Ieri sera, martedì 26 gennaio 2016, Maurizio Crozza ha tenuto come sempre banco a DiMartedì con la sua copertina satirica: attentissimo ai temi più attuali, Crozza ha esordito discutendo a proposito delle Unioni Civili, ironizzando sul nome che è stato utilizzato per indicare i matrimoni gay in Italia, ovvero le formazioni sociali specifiche, e non solo. Anche suocere e parenti sono finite nel suo mirino: Crozza è passato poi ad Angelino Alfano, che non parteciperà personalmente al Family Day, ma non ha risparmiato neanche il Presidente dell’Iran Hassan Rouhani. Clicca qui per vedere il video del suo intervento, disponibile sul sito di La7. Di seguito, invece, il riassunto della puntata e dei dibattiti nella puntata del 26 gennaio del talk show.
DiMartedì, riassunto puntata 26 gennaio 2016 – Luigi Di Maio è stato il primo ospite di Giovanni Floris, ma prima il pubblico ha avuto modo di ascoltare Nando Pagnoncelli che ci ha detto che la maggioranza degli italiani non ha paura dei propri risparmi, che 2 italiani su 3 ritengono che il governo Renzi sia in difficoltà, che il 55% degli italiani pensa che si debba essere tolleranti sulle unioni civili. L’ultimo tema è quello delle riforme istituzionali, sulle quali i cittadini sembrerebbero non aver preso ancora una posizione, tant’è vero che molti dichiarano di non avere intenzione di andare a votare. Eppure Renzi appende la propria motivazione a fare politica proprio sul referendum. Di Maio ha fatto notare che effettivamente queste riforme fatte a immagine e somiglianza non hanno mai giovato ai politici, che poi hanno sempre perso le elezioni. Il primo tema di cui si è discusso è stato quello delle pensioni e Floris ha interrogato subito di Maio in merito all’Europa di Matteo Renzi. Di Maio ha sottolineato come fino ad ora vi siano state solo chiacchiere e come Renzi abbia votato anche trattati che non fanno altro che danneggiare la nostra economia. Intanto i contadini sono disperati. Anche sul campo delle pensioni, tutti dicono che la legge Fornero dovrebbe cambiare. Di Maio afferma che non va bene che ci siano dei pensionati d’oro che ci costano milioni di euro. Allora la soluzione sarebbe secondo lui di mettere un tetto massimo a 5 mila euro per tutti coloro che non hanno effettivamente versato. Nella vicenda delle banche, invece, al governo va rimproverata secondo di Maio la mancanza di sensibilità nei confronti dei cittadini risparmiatori. Secondo la nostra Costituzione lo Stato deve tutelare i risparmiatori e non le banche. L’economista Giuliano Cazzola e il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, Giovanni Toti e Alessandro Sallusti sono stati invitati da Floris a discutere in studio sul tema delle pensioni. Dover ragionare sulle pensioni d’oro, ha detto Toti, è più un problema morale che una questione legata alla sistemazione della spesa pubblica. Alessandro Sallusti ha spiegato che la madre di tutti i casini fatti da questo governo sarebbero proprio le pensioni, accorpando nell’Inps la cassa delle pensioni dei dipendenti pubblici, al fine di far quadrare i conti dello Stato nei confronti dell’Europa. In realtà le cose non stanno così e i cittadini non sanno che in realtà la cassa dei dipendenti privati sarebbe stata tuttora in attivo se non fosse stata accorpata. I giovani di oggi sono costretti a pagare cifre enormi per i contributi a fronte di una pensione che però non avranno mai. Sembra come se non si facessero i giusti passi per risolvere le problematiche anche in base alle esigenze che man mano si pongono con il passare degli anni. Cesare Damiano dice che occorre puntare sulla flessibilità e aiutare le persone ad uscire dal mondo del lavoro, anche perché è evidente che il problema oggi sono coloro che perdono la propria occupazione e poi devono aspettare magari anche cinque o sei anni prima di prendere una pensione. Costoro sono i nuovi poveri. Altra cosa assurda, secondo Damiano, è che siano i settantenni a dover mantenere, restando in fabbrica fino a 70 anni, i loro figli e nipoti che non riescono a trovare un’occupazione. Sallusti ribadisce inoltre che il clima di incertezza sul futuro genera paura e questo porta a un clima di incertezza che frena persino i consumi. Per questo l’incertezza sulle pensioni sarebbe secondo lui un freno alla crescita del Paese. Secondo Giovanni Toti il problema degli esodati è una questione di equità sociale che va risolta. A seguire si è parlato anche della questione delle banche insieme al giornalista Alan Friedman. Cosa possiamo chiedere all’Europa e a quali condizioni? Floris è andato a chiederlo al Presidente della Camera Laura Boldrini, con la quale ha parlato anche delle Unioni Civili e delle difficoltà che potrebbero avere dei bambini che crescono con genitori dello stesso sesso. La Boldrini ha fatto l’esempio del bullismo, del bambino che si vergogna perfino di dire che ama stare a casa a leggere un libero perché poi i compagni lo prendono in giro anche in internet. Questo fa capire che nel bene o nel male ogni ragione può essere presa a pretesto per deridere, soprattutto a scuola. Al Presidente della Camera è stato mostrato anche un video sulla Chinatown di Milano, dove è nata una nuova azienda che produce energia elettrica e che si rivolge soprattutto ai clienti cinesi, che sono attenti e pragmatici soprattutto, perché guardano ai fatti e non alle parole. Il marketing avviene con il passaparola. L’economia è uno dei temi che divide l’Europa, ma l’altro è l’immigrazione. Ad esempio i cinesi abbiamo visto come sono integrati. C’è anche però chi non si è integrato allo stesso modo. Giovanni Floris ha intervistato questa sera anche Gianluigi Nuzzi e insieme a lui ha parlato del petrolio, l’oro nero che muove l’economia e anche gli interessi degli Stati per bene come l’Italia. Si è partiti dalla storia di Enrico Mattei, che fece da cerniera tra i partigiani e l’Italia costituente. Egli prese in mano le sorti degli interessi energetici italiani e la liquidazione dell’Agip. La sua fu una vera rivoluzione nel nostro Paese perché era un uomo del fare, che prima agiva e poi chiedeva l’ok alla politica. Mattei aveva capito il valore dell’energia e voleva che l’Italia la producesse. Floris ha infine intervistato anche Roberto Giachetti, candidato alle primarie del PD come sindaco di Roma, che ha parlato in trasmissione della sua candidatura. L’ultimo a intervenire è stato Paul Ginsborg, che ha parlato dell’Italia, del familismo e del clientelismo che caratterizza da sempre il nostro Paese. Il problema dell’Italia, ha detto Ginsborg, sono le diseguaglianze sociali.