Questa sera, domenica 9 ottobre 2016, il giornalista Paolo Mieli sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa per presentare il suo nuovo libro “In guerra con il passato”. Meneghino, nato il 25 febbraio del 1949, è una delle figure di spicco del giornalismo e della saggistica di tipo politico e storico. Nel corso della sua parabola professionale ha ricoperto l’incarico di direttore de “La Stampa” (a inizio anni ’90 per un biennio) e del “Corriere della Sera” in due periodi distinti: dal 1992 al 1997 e poi per un altro quinquennio, dal 2004 al 2009. Ebreo per parte di padre, ha cominciato la sua avventura nell’universo della carta stampata giovanissimo: ad appena 18 anni è infatti entrato nella redazione de “L’Espresso”, dove è rimasto per ben per due decenni. All’inizio della sua carriera milita anche in Potere Operaio e i suoi scritti e la sua idea di giornalismo sono indubbiamente influenzati dal suo gravitare negli ambienti di quella che è passata alla storia politica e sociale come la cosiddetta “sinistra extraparlamentare”. La sua concezione delle cose e conseguentemente il suo modo di intendere il mestiere di giornalista cambia con il passare del tempo e questo spostamento verso posizioni e idee più moderate si concretizza nel periodo universitario, dove ha modo di avvicinarsi a menti molto importanti, quali ad esempio quella di Renzo De Felice. Dopo 20 anni decide di abbandonare “L’Espresso” e per un breve periodo è a “La Repubblica”, dove tuttavia resta meno di due anni. Arriva quindi a “La Stampa”, di cui diventa timoniere nel maggio del 1990. Proprio in questo lasso di tempo comincia a concretizzarsi quel suo stile giornalistico che verrà definito, con toni tutt’altro che positivi, “mielismo”. Nel 1992 giunge la chiamata del “Corriere della Sera”. Arrivato in Via Solferino cerca di ammodernare il quotidiano sia graficamente che contenutisticamente e a lui si devono diverse iniziative editoriali di successo. Nel 1997 lascia il giornale e assume un ruolo ancora più importante, ovvero quello di direttore editoriale del gruppo RCS.
Si entra nel nuovo millennio e per lui arriva una delusione: nominato presidente della Rai si vede infatti costretto a gettare la spugna per la insussistenza di condivisione del suo piano d’azione Dal 2004 al 2009 torna al timone del giornale di Via Solferino, che poi lascia definitivamente per divenire il presidente di RCS Libri. Autore di diversi saggi di tipo storico e politico va ricordato che è anche membro di diverse ed importanti associazioni umanistiche, sia a livello italiano che internazionale. Risulta molto presente anche in ambito televisivo, dove cura personalmente la costruzione (e spesso la presentazione) delle puntate di trasmissioni che sono ormai un caposaldo della televisione pubblica, quali “Correva l’anno” e “La Grande Storia”, le quali vanno entrambe in onda da diverso tempo su Rai Tre. Cura e conduce alcune trasmissioni anche su Rai Storia. Non ha chiuso con la carta stampata, visto che i suoi editoriali compaiono ancora oggi regolarmente sul “Corriere della Sera” e sono diversi gli articoli che portano la sua firma che i lettori del quotidiano di Via Solferino possono trovare, molto spesso, nelle pagine della cultura.La sua vita privata è stata caratterizzata da tre matrimoni, tutti terminati con il divorzio e dai quali ha avuto tre figli, Lorenzo, nato nel 1973, Andrea, nato nel 1979, e Oleandra, nata invece nel 1997. Nella puntata di stasera il giornalista e saggista presenterà al pubblico presente in sala e a quello che si sintonizzerà su Rai Tre, il suo ultimo libro. L’argomento di fondo della sua nuova opera è la memoria storica e come questa possa essere utilizzata, spesso, anche in modo distorto. Il titolo dell’opera è “L’arma della memoria”.