Action, scazzottate e un pizzico di sentimento: Tom Cruise torna a vestire i panni dell’eroe solitario in Jack Reacher – Punto di non ritorno. La storia, tratta dal diciottesimo romanzo di Lee Child, rivede protagonista l’ex maggiore dell’esercito, stavolta in soccorso della bella comandante della sua vecchia direzione investigativa. Susan Turner (Cobie Smulders), con cui Jack aveva iniziato un flirt telefonico, è accusata di spionaggio e tradimento. I due si sottraggono alla legge, su iniziativa dello stesso Jack, cercando risposte in un vespaio di corruzione e poteri forti.
A complicare la già difficile situazione compare una ragazza sconosciuta che potrebbe essere figlia di Reacher: duro colpo per un personaggio solitario, abituato a viaggiare tra autostop e motel. La coppia fuggitiva diventa dunque un trio, una sorta di famiglia inusuale braccata sia dai “buoni” che dai “cattivi”.
Il film scorre agevole tra mille peripezie e insidie, tra la lotta simbolica degli incorruttibili contro i corrotti, ma perde smalto nello svelarsi della storia che sembra scontata fin dall’inizio. Va forse troppo veloce, senza soffermarsi sui dettagli, senza particolari colpi di scena. Assomiglia a una corsa di cui si vede già il traguardo. Le capacità investigative che avevano entusiasmato nel primo film sembrano sparire per lasciare spazio alla figura dell’eroe onnipotente in un continuo di scene di lotta, a tratti spettacolari, a tratti inverosimili.
Tom Cruise riesce lo stesso a reggere l’impalcatura e, salvando un po’ la situazione, si rivela essere l’attore fenomenale di sempre. Affiancato da Cobie Smulders si presta a una sottile vena ironica alla faccenda. L’elemento nuovo è qualcosa che sembra riflettere l’amore di un padre, seppur solo abbozzato, completamente lontano dal tipo di personaggio e non propriamente inerente alla “missione” in sé.
Lo svolgimento è tutt’altro che noioso, sia chiaro, ma forse spreca le sue enormi potenzialità. Si lascia andare a un racconto che sa un po’ di “già visto” e forse disattenderà le aspettative dei fan che si erano entusiasmati all’esordio di un personaggio originale e fuori dagli schemi. Il film non è sgradevole per nulla, ma forse troppo banale, intrattiene per i suoi quasi 120 minuti, ma nulla di più. Peccato.