«Altro che Nanni Moretti o Gad Lerner, e nemmeno Dario Franceschini, io metterei Checco Zalone come ministro della cultura»: dopo Quo vado?, Zalone conquista davvero tutti, anche un’insospettabile come Matteo Salvini, leghista doc e segretario del Carroccio che esalta un meridionale che esibisce la sua “terronità” come marchi di comicità. Salvini ha rilasciato un’intervista a La Zanzara su Radio 24 in cui afferma la possibilità canzonatoria di mettere il buon Zalone come nuovo responsabile della cultura. «Almeno Checco non è uno di quei fenomeni che fanno i girotondi, il popolo viola, il popolo lilla, quelle menate lì: il suo mestiere lo fa bene, in Italia è già tanto e in centri ambienti pseudoculturali se non sei di sinistra non entri. Di lui mi piace che non fa il leccapiedi della sinistra, questo gli rende merito. Il film non l’ho ancora visto, mi dicono ci sia un bambino che si chiama Salvino, e allora riderò il doppio quando lo vedrò, mi piace ridere di me stesso anche quando mi imita Crozza. Se uno è bravo, è bravo, punto».



Ovviamente rispetto alla ciclone Checco Zalone, nel film “Quo vado?” rispetto ai precedenti ci sono molte più comparse e ruoli interessanti che rilevano caratteristi o grandi attori in maniera efficace e che fanno perfettamente da spalla al genio comico del pugliese Luca Medici. La bravura del regista Gennaro Nunziante e dei produttori Zalone e Valsecchi, è stata anche quella di scegliere attori di un certo spessore che non sfigurano affatto, come la perfida dottoressa Sironi, la dirigente inflessibile del Ministero del Lavoro che la missione di tagliare più posti di lavoro possibile. La glaciale sensualità dell’attrice Sonia Bergamasco si scontra con la capacità di adattamento insospettata del Checco “voglio il posto fisso” e le comiche partiranno proprio da qui. Intervistata da Repubblica, la grande attrice che ha lavorato con Strehler e Bertolucci, si spiega così il grande successo e clamore di Quo vado?: «Facciamo numeri stupefacenti, Zalone ha intercettato il tema giusto nel momento giusto, ha avuto una grande sensibilità e ha colto il momento. Molte persone che lo hanno visto mi hanno raccontato di essersi rispecchiati nel personaggio di Checco, nel suo essere e non essere. È un film politico che ci riguarda come comunità, non si schiera né a destra né a sinistra, ma si mette dalla parte dell’uomo comune». Sembra un critico cinematografico, e invece è “solo” un’attrice.



Che sia il personaggio del momento è poco ma sicuro, Checco Zalone però con il suo ultimo film Quo vado? ha riesumato anche Adriano Celentano che era un po’ nel dimenticatoio ultimamente ma con la canzone ormai popolarissima anche sulle radio “La prima repubblica” Checco ha voluto ringraziare il suo mito di sempre, proprio il Molleggiato, con una hit ispirata ad “Un albero di trenta piani”. In una intervista uscita da poco su Oggi, lo stesso comico pugliese protagonista assoluto al cinema e nel panorama dello spettacolo odierno, l’ammissione di una bella gaffe per il buon Checco. «Mi ha chiamato al telefono per farmi i complimenti Adriano ma pensavo fosse un mio amico che mi faceva uno scherzo e l’ho mandato a… insomma poi quando mi sono reso conto che era davvero lui, una figura di… avete capito ecco. E poi proprio col mio mito di sempre, da ragazzino cantavo le sue canzoni davanti allo specchio e provavo le sue mosse. Lo amo», una vera e propria dichiarazione di stima e affetto per Celentano che nei giorni scorsi si è speso molto a favore del suo fan pugliese, con un articolo sul Corriere che ne celebrava le doti, sia per il film che per il personaggio.



È uno delle comparsate più divertenti del nuovo film di Checco Zalone e Gennaro Nunziante, “Quo vado?”, che al cinema sta stracciando record su record, ed è uno storico attore comico e anche drammatico amato da molti: è Lino Banfi che dalle colonne de Il Fatto Quotidiano in una intervista tesse le lodi del buon Checco. «La sua forza è la sua fisionomia, è giovane ma rappresenta anche la mezza età, ha una comicità modernissima ma sa giocare sul filone classico. È normalissimo ma anche coltissimo, insomma incarna in un corpo solo tre epoche diverse di comicità: è postmoderno, ha tempi di battuta musicali, non gli sfugge mezzo dettaglio», un vero portento insomma per il grande pugliese, l’alto, Lino Banfi. Il mitico nonno Libero della tv, poi vuole anche sfatare il mito che in questo successo ci sia solo Checco: Nunziante almeno va sempre ricordato, loro stessi parlano sempre al plurale per quo vado? e per tutti gli altri film, insomma una vera coppia di successo. «Non ci sarebbe Zalone al cinema senza Nunziante, uno è un 14 carati e l’altro un 18, insieme formano oro ancora più prezioso, sono due persone colte e mirabili, si completano e si capiscono con uno sguardo e poi sono meticolosissimi». Detto da uno che ci ha lavorato assieme, è un indizio interessante su questo clamoroso successo.

