla famiglia della ragazza adesso c’è una persona che sta pagando una cosa che non ha fatto. Meredith la deve ancora avere la giustizia e qualcuno si dovrà impegnare a dargliela”. Rudy Guede rimane l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher con Raffaele Sollecito e Amanda Knox considerati alla fine innocenti. Racconta: “Le tracce le ho lasciate per provare a soccorrere Meredith, per questo non ci sono tracce di Amanda Knox nemmeno nella stanza dove dormiva”. Parla Dott. Pasquale Linarello biologo forense: “Magari sono state tralasciate altre tracce che al momento potevano non essere significative poi dai fatti magari potevano essere altrettanto significative rispetto al corpo e nelle immediate vicinanze di Meredith. Probabilmente le tracce non sono state cercate perchè in quel momento non servivano altre tracce rispetto alle dichiarazioni. E’ stato fatot poi un secondo sopralluogo. Chi ha effettuato questo ha privilegiato alcune tracce a discapito di altre. Chi ha operato la pulizia si presuppone che dovrebbe sapere dove ha lasciato le tracce e ipotizzare una cancellazione selettiva, lasciandone delle altre. Le tracce di pulizia tramite luci forense vengono ritrovate. Lascia inevitabilmente altre tracce, quindi vengono rivelate”. Guede poi sottolinea: “La sentenza dice che le due persone erano sul luogo quindi non serve riaprire il processo. Io penso che qualsiasi persona che lotta per la propria innocenza, ricorre a occhi chiusi alla revisione processuale”. Sul padre: “Ho deciso che fosse il caso vedendo la sua sofferenza negli occhi che non venisse dentro questo luogo”. Viene mostrata la cella dove da sette anni il ragazzo vive a detta sua senza aver commesso la pena. La signora Tiberi la sente invece ogni sabato al telefono, gli sono rimasti molto vicino anche Giacomo e Gabriele tutte le persone care che non gli hanno fatto mancare il loro affetto. Questi anni racconta: “Li ho impegnati tramite lo studio, la partecipazione ai corsi, tramite l’aiuto che posso portare ad altre persone in difficoltà dove posso dare una mano a chi non può chiamare nessuno e fare colloquio con nessuno”. Del suo presente racconto: “Mi sto laureando in Scienze Storiche presso l’Università di Roma Tre. Sto facendo una tesi su i modi e i luoghi in cui la storia è stata raccontata e come dovrebbe essere raccontata”.



A Storie Maledette Rudy Guede racconta a Franca Leosini come era rimasta la casa al momento che lui abbandonò tutto in preda alla paura per le condizioni di Meredith Kercher. Rudy Guede racconta che nella stanza di Filomena era stata organizzata una messa in scena di un ladro che era entrato per rubare con un sasso che aveva rotto la finestra. I vetri erano sopra i vestiti con il sasso che era lanciato da dentro. Rudy Guede sottolinea che in camera non c’era disordine. Tutto era stato ricostruito per cercare di far credere che fosse stato un ladro a uccidere Meredith Kercher. Guede conferma di non aver manomesso lui la scena e sottolinea: “La sentenza su la Knox e su Sollecito sappiamo come è andata a finire, però sottolinea che in casa c’erano. Quindi cosa è successo andrebbe chiesto a loro”. Guede poi racconta il dopo: “Non so come mai sono andato in Germania, potevo essere in Russia. Io non ho pensato niente, nella mia testa c’era altro che se fossi andato in un altro paese mi sarei sottratto. Ero un ragazzo di 20 anni che aveva assistito a una tragedia ed era diventato un automa. Appena ho realizzato che ero in un paese come la Germania ho chiamato Giacomo in 4 ore di telefonata Skype”. All’amico Rudy Guede ha raccontato tutto al suo amico sottolineato che aveva avuto paura che non gli avrebbero creduto. Questa è stata presa come una confessione. Racconta: “Fui fermato per il controllo di un biglietto del treno”. Viene mostrato il video dell’epoca che lo ritrae al momento del fermo. Il Prof. Claudio Mariani sottolinea: “E’ stato condannato Rudy per concorso in omicidio con altri e violenza carnale. Andrebbe fatta qualche considerazione. Meredith ha lottato disperatamente con lesioni frutto di violenze, creando echimosi sul naso, sulla bocca, sulla mandibola e sulle gambe. Di tutto il materiale biologico di Rudy trovato sulla scena del crimine non è stata trovata alcuna su viso e gambe della povera Meredith Kercher. La storia del ragazzo è compatibile con le circostanze di quanto accaduto. Non ho assoluta certezza dell’innocenza, ma troppi dubbi sulla colpevolezza”. Franca Leosini sottolinea che sono tante le bugie raccontate in queste situazioni. Amanda Knox accusò Patrick Lumumba dell’omicidio, accusa costata tre anni di reclusione. Rudy Guede sottolinea: “Penso che bisognerebbe chiedere a lei perchè l’ha accusato. Io ho fatto un ragionamento. Quando mi scontro con questo maschio che non conosco e non mi conosce e che parla con Amanda. Le dice di andare via perchè c’ero io. Penso che dopo gli abbia detto anche che c’era una persona di colore in casa. Il fatto che a lei è stato riferito pur di difendersi ha fatto il nome di Patrick Lumumba perchè le arrivò un messaggio dell’uomo di non andare a lavorare. Se le fosse arrivato da Michael Jordan avrebbe accusato lui”. Franca Leosini parla dell’accusa di partecipazione all’aggressione alla ragazza poi terminata in tragedia.



