Anche il 2016, come da copione e secondo le previsioni, si è aperto con gli immancabili botti. Ma, a proposito di previsioni (sportive, per la precisione), il botto più fragoroso – almeno per quelli non esattamente di primo pelo – non è ancora scoppiato. Ma siamo lì lì, manca davvero poco. Stiamo parlando del signor Totocalcio. Un tempo la faceva da padrone (delle scommesse sportive), mentre da anni non gode di buona salute: vive sempre più ai margini (delle tabaccherie), sempre più solo e sempre più triste. Pochi vanno a trovarlo, quasi più nessuno si ricorda di lui. Anzi, qualcuno – c’è da scommetterlo – vorrebbe mandarlo definitivamente in pensione, con un sonoro… totocalcio nel sedere, proprio alla vigilia dei suoi 70 anni (è nato nel 1946, sogno e miraggio per gli italiani appena usciti dalla guerra). Ha perso… toto: notorietà, soldi, ammiratori. E pensare che a quei tempi la sua fama e la sua prodigalità nel distribuire ricchi premi agli italiani lo rendevano ricco di attrattiva, pieno di amici che la domenica sera, passate le 17, attendevano i responsi di Paolo Valenti con il suo 90° minuto: “A Roma, per il derby della Lanterna, Bologna batte Fiorentina zero a zero!”.



Battute a parte, il signor Sisal (molti lo chiamavano così per via di un suo antenato non meno famoso e generoso) ha sempre avuto i “numeri giusti” per conquistare l’attenzione di tutti. Attenzione che ha sempre (e giustamente) condiviso con la moglie, la signora Schedina, un tipino esile esile, ma che sapeva il fatto suo: ai giorni nostri, la definiremmo dotata di un inconfondibile, unico e irresistibile “1X2 Factor”! Perciò in quegli anni non c’erano Miss Italia e Miss Universo che reggessero il confronto. Quanti giovanotti si presentavano a frotte nei bar chiedendo di lei. Da settembre a giugno, ogni fine settimana, stessa coda, stessa richiesta. Perché lei, la sciura Schedina, non si negava davvero a nessuno, aumentando, nel corso degli anni, il proprio fascino e il proprio appeal.



Anni meravigliosi, quelli, spensierati e milionari. Eh sì, perché il signor Totocalcio e la signora Schedina erano assai munifici con gli italiani. Non proprio con tutti, con alcuni. Ma tutti, questo sì, avevano la possibilità di divertirsi con i pronostici sulle partite di calcio di Serie A e Serie B: tredici risultati da azzeccare. Tredici… – come dire? – sfidiamo la mala sorte! Tredici come il soprannome della collega gnocca del dottor House; tredici come la Mem (la lettera “M” dell’alfabeto latino, tredicesima lettera dell’alfabeto ebraico, che rappresenta ciò che è stato rivelato e ciò che è ancora nascosto); tredici come il libro “Il tredicesimo apostolo” di Michel Benoît, come il film “Tredici variazioni sul tema” del regista Jill Sprecher, come tredici a tavola… Tredici partite dove decidere se mettere “1” (vittoria della squadra di casa), “X” (un bel pareggio, più o meno equo o combinato) oppure “2” (vittoria della squadra ospite).



Ma i bei tempi sono finiti. Oggi il signor Totocalcio ha perso smalto (e sua moglie non se lo mette più nemmeno sulle unghie). Chi lo ha visto ancora in giro, lo trova incartapecorito, malfermo sulle gambe, ormai incanutito e… pure in bolletta! I suoi detrattori affermano malignamente che, parlando di concorsi, è un vuoto a perdere, un banco in rosso, forse l’unico caso al mondo di montepremi squattrinato. Soppiantato e messo nell’angolo da una coppia di sfacciati, lei una tipa con dose eccessiva di pruderie (tale “Gratta & Vinci”), lui un giovane palestrato, tanta fortuna e poco ragionamento, che è entrato una volta in tabaccheria per pura… combinazione, facendosi chiamare con enfasi Superenalotto.

Anche la signora Schedina mostra oggi tutte le sue rughe: qualcuno le ha pure contate, sono 14 solo sulla fronte. Vorrebbe attirare l’attenzione, come ai bei tempi, quando le bastava sussurrare “Juventus-Avellino: 2” o “Mantova-Inter: 1” o “Milan-Cavese: X” per raccogliere grida di giubilo, baci appassionati, braccia alzate al cielo, che manco il Dino Zoff (o meglio, le sue manone) immortalato da Renato Guttuso sul francobollo celebrativo del Mundial ’82! Oggi prova a gridare “Cittadella-Sudtirol: 1”, “Bournemouth-Middlesborough: X”, “Bassano Virtus-Reggiana: 2”, “Ischia Isola Verde-Cosenza…”. Tutto inutile: una vocina che grida nel deserto.

Così, in questo mesto viale del tramonto, c’è chi vorrebbe – una volta per tutte – toglierli di mezzo, sostituire il sig. Totocalcio e la sig.ra Schedina con succedanei ritenuti più succulenti, tipo il Toltocalcio (concorso a premi in cui occorre indovinare i risultati di tutti gli sport, calcio escluso), il Totocaldo (legato alle previsioni meteo delle città in cui si giocano le partite) o il Totòcalcio (bisogna indovinare la data e il momento esatti in cui cesserà la permanenza di Antonio Conte sulla panchina della nostra Nazionale). Insomma, bisogna pronosticare il giorno e l’ora X. Ma vi pare che un simile “uno-due” possa mettere ko Totocalcio e Schedina?