Siamo arrivati a quasi 27 milioni di euro incassati per il nuovo film di Checco Zalone, Quo vado?, da Capodanno fino ad oggi escluso, con questo giorno di Epifania che vedrà sicuramente un’impennata per della tradizione in sala per l’ultimo giorno di festa. Stupisce davvero tutti questo grane successo del comico pugliese che al suo quarto film rischia di stravolgere tutti i recedo del cinema in Italia, anzi lo ha già fatto nei primi giorni di uscita nelle sale: interessante è anche il dibattito che si sta creando tra gli addetti ai lavori e i colleghi del mondo del cinema. Parla su Repubblica Enrico Vanzina, un grande esperto dei film di Natale, passati alla storia come i cosiddetti Cinepanettoni: Natale a… e completate voi vari posti del mondo con i mitici di Cristian De Sica e Massimo Boldi e vari comprimari. Insomma, ecco le sue parole sui colleghi Zalone-Nunziante: «I film di Natale, quest’anno, non erano il massimo, la gente si è tenuta i soldi per andare a vedere Zalone. Poi chi ha talento ha anche c…, la pioggia, dopo giorni senza nemmeno una goccia d’acqua, è arrivata proprio la notte dell’uscita del film. Checco è il re degli ignoranti, il suo personaggio è grande. Anche lui, come Totò, viene chiamato col suo nome d’ arte». Insomma, un successo plebiscitario.

Milioni di incassi e anche di presenze, un periodo d’oro iniziato solo 4 giorni fa per Checco Zalone e il suo ultimo Quo vado?, con una carrellata dei suoi film che volta dopo volta ha visto triplicare i risultati già eccellenti precedenti. Ma questo incredibile successo da record tutti stracciati in questa prima mezza settimana (!) farà bene al cinema italiano in generale? Molti intellettuali e addetti ai lavori nel mondo cinematografico si interrogano su tale quesitone con il rischio fortissimo di trovare gli opposti schieramenti che si “danno” contro per confermare la loro idea. Interessante è invece  la posizione di Francesco Bruni, sceneggiatore principe di Paolo Virzì e anche regista emergenti di Scialla nel 2011: non accetta l’idea che consacrare questo successo di Checco Zalone voglia dire per forza prenderlo ad esempio. «Mi dà fastidio che il suo successo venga brandito per prendersela con i radical chic della situazione: cosa vorrebbe dire questo, che tutti gli altri registi sono sfigati e fanno solo film pallosi?». Ne ha per tutti e sentite come finisce lo stesso Bruni su Repubblica: «Dovremmo essere contenti se solo un 5% degli spettatori di Zalone entrerà di nuovo nelle sale dopo questo periodo». Riesce dunque a non stare né sul carro vincente di Checco né in quello di opposizione per partito preso: l’importante è che anche lui non lo abbia fatto per “ritagliarsi” un posto nel grande dibattito. Viva la libertà!

Che il ragazzo abbia del talento lo si è visto fin dai mondiali 2006, quando Checco Zalone inventò l’inno alternativo con “Una squadra fortissimi”: ora con Quo vado?, l’ultimo film che sta sbancando i cinema da soli 4 giorni e che ha investito l’intera opinion pubblica e i social che quasi sembra sia nelle sale da mesi, il successo è planetario. Una comicità che coglie nel segno, che non piace a tutti ma che tutti vedono anche per aver argomenti da opporre, ma in questo modo Checco e Gennario Nunziante, il regista geniale, hanno già vinto. Il comico pugliese rimane però abbastanza cauto e molto teso per quanto sta avvenendo, con i risultati che non vuole dare per scontato in nessuna intervista rilasciata (e sono tante!). Nel frattempo, spunta un video in cui ai colleghi di Repubblica risponde in modo scanzonato citando proprio la parola mondiali, ma questa volta non per riesumare la sua antica canzona (di una genialità spaventosa, che riusciva a mettere insieme tutto il tifo italianissimo e la critica alle malefatte degli affari di Calciopoli) ma per far capire al pubblico che Checco non vuole strafare e con tutta l’ansia caricata la prossima volta che si riaffaccerà potrebbe anche essere tra quattro anni, esattamente come i campionati del mondo. «Io quando torno? Sono come i mondiali, mi rivedrete tra 4 anni!!» esclama il buon comico imbarazzato. Clicca qui per il video.

