Tanti auguri Winnie the Pooh! L’orsetto color senape ha da poco compiuto 90 anni. E per festeggiare l’evento ha organizzato un mega ricevimento nel suo ranch, recentemente acquistato e subito denominato Bosco dei Cento Acari. Cento acari per ogni albero, s’intende. Così da limitare, grazie al minuscolo animaletto portatore di allergie a noi esseri umani, almeno una parte dei suoi milioni di fans. Nulla a che vedere con il celeberrimo Bosco dei Cento Acri, il classico luogo dove si svolgono le sue avventure. Il party ha visto la partecipazione dei suoi amici più cari (Ih-Oh l’asinello, Pimpi il maialino, Tigro la tigre saltellante, la mamma-canguro Kanga e il suo piccolo Ro, il coniglio Tappo, il gufo Uffa e il castoro De Castor) e non solo. Pochi e selezionati gli invitati, primo fra tutti il presidente russo Vladimir Putin, che ancora oggi – tra un’esercitazione militare ai confini dell’Europa e una sbirciatina alle mail private di Hillary Clinton – si diletta a visionare gli amatissimi cartoni di Winnie nel classico formato Vhs (quello degli ormai obsoleti videoregistratori, per intenderci).
In realtà, Winnie the Pooh ha pensato al ricevimento anche per fare un po’ di promozione a se stesso, convinto com’è di potersi aggiudicare, l’anno prossimo, il Nobel per la Letteratura. “Se oggi lo hanno assegnato a Bob Dylan, un cantautore – ha confidato -, nel 2017 lo vincerò io. I giudici svedesi non possono più ignorare le mie citazioni letterarie. Frasi del calibro: “È più divertente parlare con qualcuno che non usa lunghe parole difficili, ma piuttosto brevi parole semplici come: Che ne dici di pranzare?”; oppure “Quando ti svegli al mattino, Pooh – disse Pimpi alla fine – cos’è la prima cosa che dici a te stesso? ‘Cosa c’è per colazione?’ – rispose Winnie”; o ancora: “Un giorno senza un amico è come un barattolo rimasto senza una singola goccia di miele”.
Nel corso della festa, tra un brindisi di nettare e un altro di ambrosia, Winnie the Pooh si è lasciato andare ai ricordi, svelando così lati inediti della propria personalità. Conosciuto da tutti i bambini del mondo per la sua bonomia e golosaggine, nell’intimità Winnie palesa un carattere molto contorto. Già nel 2000 era trapelato uno studio della Canadian Medical Association che aveva rivelato la complessità delle dinamiche, al limite del patologico, dell’allegra combriccola. L’orsetto, affetto da bulimia, soffrirebbe di una totale mancanza di autostima, mentre lo scalmanato Tigro sarebbe un felino iperattivo e con deficit cognitivo e di attenzione; Kanga, una madre single con gravi disturbi della personalità, sarebbe ossessionata dal controllo sul suo piccolo Ro; al maialino Pimpi sarebbero stati diagnosticati disturbi ossessivo-compulsivi. Addirittura una ricerca, a suo tempo secretata, della Guardia Nazionale Forestale della Marvel Comics (condotta antecedentemente alla fusione con la Disney) avrebbe evidenziato come nel sottobosco del Bosco dei Cento Acri siano stati nascosti documenti assai compromettenti: per esempio, corsi intensivi di yoga condotti dall’orso Yoghi su Winnie Pooh al fine di disintossicarlo dalla sua smodata attrazione per lo yogurt al miele.
Del resto, la storia di Winnie non è tutta latte (poco) e miele (tanto). Figlio illegittimo della soubrette Winnie Minoprio (attrice e showgirl britannica naturalizzata italiana, diventata famosa grazie ad alcuni varietà trasmessi dalla Rai negli anni ‘60 e ‘70), il simpatico (simpatico?) orsetto è stato adottato in tenera età da ben quattro padri (Roby, Dodi, Red e Riccardo, che gli hanno dato il cognome The Pooh), in un’epoca dove le famiglie allargate erano ben al di là dall’essere prese in considerazione. La precoce e assai mielosa amicizia che l’ha legato fin da subito con l’allora piccolo Christopher Robin portò quest’ultimo a soffrire di diabete già nella tarda adolescenza; troncato bruscamente il sodalizio umano e artistico con Winnie, il povero Robin tentò altre strade, ritrovando una certa notorietà, seppur effimera, interpretando se stesso nella saga di Christopher Batman, evidente parodia dell’Uomo Pipistrello.
E gli altri amici di Winnie? L’asinello Ih-Oh non è mai riuscito a finire gli studi: ancora oggi, a quasi 89 anni, frequenta la quarta elementare e spera di conseguire la licenza prima del 2030; nonostante i problemi di cui sopra, Tigro ha riscosso maggior fortuna: la sua intraprendenza unita a un certo senso degli affari gli hanno permesso di aprire nel Nord Italia la catena di supermercati denominati Tigros (come fantasia non siamo certo dalle parti di Walt Disney…); il maialino Pimpi, sottopostosi a una cura dimagrante feroce e dopo essersi fatto crescere due trecce lunghe così, ha cercato fortuna in Svezia, convinto com’era di poter essere scritturato come protagonista nel remake di una famosa serie di successo degli anni ‘70: Pimpi Calzelunghe.E il canguro Ro? Scampato alle grinfie della madre, che gli ha trasmesso l’ossessione di accorciare tutti i nomi, si aggira ancora dalle parti dei Cento Acri in compagnia di Uga la tartaruga, Nte l’elefante, Nco l’ornitorinco e Ano il gabbiano. I quali non sopportano di farsi chiamare con codesti nomignoli cretini…
A 90 anni Winnie non ha comunque alcuna intenzione di ritirarsi, anzi! Alla domanda: “Coltivi ancora un sogno nel cassetto?” ha risposto: “Vorrei recitare a fianco dell’orso Ted, quello dell’omonimo e sboccatissimo film, per sparare a raffica un sacco di parolacce a quel satanasso e maledetto tanghero di Christopher Robin!”. Hai già in mente un titolo? “Certo: Ted Willer e Winnie the Carson: due contro Cento Acri”.