Attesissimo il film che oggi esce nei cinema italiani, “Lettere da Berlino” con un cast di grande spessore per cercare di raccontare l’orrore del periodo nazista nella capitale tedesca, con una storia ispirata a fatti reali, sulla falsa riga delle vicende anche della Rosa Bianca. Il canovaccio principale è quello raccontato dal libro di Hans Fallada, “Ognuno muore solo”, da cui il regista Vincent Perez, acclamato alla 66esima edizione della Berlinale, ha tratto la storia per questo piccolo gioiello “Lettere da Berlino”. Uno spunto interessante, vi basterà magari sapere per andare a vederlo, viene dato da un parallelo con la letteratura: un gigante come Primo Levi, straordinario autore (e prigioniero nei campi nazisti) di “Se questo è un uomo”, definì questo libro come un vero capolavoro. «Il più grande libro mai scritto sulla resistenza tedesca al nazismo». Il film ha convinto i critici e ora passa “la mano” al critico più ostile di tutti: il pubblico.



Il 13 ottobre 2016 potremmo andare a guardare al cinema con Videa il nuovo film di Vincent Perez, Lettere da Berlino. Quest’ultimo è tratto da un libro di Hans Fallada intitolato Ognuno muore da solo. Il genere cui esso appartiene è quello drammatico e vi troviamo Emma Thompson nel ruolo di Anna Quangel, Daniel Brühl nei panni di Escherich e Brendan Gleeson che interpreta, invece, Otto Quangel. Con la partecipazione, inoltre, di Michael Persbrandt e Louis Hoffman. 



Il film è ambientato nel 1940, gli anni del totalitarismo, dei soprusi, delle ingiustizie, della discriminazione razziale, di Hitler e della dominazione nazista. Anna e Otto Quangel, marito e moglie, sono dei semplici operai. Per tutto il corso della storia i due cercheranno di non attirare troppo l’attenzione dei nazisti. I due hanno un figlio che, purtroppo, viene ucciso al fronte mentre combatteva il nemico. Da quel momento in poi nulla è più lo stesso. Anna ed Otto, infatti, si sentono investiti da un grande spirito di ribellione e rivolta. Iniziano, pertanto, la propria azione di resistenza nei confronti dei nazisti. Da un giorno all’altro la città è piena di cartoline che fanno cattiva pubblicità al partito ed agli ideali nazisti. Il rischio di essere scoperti è più che concreto e sempre in agguato. Questa crociata contro il nazismo viene subito notata dall’ispettore della Gestapo Esherich, il quale comincia a setacciare tutta la città con lo scopo di trovare il colpevole e giustiziarlo. La coppia è decisa e determinata e riesce, con il solo linguaggio scritto e la carta, a lanciare un guanto di sfida al regime del dittatore più crudele della storia. 



Il film è basato su di una storia vera e tratto da un libro, molto famoso soprattutto in Germania, che lo stesso Primo Levi definisce “uno dei più bei libri mai scritti sulla resistenza ai nazisti“. Questo film può essere considerato il simbolo della speranza che non si perde mai, neanche nelle situazioni più angoscianti. Si tratta di quello spirito che ci consente di provare a cambiare o solo influenzare determinate situazioni. Quello spirito che ci permette di sentirci vivi, di aggrapparci ad una forza che forse non sapevamo di avere. “Lettere da Berlino” è stato presentato inoltre, lo scorso febbraio, alla 66esima edizione della Berlinale.