La vita è bella, diretto e interpretato da Roberto Benigni è un film girato nel 1997 che descrive in maniera originale e poetica il dramma dell’Olocausto. La visione della pellicola è assolutamente consigliabile per ricordare il 27 gennaio, giorno mondiale della memoria sullo sterminio degli ebrei. Il lungometraggio di Benigni è decisamente diverso dalle altre opere della stessa tematica come ‘Il pianista’ di Polanski o ‘Schlinder’s list’ di Spielberg. Il cineasta toscano, grazie anche alla sceneggiatura scritta da Vincenzo Cerami, narra il crescendo della persecuzione nazista contro gli ebrei attraverso gli occhi innocenti e inconsapevoli di un bambino. ‘La vita è bella’ è consigliabile proprio per questo aspetto che lo distingue dagli altri film che hanno trattato la drammatica vicenda degli ebrei nei campi di sterminio nazisti. Benigni ha trattato con estrema delicatezza (ricordando in qualche modo la poetica di Charlie Chaplin) l’orrore dell’Olocausto come se fosse una favola.
La pellicola diretta da Roberto Benigni narra la vicenda di Guido Orefice (interpretato dallo stesso regista) che dalla campagna toscana si trasferisce ad Arezzo. Qui conosce una giovane maestra elementare (Nicoletta Braschi). Tra i due nasce un travolgente amore che si concretizza con il matrimonio. Guido apre un negozio di libri nella cittadina toscana mentre la moglie continua la sua professione. Dall’unione nasce Giosuè, un bimbo intelligente, sensibile ed estroverso. Intanto la sua situazione internazionale peggiora mese dopo mese sino all’invasione nazista dell’Italia. Guido si accorge che attorno agli ebrei cresce un sentimento di profondo odio e disprezzo e nonostante ciò cerca di non impaurire il figlio e la moglie. Un giorno vengono purtroppo tutti e tre arrestati e deportati in un campo di concentramento. Il padre cerca disperatamente di non far capire al figlio che la situazione è reale e pericolosa. Fa di tutto per far credere a Giosuè che è solo un gioco e un divertimento. Purtroppo Guido non si salvera’ dallo sterminio, mentre il figlio e la mamma si salvano grazie all’arrivo dei soldati americani che liberano il lager nazista.
Il regista e attore Carlo Verdone ha così ricordato il film di Benigni, l’anno scorso parlando con alcuni ragazzi delle scuole di Roma che erano pronti a partire per “Il Viaggio della memoria 2015”: ‘Difesi il film, ma quella di Roberto è una favola riduttiva. Benigni ha avuto un immenso coraggio a raccontare una storia così delicata. Però ogni tanto rifletto su quello che ho vissuto io visitando i campi di concentramento’. Lo stesso regista e autore Roberto Benigni parla così della sua opera: ‘Questo film, che si chiama la vita è bella, mi è venuto fuori, ma con emozione, tanto che mi ha fatto tremare tutte le costole del costato, ma anche a girarlo, è un film che non fa dormire la notte’. Una delle recensioni più importanti e significative per comprendere l’importanza della pellicola fu quella di Morando Morandini, che scrisse su Il Morandini: ‘È il sesto film di Benigni come regista, sicuramente il più difficile, rischioso e migliore; analizzando la pellicola si possono quasi vedere due film in uno, oppure un film in due parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori. La prima spiega e giustifica la seconda, una bella storia d’amore, prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma allo stesso tempo l’una e la continuazione dell’altra’.