A Storie Maledette Rudy Guede racconta a Franca Leosini il momento dell’omicidio di Meredith Kercher: “Quando dico che riferendosi alla Knox quest’uomo dice di andare via e dice ”Negro trovato, colpevole trovato”, è un mio modo di reinterpretare quello che ho udito. Quando queste persone si allontanano entro nella stanza di Filomena per guardare chi andava via, riconosco la Knox e l’uomo non so chi è perchè Sollecito non lo conoscevo al tempo. L’unica cosa che ho capito era il suo accento del sud. Quando mi imbatto con lui non ho tempo di guardarlo con tranquillità perchè prende e scappa, l’unico particolare che colgo è che indossava un berretto e una giacca di marca. Da come l’ho visto era un po’ più basso di me. Dopo questo quando si allontanano io nel frattempo dalla stanza della Filomena vedo le persone mi dirigo verso la stanza di Meredith. E’ lì che vedo il suo corpo per terra e vedo una copiosità di sangue che le esce intorno. Allora la prima cosa istintiva che cerco di fare, rendendomi conto di quanto successo, vado in bagno più vicino alla stanza e prendo un asciugamano. Entro nella stanza e capisco che è ferita al collo, cerco di tamponare la ferita ma non basta. Ritorno nel bagno e prendo un altro asciugamano e cerco di tamponare la ferita e ne prendo un altro. La ferita ce l’aveva al collo. Non ci riesco però. E’ straziante, non saprei come descrivere un momento del genere. Non ti rendi conto di cosa è successo, chi è stato. In quel momento in cui hai lucidità cerchi di fare la cosa giusta. Cerco di soccorerla. Cerca di dirmi qualcosa, proverò a scrivere sul muro con il sangue. Mentre la soccorrevo avevo sangue sulle sue mani. Un ragazzo di 20 anni ritrovarsi in una situazione del genere dal nulla la paura ha prevalso su di me. Non mi ha fatto ragionare e così sono uscito da quella casa. Anni dopo pensando a questo fatto che mi sono fatto prendere dalla paura sento di non aver fatto quello che avrebbe fatto un bambino di sei anni e cioè chiamare aiuto. La cosa per me è molto dolorosa”. Guede spiega che in quei momenti sono tante le cose che ti vengono in testa e chi avrebbe potuto credergli. Questo ha fatto prevalere la paura, il terrore e la fuga. Franca Leosini sottolinea che è stato vigliacco anche se è facile dirlo per chi non era in quella situazione, ma ricorda che sono le parole usate dal ragazzo. Sottolinea poi che in dieci minuti che lui era al bagno è accaduto tutto e perchè Amanda avrebbe suonato se aveva le chiavi. Il ragazzo spiega: “E’ semplice, siamo entrati e abbiamo messo la chiave dietro per questo hanno suonato”. Si fa riferimento sui dubbi dei giudici e prima degli inquirenti. L’assassino o gli assassini in dieci minuti sarebbero dovuti entrare in casa, provare a violentarla, massacrarla di botte e coltellate fino a ucciderla. Rudy Guede continua: “Al 101% Amanda Knox c’era, Meredith Kercher ha aperto la porta a lei. Questa seconda persona io facendo un percorso mentale non sono in grado di dire chi era a quell’epoca. Sono passati otto anni e in questi anni una mia idea me la sono fatta, ma non devo dirla io. Se andiamo a leggere l’ultima sentenza della Cassazione è vero che dice che non erano in grado di dire se erano colpevoli. Quella stessa sentenza parla chiara che loro dentro quella casa c’erano, non lo dico io questo. Lo dico io che ci sono stato in quella stanza. Questa è una cosa da far sapere. Sono stato giudicato fino al terzo grado con l’accusa di aver concorso in omicidio e violenza. E’ la stessa sentenza che mi porta a condanna dice che non ho nulla a che fare con l’arma del delitto, non ho ucciso io Meredith”. Rudy Guede racconta ancora il dopo del tragico evento: “Sono scappato perchè non mi avrebbero creduto. Mi sono lasciato prendere dalla paura. Quando sono andato via c’era solo Meredith Khercher e ho lasciato la porta aperta”. Racconta un fermo immagine della situazione: “Indossava i suoi vestiti così come era vestita quando sono arrivato in casa sua”. Viene mostrato il video poi di come era la stanza quando Meredith verrà ritrovata, la scena era completamente diversa. O c’era qualcuno in casa oppure dopo qualcuno è tornato in casa perchè aveva interesse a cambiare la situazione. E’ stato poi visto in giro Rudy Guede. La porta fu ritrovata chiusa a chiave e la porta è stata sfondata per entrarci. Meredith era coperta da un piumino e non era vestita come Rudy aveva dichiarato. Aveva indosso una doppia maglia imbrattata di sangue. Per terra c’erano gli asciugamani che aveva usato per tamponare la ferita.

