Il film intitolato La Teoria del Tutto, dove Stephen Hawking è stato impersonificato dall’attore Eddie Redmayne (premiato con un Oscar per la sua interpretazione), racconta di certo la sua storia della persona in ogni sfumatura, ma allo stesso tempo mette in luce temi che riguardano tutti: dalla questione religiosa (Hawking era ateo, ma la sua prima moglie era credente), alla malattia, fino a toccare le leggi della fisica con cui conviviamo più o meno incoscientemente ogni giorno. La pellicola verrà trasmessa oggi, martedì 25 ottobre 2016, in prima tv sul piccolo schermo di Canale 5. Stephen Hawking non ha di certo avuto una carriera scolastica di alto livello come quella che ci sarebbe aspettati da uno fisico teorico con l’ambizione di elaborare teorie rivoluzionarie in grado di cambiare la scienza per come era conosciuta al tempo e di modificare la nostra prospettiva sull’universo. Non riuscì a leggere fino a otto anni e non brillò nei primi anni di studio. Tuttavia grazie anche ad un suo insegnante, Dikran Tahta, trovò l’ispirazione e diventò successivamente professore di matematica a Cambridge. Solo pochi anni prima di diventare professore conobbe Jane Wilde, un’amica della sorella, con cui si sposò nel 1965 ed ebbe negli anni successivi tre figli. Stephen Hawking incontrò la sua futura sposa ad un party dove vi erano amici comuni. Jane studiava allora lingue ed era profondamente cristiana, la sua fede le diede la forza di affrontare e supportare la malattia del marito, malgrado lui stesso, ironia della sorte, fosse ateo.
“Il matrimonio mi diede qualcosa per cui vivere” ammise anni dopo Stephen Hawking che sin dal primo anno di studi all’università si ritrovò ad affrontare quindi una malattia invalidante. A causa di una serie di cadute e della crescente difficoltà di usare le mani infatti si sottopose ad esami medici che gli diagnosticavano una malattia degenerativa dei motoneuroni. Secondo la diagnosi dei dottori Stephen Hawking aveva contratto la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e pertanto gli rimanevano pochi anni di vita, ma Stephen smentisce le previsioni nefaste della medicina e sopravvive. Inoltre ci vorranno più anni del previsto prima che perda l’utilizzo della parola e il completo controllo del corpo. Tuttavia non è semplice convivere con questa malattia che debilita da subito la mente e rende difficile ogni movimento. Si troverà con lo scorrere del tempo a doversi muovere grazie ad una sedia a rotelle. Successivamente diversi strumenti tecnologici lo aiuteranno a parlare (la sua voce viene riprodotta per via digitale) per arrivare a scrivere un saggio divulgativo di grande successo internazionale intitolato “Dal Bing Bang ai buchi neri. Una breve storia del tempo”, pubblicato nel 1988. Stephen Hawking in questo libro vuole far comprendere ad un più ampio numero di persone possibile la moderna teoria cosmologica introducendo allo stesso tempo il lettore alle basilari nozioni della fisica. Ancora una volta e contro ogni previsione riesce nella sua sfida. Infatti la vita di Stephen Hawking è costellata di sfide davvero dure ed è improntata allo stesso tempo alla scoperta di una teoria unificante che spieghi il concetto di tempo e in più in generale la formazione dell’universo così come oggi lo conosciamo. La teoria del tutto. La figura di Hawking è stata paragonata da molti ad un’altra icona della scienza quale quella di Einstein ed entrambi infatti sono entrati a far parte della storia, ma anche della cultura pop attraverso fumetti, cartoni animati e film.