La morte di Tiziana Cantone è ancora avvolta nel mistero: è questo quello che è emerso a Chi l’ha visto? durante il servizio: prima di togliersi la vita, la donna avrebbe ricevuto una chiamata sospetta. Chi era al telefono? Con chi parlava Tiziana? Questa conversazione avrebbe potuto influenzare la Cantone fino a spingerla al suicidio? E poi, Tiziana era scesa in tavernetta, un ambiente della casa che lei stessa odiava, portandosi telefonino, sigarette e accendino: doveva fermarsi lì qualche minuto, ore? E, soprattutto, con chi? Aspettava qualcuno per parlare? Ancora queste dinamiche non sono state chiarite. Due le inchieste alla procura di Napoli: una che era una querela sui video pubblicati in rete e un’altra sottoforma di richiesta decreto d’urgenza per far si che venissero rimossi immediatamente i suoi video. Sono queste le due inchieste raccontata a Chi l’ha visto? nel servizio dedicato alla storia di Tiziana Cantone. La prima, datata 17 maggio 2015, è quella in cui Tiziana ha scritto alla procura di napoli di stare malissimo per lo scoppio del caso.
Ancora nulla di fatto: nessuna risposta nè notizia certa sulla scomparsa di Luca Catania, il carabiniere di cui si sono perse le tracce da più di un mese. L’unica novità sul caso è il ritrovamento di una misteriosa chiave: Silvana, la moglie del carabiniere scomparso, l’ha trovata all’interno di una borsetta nel comodino. Cosa sarà? Ma soprattutto, cosa aprirà? Perché era conservata lì, a cosa serviva? La chiave ritrovata riporta la sigla WA32: può aprire casseforti, piccoli depositi, lucchetti. Qualsiasi cosa. La sigla può essere anche riferita a una barca, una macchina. Dove sarà andato Luca? Perché è scomparso lasciando tutto a casa e cancellando la memoria del suo telefonino personale?. Sempre considerato una brava persona, buon padre di famiglia, cosa può essere successo? Il mistero si infittisce, tantissimi i commenti e le risposte anche dal pubblico da casa che ha voluto aiutare il programma a scoprire l’utilità di quella chiave.
“Sono stato io – dice -, non è stato nessun altro, sono stato io, ho fatto un buco e l’ho messa sotto terra. Io non voglio impietosirti, io ho un fegato grande così gonfio… spero che mi serva da liberazione, spero che serva questa confessione con te, con chi potevo farlo? Spero tanto di poter contare su di te, le bugie sono bugie però… quando si arriva alla verità è la verità”, è questa la confessione di Costante Alessandri, fatta a Natalia, una prostituta sua amante. Una confessione definita “liberazione” in cui Costante afferma e conferma di aver ucciso sua moglie. Ma molte sono state appurate dagli inquirenti essere delle “bugie” inventate dallo stesso Costante ora per convincere Natalia ad andare a vivere con lui ora per depistare le indagini. Ma aggiunge sempre nuovi particolari: “Eravamo in casa, l’ho presa per il collo poi a un certo punto abbiamo avuto una discussione per il divorzio, non mi sono accorto neanche che era morta”, ha confessato.