A Storie Maledette Franca Leosini racconta che questa è la prima volta che Rudy Guede parla dopo quanto accaduto quella terribile notte del 31 ottobre del 2007. I primi di settembre il ragazzo ivoriano racconta di aver conosciuto Amanda Knox in un locale dove lavorava come cameriera: “Mi si è avvicinata questa ragazza con un italiano un po’ particolare. Vengo a scoprire che è di Seattle. Non sapevo che abitasse nella stessa villetta al piano di sopra di questi ragazzi marchigiani. A metà ottobre incontro questi ragazzi al centro, andiamo a casa loro la sera e arriveranno la Knox e la Kercher”. Sembra che Guede si fosse invaghito di Amanda e non sapeva che in quel periodo di Raffaele Sollecito: “Non pensavo che flirtassero. Se non sbaglio è venuto fuori che lo conobbe cinque giorni prima di questa vicenda terribile. Le sto parlando di un periodo precedente al loro incontro. Io non conoscevo nemmeno di vista Sollecito”. Guede racconta che quando ha visto Meredith ha subito pensato che era di dicembre e così era infatti. Sottolinea: “Quasi tutte le ragazze con cui sono stato erano nate a dicembre. Mi piaceva come ragazza. Era alla mano, semplice. Caratterialmente era seria. Sapeva il fatto suo e trasmetteva carisma. Forse questo mi ha affascinato di lei”. Guede racconta che con Meredith era rimasto che si sarebbero rivisti il giorno dopo. Proprio per questo tornò il giorno dopo sul luogo del delitto. La Leosini sottolinea che su questo incontro è stato poco chiaro e per questo non gli hanno creduto, elenca poi delle fantasiosi soluzioni su come lui fosse arrivato nella casa. Viene chiesto chi ha aperto la porta al ragazzo ivoriano: “Se io sono entrato in casa perchè mi ha aperto la porta Meredith e non Amanda Knox con Raffaele Sollecito. In casa eravamo solo io e lei”. Racconta poi come è proseguita la serata: “Entriamo in casa, ci sediamo in salotto e rimaniamo lì. Io avevo mangiato un kebab e dunque nel frattempo era piccante e avevo male di stomaco e le chiedo da bere. Lei mi dice di fare con comodo che c’era il frigo. Allora apro il frigo e bevo un succo. Meredith va verso la sua camera da letto e dopo di questo ritorna lamentandosi e inveisce contro la Knox. C’erano dei contrasti in precedenza tra le due e mi dice che ce l’aveva con la Knox perchè le aveva rubato dei soldi e non puliva casa. Cerco di tranquillizzarla e di farla ragionare. Un’accusa del genere è di certo pesante. Si tranquillizza e poi accade un avvicinamento tra due persone. Ci avviciniamo e non ci sono rapporti a differenza di quello che è uscito. Ci baciamo e Meredith mi dice inglese se avevo un preservativo. Non ce l’avevo però e come qualsiasi ragazzo che ha avuto altre storie mi rendo conto che non è il caso di andare avanti e la cosa si interrompe lì. Poi ci rivestiamo e dopo un po’ di tempo devo andare in bagno”. Fa vedere sulla cartina poi in che bagno è andato e racconta: “Sono andato al bagno grande, lontano dalla sua camera e vicino al salotto-cucina. I minuti che sono stato in bagno li so dire perchè sono una persona molto igienica. Quindi metto la carta igienica sul water. Sento suonare il campanello e ne nasce il diverbio e riconosco la voce di Amanda Knox. A sentire il diverbio tra le due sapendo che Meredith prima si era lamentata dei soldi e di lei. Non mi sono preoccupato e sono rimasto in bagno. Sono assolutamente certo che era Amanda ad essere entrata in casa al 101%. Continuo a rimanere al bagno ascoltando l’ipod. Sono stato dentro dieci-undici minuti, dico questo perchè ho ascoltato tre brani e di cui i primi due integralmente. Me lo ricordo perchè per quello che è successo mi è rimasto in mente. Ho sentito un urlo più forte della musica che avevo nelle orecchie alla metà della terza canzone. Così mi sono preoccupato e nel sentire l’urlo ho cercato senza tirare l’acqua sono andato a vedere cosa era successo. Quando sono uscito tutto era spento tranne la stanza di Meredith. Vado verso la sua stanza e davanti alla porta della stanza vedo una sagoma maschile di schiena. Dallo spavento e l’agitazione di quello che era accaduto tocco quasi questa persona, lui si gira di scatto mi viene incontro indietreggio e cerco di difendermi. Non ho avuto tempo di capire bene cosa stesse facendo. Muoveva le mani velocemente. Dirò nelle udienze che non sapevo cosa avesse nelle mani, credo aveva un bisturi che sono stato ferito. Di questo sarà dato poi riscontro. Sentitosi scoperto cerca una via di fuga, io indietreggio finchè cado nel soggiorno. Lui esce e dice di andare via.”.

