Le ultime notizie che arrivano dall’Iraq raccontano di una battaglia di sangue contro l’Isis cominciata ieri e che avrà una fine non meglio precisata nei prossimi mesi: l’offensiva di Mosul, cominciata dall’esercito ufficiale iracheno, assieme ai peshmerga curdi e alla supervisione Usa, vede già i primi avanzamenti delle truppe anti-Isis. Secondo gli Stati Uniti però ci vuole grande cautela e i facili entusiasmi della più grande operazione di guerra da quanto gli Usa hanno lasciato il paese post-uccisione di Saddam Hussein devono essere raffreddati. Il Califfato è duro a morire e le rappresaglie saranno moltissime, ma un cauto ottimismo è presente almeno nel premier iracheno Al Abadi: «Inizia nuova fase, entro fine anno via Isis dall’Iraq». Secondo Washington però bisogna avere molta più cautela e alle agenzie internazionali hanno riferito di come «Operazione potrebbe durare settimane, forse di più», tramite il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida Usa che combatte contro il gruppo jihadista.



Le autorità irachene si stanno preparando per reprimere la minaccia ISIS nel nord del Paese, all’interno della città di Mosul. Si tratta dell’ultima città irachena sotto il controllo dei terroristi, un passo in più verso la liberazione del popolo. L’operazione è fra le più importanti ed anche per questo, gli aerei hanno sorvolato il cielo di Mosul nella mattinata di ieri, distribuendo migliaia di volantini per i residenti, con all’interno istruzioni di vario tipo in merito alla sicurezza. Non si sa in quale data, per ovvi motivi, verrà perpetrato l’attacco, ma stando alle dichiarazioni del Primo Ministro dell’Iraq, Haider al-Abadi, “avverrà presto”. Mosul viene considerata una sorta di capitale dello Stato Islamico e proprio per questo il raid non potrebbe essere più complesso. Come riporta Al Jazeera, sono diverse le forze che entreranno in gioco nell’attacco: da una parte le autorità irachene, dall’altra l’esercito di Baghdad, ma anche le unità antiterrorismo del Paese e gli alleati curdi. Senza considerare le milizie sciite iraniane, fortemente osteggiate dalla popolazione di Mosul che è in prevalenza sunnita. Si teme infatti che la loro collaborazione potrebbe provocare ulteriori disordini, anche se il governo iracheno per ora si sta distribuendo lungo il perimetro cittadino e non si stanno spingendo verso l’interno. Difficile dire quale sarà l’esito di questa nuova battaglia, anche se la speranza è che l’ISIS decida di ritirarsi. 

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