Grande Checco Zalone, il suo successo più importante con Quo vado? nei cinema è aver riportato in auge il tema proprio del cinema: oggi si parla tutti di Checco Zalone, ma di fatto si parla di cinema, di confronti, paragoni, incassi e botteghini per questo nuovo film italiano e per la concorrenza con gli altri.

In tanti, proprio nel mondo del cinema, si stanno interrogando su questo particolare fenomeno di inizio 2016 che sta ribaltando tutte le logiche precedenti: 25 milioni in quattro giorni, dove si arriverà? Chiamato in causa dalla Stampa è Giacomino Poretti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo che stanno per compiere 25 anni di carriera insieme: domani sera tornerà in tv Tre uomini e una gamba, e intanto il più piccolo dei tre commenta a suo modo il successo del collega Checco.

«Periodicamente i fenomeni si ripetono ed è inutile andare a cercare il pelo nell’uovo, Siamo stati parte in causa e lo sappiamo bene. Succede che crei un effetto massa, la gente è contenta di condividere la stessa esperienza e ci sono periodi storici che si accompagnano a questo tipo di eventi», afferma il grande e piccolo Giacomo. Per lui la comicità e i film di Zalone sono anche una ricerca di satira, che però non corrisponde al metodo del trio milanese: «siamo lontanissimi, noi siamo surreali!». 

Se poi arriva l’imprimatur del regista impegnato Gabriele Muccino, allora per Checco Zalone il centro con Quo vado? è stato proprio raggiunto: sta piacendo a tanti, non a tutti ma almeno a molti il nuovo film nei cinema sta davvero entusiasmando con relativo grande carrozzone dei media che prova ad analizzare il complesso (o forse no) fenomeno zaloniano. Con il grande ritorno su Facebook di Muccino dopo l’affair Pasolini – la stroncatura del regista italiano al grande Pier Paolo che gli valse una sagomata di insulti da parte della rete – che incorona il nuovo film di Chezzo, analizzando anche la questione “moralisti”, sentite: «Sento già ingrossarsi il consueto coro di coloro che si ritengono oltraggiati, increduli o basiti dal fatto che il Quo vado? raggiunga record mai superati da nessuno nella storia del cinema italiano. Beh, mettetevi l’anima in pace perché da come il film è partito è fortemente plausibile che supererà il record del precedente. Ma non stracciatevi le vesti». Una grande dimostrazione di stima per il collega regista/attore Checco assieme al grande Gennaro Nunziante a cui riconosciuto almeno metà dell’opera. L’attacco arriva, come nel caso del’affair Pasolini, contro quella schiera di critici pervenisti e un po’ snob (cui però ne ha usufruito negli scorsi anni, va ammesso). Non va mai sottovalutato né accantonato chi dà la colpa agli spettatori che non capiscono niente perché vedono un film non giudicato “culturalmente” all’altezza, afferma ancora Muccino con una grande “sviolinata” per Checco. Zalonemania, sempre più.

Successo? A quanto pare sì… Checco Zalone sta invertendo le regole dei primi giorni al cinema, con il suo Quo vado? che ha polverizzato i record di tutti i tempi per il cinema italiano e non nelle nostre sale con 23 milioni di euro incassati dopo solo tre giorni e con le feste di Natale che continueranno almeno fino a domani che è l’Epifania che porterà altre vagonate di persone nei botteghini di tutta Italia, con l’incasso e le presenze che saliranno inevitabilmente. A guarda solo il primo giorno, sbriciolati i record di Harry Potter e i doni della morte – parte II che ha fatto 3,2 milioni, Spiderman con 2,8 e l’ultimo Star Wars che ha fatto 1,8 milioni di euro. Ecco, Checco Zalone ne ha incassati 7 milioni scarsi, con più di 930 mila presenze in sala che fanno gridare al record. Ha battuto anche se stesso visto che lo scorso film, Sole a catinelle, aveva totalizzato 2 milioni di euro di incasso, insomma nulla di paragonabile con quanto accaduto in questi giorni pazzeschi. E la previsione finale? Beh, qui già più difficile perché dipenderà da molti fattori, ma intanto con 23 milioni fatti in tre giorni, il record personale con Sole a catinelle fissato a 52 milioni è già tremante, essendo Quo vado? già a metà dell’opera dopo mezza settimana. Il vero obiettivo – forse solo per noi commentatori, a Checco Zalone, Gennaro Nunziante e compagnia interessa che il film sia visto e faccia ridere, e per questo hanno già vinto – è battere il record dei record segnato in Italia da Avatar di James Cameron che nel 2009 fece complessivamente 67, 7 milioni di euro di incasso. Difficile? Per Chezzo, forse, no.