A Storie Maledette Franca Leosini sta intervistando Rudy Guede a margine del racconto del caso Meredith Kercher. Il ragazzo ivoriano spiega di non aver mai fatto uso di droghe pesante al di là di alcuni spinelli con qualche amico. Rudy Guede commenta tutte le voci che dopo il caso hanno iniziato a circolare su di lui come quella di un ladro e di un drogato. 27 ottobre 2007, quattro giorni prima dell’omicidio di Meredith Kercher Rudy Guede va a trascorrere una serata a Milano. Racconta: “Mi porto a Milano degli effetti personali tra cui un personal computer. Non andavo in discoteca, ma in un club per ascoltare rap. Mi sono fidato di una persona che non conoscevo, pensavo di dormire da lui invece questo mi porta in un asilo. Aveva le chiavi del portone del palazzone e del’asilo stesso. Mi disse che la moglie lavorava nell’asilo”. Guede nella sua testa pensò che sarebbe ripartito all’indomani e rimane a dormire in quell’asilo. Il giorno dopo viene la proprietaria e trovandolo dentro l’ufficio si preoccupa, chiama la polizia e gli trovano addosso questo computer che aveva comprato a un mercato. Il computer era rubato e verrà da questo episodio sottolineato che il ragazzo era un ladro. Dentro la scuola si dice poi che aveva preso un coltello, spiega: “Quando venne la polizia c’era il mio zaino e il computer sul tavolo. Hanno preso quello che c’era sul tavolo e hanno messo tutto nel mio zaino. Io non so come sia finito dentro e sono finito accusato di furto di un coltello”. Parla il Professore Claudio Mariani dell’istituto di Viterbo che spiega come Rudy si sia sempre impegnato con eccellenti risultati. L’uomo cerca di delineare un profilo del ragazzo visto che lo conosce molto bene. Guede racconta di aver conosciuto Meredith Kercher a casa di suoi amici a Perugia. La incontrò in un pub durante la trasmissione di una partita di rugby. Si scambiò un bacio poi con la ragazza il 31 ottobre al Domus, questo però non è stato confermato. Sottolinea: “I giudici non mi hanno creduto, ma trovo difficili che la Sophie Purton è stata con Meredith in ogni momento all’interno di un locale dove le luci non erano a giorno. Come ogni ragazzo di 20 anni andare in un locale e conoscere una persona sconosciuta, baciarla non è una cosa difficile”.

