Questa sera a Italia ci sarà anche Alex Zanardi, bolognese classe 1966 e una personalità sportiva di grande spicco, un vero eroe per molti tifosi e appassionati sportivi. Michele Santoro lo ha chiamato per presenziare alla prima puntata del suo nuovo programma su Rai 2, dal titolo altamente evocativo per uno dei simboli sportivi del nostro Paese. Un talentuoso ex-pilota di successo, oggi atleta paralimpico della nazionale italiana (a Rio 2016 sono arrivate altri due medaglie a 45 anni, una d’oro e una di argento) riconosciuto in tutto il mondo. Sin da giovane segue le orme del padre, Dino Zanardi, un umile idraulico dilettante pilota, appassionandosi subito alla velocità e ai motori. Esordisce per la prima volta in una competizione a bordo di un kart e in pochissimo tempo diventa per ben tre volte consecutive campione italiano. Non tarda ad arrivare il titolo europeo ed è in questo momento che la sua carriera inizia una scalata al successo. Instancabile professionista, umile e lavoratore, parte dal basso ed entra nella disciplina F3, una sorta di trampolino di lancio con campionati nazionali e intercontinentali per i piloti della monoposto che vogliono raggiungere il mondo del professionismo. Nella formula 3 non delude, anzi, viene notato dal grande Eddie Jordan famoso talent scout del settore che decide di sponsorizzarlo e offrirgli un posto da protagonista come pilota in Formula 1. Sono gli anni ’90 e il successo tanto desiderato nella massima categoria però non arriva.

Zanardi cambia diversi team, dalla Lamborghini alla Lotus ed è proprio con quest’ultima che decide dopo un bruttissimo incidente, senza gravi conseguenze, di abbandonare il professionismo. Riceve numerose proposte tra cui quella di una leggenda americana del mondo dei motori, Chip Ganassi. Si ambienta velocemente e in poco tempo diventa Rookie of the years, un vero osso duro da battere per tutti i piloti statunitensi. Nonostante l’incredibile successo oltreoceano per Alex la Formula 1 è il luogo ideale dove un pilota deve mostrare di valere, e lui desidera riscattarsi. Così accetta la proposta del team inglese Williams per partecipare al campionato mondiale nel 1999. Non sono anni facili, l’intesa con nuovi motori e nuovi tecnici sembra non arrivare mai e per questo continua a collezionare ritiri e multe raggiungendo risultati molto deludenti. Termina l’ultima stagione con zero punti ed esce nuovamente sconfitto dalla F1. Decide di isolarsi, riflettere e allontanarsi per un po’ dal mondo dei motori trascorrendo le giornate nella sua casa a Montecarlo in compagnia dell’amata moglie Daniela e il piccolo Niccolò. Dopo questa breve pausa torna rigenerato e pronto a combattere nuovamente ritrovando il suo primo amore, i kart. Nel 2001 viene ingaggiato dal team Honda che lo rivuole in America. Il campionato parte tra alti e bassi, Alex si dice pronto per affrontare la tappa europea a Lausitzring ma è proprio qui che viene coinvolto in un gravissimo incidente. Perde il controllo dell’autovettura e dopo un pericolosissimo testacoda si ferma per un attimo in pista per poi essere travolto dal pilota Alex Tagliani che lo spezza letteralmente in due. Tutto il mondo dei motori trattiene il respiro e fa il tifo per Zanardi che viene portato in elicottero nell’ospedale di Berlino in coma farmacologico. Quel maledetto incidente gli provoca l’amputazione di entrambi gli arti inferiori ormai compromessi dal violentissimo impatto.

Dopo sei settimane lascia l’ospedale indossando delle protesi. Forte, determinato e soprattutto sempre sorridente Alex non molla e decide di continuare a vivere la sua vita legata allo sport. Nel 2003 con la collaborazione del giornalista Gianluca Gasparini scrive e racconta la sua vita ripercorrendo il passato ma soprattutto raccontanto la tenacia che ha avuto durante l’incredibile recupero dopo il brutale incidente. Pubblica il libro “…Però Zanardi da Castelmaggiore” che riscuote un successo notevole. L’estrema voglia di vivere lo porta ad avvicinarsi ancora allo sport. Questa volta tocca alle tre ruote, precisamente all’handbike. Nel 2012 diventa un vero eroe, partecipa alle Paralimpiadi di Londra e vince la medaglia d’oro, il sogno di ogni atleta. Per la prima volta in tutta la sua vita sale sul gradino più alto del podio. Ha vinto e non solo per una medaglia, ha vinto contro tutto e tutti. Instancabile solo due anni dopo decide di mettersi nuovamente alla prova con un’esperienza davvero incredibile. Alle Hawaai nel 2014 partecipa alla competizione di triathlon più importante al mondo che incorona gli Ironman. Dovrà nuotare per ben 3,8 km e correre con la sua handbike per 42 km. Anche in questo caso non delude, è lui il vincitore, porta a termine il percorso in meno di 10 ore e viene acclamato dalla folla. Punto di riferimento della nazionale italiana paralimpica è presente anche a Rio de Janerio. Nella categoria H5 prova a cronometro è imbattibile e conquista nuovamente la medaglia d’oro. Sorride sul podio, nei suoi occhi il sacrificio e l’amore per una vita non facile, ricca di ostacoli e prove difficili. Oggi Zanardi è un modello, un personaggio a cui si guarda con ammirazione, un atleta che avrà sempre tantissimi fans a supportarlo e che sono pronti a ringraziarlo per la splendida lezione di vita che ha regalato.