-Oltre alla musica ci sarà spazio anche per lo sport questa sera a Che tempo che fa visto che Fabio Fazio avrà come ospite Roberto Pruzzo, ex bomber della Roma. L’ex giallorosso potrebbe parlare anche di derby di Milano, in programma la prossima settimana a San Siro tra Milan ed Inter. “La prossima partita col Milan, alla ripresa del campionato, può essere decisiva. Se perde potrebbe anche abbandonare l’idea della Champions League” ha commentato Pruzzo ai microfoni di ‘Radio Radio’, soffermandosi quindi non solo sul momento della Roma ma anche su quello di altre squadre. “Se l’Inter vince invece si può rilanciare. Pioli la prima cosa che deve fare è dare un’identità a questa squadra, è quello il suo primo obiettivo sulla panchina nerazzurra” conclude l’ex attaccante della Roma che questa sera intervistato da Fabio Fazio potrebbe dire la sua anche sulla Nazionale visto c che ha alimentato qualche polemica sulla non convocazione di Mario Balotelli.
Anche l’ex calciatore Roberto Pruzzo è atteso negli studi di Che tempo che fa, lo show condotto come di consueto da Fabio Fazio su Rai Tre. Nato a Crocefieschi, in provincia di Genova, nell’aprile del 1955, Roberto Pruzzo è stato uno dei migliori attaccanti del calcio italiano lungo tutto il corso degli anni ’80. Dopo essersi messo in mostra nel Genoa, nell’estate del 1979 è passato alla Roma, in cambio di Bruno Conti e una cospicua cifra. Dopo una prima annata non esaltante, è quindi esploso ad altissimi livelli, diventando il terminale offensivo della squadra costruita da Nils Liedholm, che ha poi vinto lo scudetto del 1982-83, il secondo della storia giallorossa, e perso la finale di Coppa dei Campioni nell’anno successivo. Nel corso della sua carriera ha vinto per due volte la classifica dei marcatori, mettendo a segno ben 133 reti in massima serie. Numeri che non gli hanno però consentito di trovare un posto in Nazionale a causa dell’ostracismo decretatogli da Enzo Bearzot, il quale preferì affidarsi a Paolo Rossi, considerato più adatto al gioco di manovra rispetto a lui. In effetti le caratteristiche che hanno distinto il suo gioco sono state quelle tipiche dell’attaccante da area di rigore, ovvero di un giocatore sempre pronto ad appostarsi negli ultimi metri per cercare di sfruttare le grandi doti di opportunismo e nel gioco aereo. Il suo declino è iniziato con l’avvento di Sven Goran Eriksson, allenatore svedese con il pallino della velocità, per il quale O’ Rey di Crocefieschi, il nomignolo affibbiatogli dai tifosi, non era più considerato adatto. Ceduto alla Fiorentina, nell’estate del 1988, ha chiuso la sua carriera un anno dopo mettendo a segno la rete con cui i viola hanno sconfitto proprio la Roma in uno spareggio per la qualificazione in Coppa Uefa, disputato a Perugia. La sua intervista con Fabio Fazio promette quindi di rivelarsi estremamente interessante.
Dopo aver appeso gli scarpini al classico chiodo, Roberto Pruzzo, oggi ospite di Che Tempo che fa, ha quindi iniziato la carriera di allenatore, che però non ha avuto gli stessi risultati di quella agonistica. Attualmente svolge il ruolo di commentatore sportivo per alcune radio private, rilasciando giudizi spesso critici verso la sua ex squadra, tanto da suscitare a volte grande fastidio tra i suoi vecchi sostenitori. Nel 2014 ha destato molto scalpore una sua autobiografia, Bomber, in cui ha confessato senza mezzi termini di pensare spesso al suicidio. Propositi spesso scacciati grazie all’aiuto degli amici cacciatori di Dezza, un paesino situato nell’hinterland di Lucca, che lo invitano a mangiare la cacciagione facendogli passare la depressione. Nella stessa autobiografia Roberto Pruzzo non si fa sconti, ricordando le sue mancanze sotto il profilo umano, anche nei confronti della moglie Brunella. Ha poi ricordato come ricordi le sconfitte, più che le vittorie, a partire dalla retrocessione del Genoa nel 1978, causata proprio da un suo rigore sbagliato, e quella nella finale di Coppa dei Campioni, a Roma, nonostante una sua rete di testa. Del calcio attuale pensa che sia estremamente noioso, anche se afferma di doversene occupare per lavoro. Tra le sue reti, ricorda in particolare proprio quella segnata alla Roma nello spareggio di Perugia, per la quale esultò molto in quanto consapevole che sarebbe potuta essere l’ultima.