A Storie Maledette Franca Leosini da spazio alle parole di Rudy Guede per raccontare il caso che ha portato alla morte di Meredith Kercher. Guede racconta il momento in cui da bambino fu portato via dalla Costa d’Avorio e soffrì l’allontamento dalla madre. A cinque anni fu portato in Italia dal padre che viveva vicino Perugia. Al momento dell’arrivo in Italia il bimbo non conosceva praticamente il padre, sottolinea Guede che per lui era praticamente uno sconosciuto fino a quel momento. Strappato alla madre soffriva il fatto che il padre cambiava donne e queste non sentivano amore nei suoi confronti visto che non era loro figlio. A sei-sette anni tornava a casa e si doveva fare il pranzo da solo, una situazione insolita e ingiusta per un bambino di quell’età. La maestra Ivana Tiberi in terza elementare a Ponte San Giovanni insieme alla sua famiglia entrano nella sua vita. Lo aiuterà molto e Rudy si legherà alla donna da un sentimento importante. Rudy racconta dell’amicizia con Giacomo, compagno delle medie e suo più grande amico. Fu poi dato in affido ai signori Caporali, che aveva a capo Paolo imprenditore e proprietario della Liomatic. Il ragazzo così si ritrova a vivere una sorta di favola, un passaggio che Guede definisce: “Traumatico”. Passare da una situazione difficile a una serena è stato difficile. Guede sottolinea: “Una cosa è andare a casa di un amico e poi la sera stai da solo. Una cosa è vivere 24 ore su 24 in una famiglia. Mi ha fatto capire il calore che avrei voluto vivere nella mia famiglia”. Si muove poi verso il nord da una zia paterna quando a 18 anni finisce il periodo di affidamento alla famiglia Caporali. A Pavia faceva il barista e dopo aver perso torna a Perugia lasciandosi con la sua ragazza. Ritrova così i suoi amici come la famiglia della maestra Tiberi che l’aiuta a trovare anche un lavoro. Guede spiega poi i suoi blackout: “Io penso sia dovuto a un trascorso di un’adolescenza che mi sono portato dietro. Posso dare questa spiegazione”.

E’ iniziata la prima serata di Rai Tre con il programma Storie Maledette che vede alla conduzione Franca Leosini. Si parla di Meredith Kercher e quella notte tra il 31 ottobre  e il 1° novembre del 2007 quando a ventuno anni la ragazza se ne andò sotto l’infamia di chi ne aveva voluto la scomparsa. Viene raccontata la sua figura all’interno del microcosmo che questa ragazza aveva iniziato a vivere in quel di Perugia. Frequentava il corso di italiano per stranieri, la ragazza inglese era andata ad abitare con due italiane e l’americana Amanda Knox. Questa ragazza frequentava il bel ragazzo Raffaele Sollecito di Giovinazzo in provincia di Bari. Parlerà per la prima volta l’ivoriano Rudy Guede.

