Cielo manderà in onda alle 21.10, dunque fra pochissimo, il film drammatico “The Beliver”, con Ryan Gosling, Billy Zane, Theresa Russell, Summer Phoenix. The Beliver vede protagonista un ragazzo che include, nel suo modo di fare scontroso, tutti i vari concetti di differenza tra le razze. Egli si appresta a parlare con un suo amico, compagno di scuola, al quale spiega che tutti gli scienziati ebrei, come Einstein, non sono degni di essere chiamati tali. Questo non fa altro che irritare il suo interlocutore, il quale invece sostiene che, queste persone, sono dei veri geni i quali meritano assoluto rispetto, cosa che mette in crisi il suo concetto di razza e soprattutto di superiorità rispetto a tutte le altre persone diverse da lui. Vi ricordiamo che il bel film è disponibile in diretta streaming video con il servizio gratuito del portale Sky, nella pagina dedicata a Cielo, cliccando semplicemente qui. Ecco il trailer con le scene in lingua originale.
Scopriamo qualche notizia interessante sulla pellicola in onda oggi su Cielo alle ore 21.10, The Believer. Il film ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival del 2001. The Believer ha anche vinto il Gran Premio al Moscow International Film Festival del 2001. Gli incassi furono scarsi: il film ottenne 416.925 dollari, con un budget di 1.8 milioni di dollari. Il film venne comunque acclamato dalla critica. I doppiatori italiani sono: Massimiliano Manfredi (Danny Balint), Massimo De Ambrosis (Curtis Zampf), Isabella Pasanisi (Lina Moebius) e Barbara De Bortoli (Carla Moebius).
La pellicola in onda stasera su Cielo alle 21.10 è un film del 2001, diretto da Henry Bean. Il film The Believer è liberamente ispirato ad un’opera teatrale omonima dello stesso regista che ha curato anche la sceneggiatura della pellicola, in collaborazione con Mark Jacobson. Nel cast è prevista la partecipazione di Ryan Gosling, protagonista principale, ma anche di Billy Zane, Theresa Russell, Summer Phoenix, Heather Goldenhersh e Sacha Knopf. Il film risponde al genere drammatico, è girato metà a colori e metà in bianco e nero e ha una durata complessiva di circa 102 minuti. La storia è tratta da vicende reali ed è liberamente ispirata alla vita di Daniel Burros, un nativo ebreo che diventa antisemita.
Il film racconta le vicende di Daniel Balint, un convinto neonazista che vive a New York. Le sue giornate sono scandite dalla nullafacenza che riempie trascorrendo il suo tempo insieme alla sua banda di naziskin con la quale progetta di liberare il mondo dal “pericoloso morbo semita”. Per caso si avvicina ad un gruppo di militanti fascisti e fa la conoscenza di Curtis Zampf, il capo di questo gruppo, che resta molto affascinato dai discorsi di Daniel sulla purezza della razza. I due insieme decidono di progettare l’uccisione di Ilior Manzetti, un ebreo di origini bulgare che è il direttore di un’importante banca di investimenti. Prima di realizzare questo progetto, però, Daniel viene coinvolto con la sua banda in una rissa con un gruppo di ragazzi di colore e viene imprigionato. Riesce ad uscire dal carcere il giorno dopo grazie all’aiuto di Carla, un’amica di Curtis, la quale gli procura anche un incontro con un giornalista che è interessato a scrivere un articolo sul movimento neonazista a New York.
La chiacchierata con il giornalista, però, è piuttosto burrascosa perché dopo una prima parte nella quale Daniel ha modo di esprimere liberamente il suo pensiero sul complotto sionista, la purezza della razza e la liberazione del mondo dagli ebrei, il giornalista fa successivamente capire a Daniel di conoscere il suo terribile segreto. Il giovane naziskin, infatti, nasce in realtà da una famiglia di religione ebraica, ha conseguito gli studi presso una scuola ebraica ed è arrivato addirittura a celebrare il bar mitzvah, che è la cerimonia che celebra l’ingresso dei bambini nell’età adulta e la piena scelta della fede ebraica. Daniel è sconvolto e minaccia addirittura di suicidarsi se questa informazione verrà resa pubblica dal giornalista. Turbato da questo incontro, Daniel però si trova presto ad affrontare un nuovo problema: viene infatti condannato, insieme alla sua banda, per l’aggressione a due ristoranti kosher. La pena consiste nel partecipare ad un incontro di sopravvissuti all’Olocausto. Durante questo incontro, Daniel ha modo di ascoltare i racconti di chi è fuggito da quell’orrore e si disgusta pensando alla vigliaccheria di quanti non hanno reagito ma solo subito passivamente.
Un anziano deportato gli spiega, allora, come reagire fosse impossibile: da quel momento Daniel è tormentato da immagini che lo vedono una volta nei panni di una SS e l’altra in quelli di un deportato che subisce le angherie delle SS senza avere il coraggio di una reazione. Deciso a scacciare questi pensieri, Daniel progetta un attentato alla Sinagoga che, però, fallisce. Il ragazzo è sempre più combattuto tra la sua identità neonazista e le riscoperte origini ebraiche. Inoltre, l’incontro con dei suoi vecchi compagni di scuola e l’avvicinamento a Carla, che pure è rimasta affascinata dalla cultura ebraica, lo portano a poco a poco a riscoprire valori che credeva sopiti per sempre. Questa sua trasformazione arriva al suo culmine quando, invitato da Curtis a tenere una conferenza sul problema ebraico, invece di parlare della purezza della razza invita tutti i presenti ad amare gli ebrei e viene cacciato in malo modo dalla moglie di Curtis. Sempre più in crisi di identità, Daniel progetta nuovamente un attentato alla Sinagoga ma questa volta, preso dal rimorso, sale sul pulpito e invita tutti i presenti a scappare poco prima che la bomba scoppi. Daniel è l’unico a restare all’interno dell’edificio e poco prima di morire rivede le scene di lui bambino nella scuola ebraica ma questa volta la sua immagine è sorridente.