La prima serata di Rai Tre ospiterà il debutto in prime time del programma Storie maledette, condotto da Franca Leosini. La trasmissione promette molto con il primo episodio di questa stagione dedicato all’intervista a Rudy Guede, condannato per l’omicidio di Meredith Kercher. Il direttore della terza rete del servizio pubblico, Andrea Vianello, ha voluto ricordare a tutti l’appuntamento conb un tweet: “Stasera, tappa tv obbligata: imperdibile l’intervista in prima serata su @RaiTre della nostra Franca Leosini a Rudy Guede. #storiemaledette”. Clicca qui per vedere il cinguettio e tutti i commenti dei followers.

Questa sera, giovedì 21 gennaio 2016, va in onda nella prima serata di Rai Tre la trasmissione di approfondimento Storie Maledette, condotta dalla giornalista napoletana Franca Leosini. Un programma incentrato su alcune vicende di cronaca che hanno scosso l’Italia negli ultimi anni come nel caso dell’omicidio di Meredith. In questa prima puntata Franca Leosini andrà in carcere per ascoltare il condannato Rudy Guede per scoprire la sua verità sulla vicenda. Sul profilo Twitter ufficiale della trasmissione è stato pubblicato l’hashtag per commentare in diretta il programma sulle varie rivelazioni che vengono presentate dagli ospiti. L’hashtag in questione è #storiemaledette.

Questa sera, giovedì 21 gennaio 2016, la quindicesima edizione di Storie Maledette si aprirà con il giallo di Perugia. Il programma condotto, ideato e scritto da Franca Leosini prenderà il via a partire dalle 21.05 sulla terza rete di Casa Rai e ospiterà Rudy Guede che, per la prima volta parlerà in televisione dopo essere stato giudicato colpevole dell’omicidio di Meredith Kercher. Guede si è ‘confidato’ con la Leosini raccontando ciò che ha sempre tenuto dentro di sé raccontando la propria versione dei fatti per potere spiegare come sono andate realmente le cose durante la tragica notte dell’1 novembre del 2007. Durante il corso della prima puntata Rudy Guede risponderà alle molteplici domande della conduttrice: chi ha ucciso Meredith?

Intervistata da Il Fatto Quotidiano Franca Leosini ha spiegato l’essenza del suo programma “Storie Maledette”, in prima serata su Rai 3: “Mi interessa capire, dubitare e raccontare. La natura dei protagonisti, delle vittime e dei colpevoli. E poi l’ambiente in cui il delitto si è svolto perché il delitto è anche un fatto culturale e sociale”, ha detto la giornalista. Inoltre ha rivelato che sono i condannati stessi a cercarla, tramite i loro avvocati, e che lei va a trovarli in carcere “per studiare la psicologia del personaggio”: “Gli incontri in carcere possono durare anche otto ore. Mangiamo insieme. Mi aprono la loro cambusa. Li faccio parlare molto della loro vita, del loro passato”. Infine la Leosini ha detto di porsi davanti a queste persone “senza giudizio né pregiudizio”.

Stasera, giovedì 21 gennaio 2016, parte su Rai 3 in prima serata la 15° edizione di Storie Maledette, il programma condotto da Franca Leosini che si occupa di casi di cronaca e situazioni terribili, mettendo al centro coloro che sono rimasti coinvolti o continuano, pur pagando il prezzo di quanto successo, a sottolineare e ribadire la propria innocenza. In particolare, come si legge sul sito ufficiale, oggi si partirà con un’esclusiva in merito ad una vicenda che ha coinvolto e diviso l’opinione pubblica a livello internazionale: uno dei personaggi chiave della vicenda rivelerà qualcosa in grado di portare alla luce le bugie fino adesso collegate all’indagine in questione. Vediamo dunque nel dettaglio quale sarà il caso del primo appuntamento in onda stasera su Rai 3.

Il primo ospite della conduttrice Franca Leosini a Storie Maledette sarà Rudy Guede, un nome che porterà immediatamente i telespettatori a comprendere quale sarà il caso al centro della serata: l’omicidio di Meredith Kercher. L’appuntamento, in particolare, si intitola “Nero trovato, colpevole trovato” e per la prima volta uno dei principali volti racconterà la sua versione dei fatti di quella tragica notte del 1 novembre 2007. Che cosa è successo davvero in via Pergola, chi c’era e che cosa è stato in grado di vedere? Chi ha ucciso Meredith sta pagando per quello che ha fatto? Questo e molto altro stasera, su Rai 3, a Storie Maledette.