L’intervista di Pippo Baudo a Domenica In di oggi annovera la presenza di Lucia Annibali, l’avvocato sfregiata con l’acido e protagonista del film interpretato da Cristiana Capotondi – anche lei presente nell’intervista – che ha raccontato la sua storia tragica: «l’aggressione arriva dopo numerosi casi di minacce ricevute, per cui io però badavo poco e davo sempre meno spazio a quanto potevo desiderare io e la mia vita nel futuro», spiega con netta coscienza e senza lacrime la bella avvocatessa davanti al pubblico di Domenica In. 18 interventi chirurgici e una vita apparentemente finita che però ha fatto rinascere la sua vita: «o ripartivo oppure morivo. La forza è tutta lì, in maniera paradossale l’aggressione è stata una sorta di illuminazione: è stato il momento in cui ho preso per mano la mia vita. Ho deciso che fare di me, se andare verso la morte o proiettarmi verso la vita». Una donna forte che ha passato tutte le fragilità possibili con l’acido in volto che ancora oggi porta i segni ma che non fa scattare in lei l’odio per l’umanità e neanche per il suo aggressore Luca Varani: «la mia non è una storia solo di violenza, ma prima di tutto di speranza per tutti gli ustionati e gli aggrediti di acido. La mia speranza la voglio raccontare a tutti, uno stato d’animo rinato».



Tra due giorni Rai Uno trasmetterà “Io ci sono”, il film tratto dal libro scritto da Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata con l’acido da un uomo mandato dal suo ex fidanzato Luca Varani. Oggi Lucia è ospite a Domenica In insieme a Cristiana Capotondi, l’attrice che veste i suoi panni nella pellicola. Nei giorni scorsi le due sono state protagoniste di un servizio su Io Donna. La Annibali si racconta così sulle pagine dell’inserto del Corriere della Sera: “Avevo tutto, ma ero insoddisfatta, infelice, solitaria. Volevo essere qualcosa, non sapevo bene cosa. Ora so che volevo essere la Lucia che sono oggi. Lui mi faceva sentire insicura, inadeguata. Aveva un’altra e io pensavo di non essere abbastanza per lui. Lasciavo che fosse lui a definire chi ero. Oggi le persone, parlando con me, si dimenticano della mia faccia disastrata. A me, tira la pelle, bruciano gli occhi, ma ormai so che ognuno trasmette quello che ha dentro. Che non importa che faccia hai, importa chi sei”. Clicca qui per leggere tutta l’intervista.



C’è grande attesa per Lucia Annibali, ospite della puntata di Domenica In di oggi, 20 novembre 2016. Un’attesa resa ancora più forte dalla ormai prossima trasmissione di Io ci sono, il film televisivo che andrà in onda il prossimo martedì su Rai 1 e diretto da Luciano Manuzzi, con Cristiana Capotondi nel ruolo della protagonista. Lucia Annibali si è fatta subito promotrice della sua tragica vicenda che risale a tre anni fa. E’ stato in quell’occasione che l’ex fidanzato Luca Varani, ora condannato a 20 anni come mandante, ha incaricato due uomini di origini albanesi di aggredirla con l’acido. Le cicatrici non lasceranno mai il volto di Lucia Annibali, così come l’anima, ma diventeranno anche la forza con cui l’avvocato ha ricostruito da zero la propria vita. Forte di quanto vissuto, la Annibali ha voluto essere testimone di se stessa e condividere la propria esperienza con tutte le donne che hanno vissuto e vivono la sua stessa tragedia. Non è la prima volta che l’avvocato viene ospitato nei salotti televisivi: Storie Maledette intervistò per prima la professionista nel 2013, seguito da Le invasioni barbariche e molti altri. In particolare la prima apparizione della Annibali nel programma di Franca Leosini, suscitò diverse polemiche proprio per l’intervista che la conduttrice fece anche a Luca Varani. Un’occasione che per molti gli diede la possibilità di avere una forte visibilità mediatica, ma che lo mise subito alle strette sulla propria responsabilità. All’epoca, Varani non aveva infatti ammesso di aver dato ordine ai due uomini di aggredire l’ex fidanzata con l’acido, ma solo di aver richiesto che le danneggiassero l’auto.



Lucia Annibali è nata a Urbino il 18 settembre del 1977, per poi trasferirsi a Pesaro dopo aver ottenuto la laurea in giurisprudenza e l’abilitazione ad esercitare la professione. La vicenda di cui è stata purtroppo involontaria protagonista, nel ruolo di vittima, è avvenuta il 16 aprile del 2013, proprio nella città marchgiana. E’ qui che la donna venne aggredita sul pianerottolo della propria abitazione e sfregiata con acido solforico da due albanesi, Rubin Talaban e Altistin Prevcetaj, su commissione di Luca Varani, a sua volta avvocato ed ex fidanzato di Lucia Annibali. Aveva deciso di punirla per la sua scelta di lasciarlo dopo aver appreso che era sposato e padre di una bambina. Varani è stato in seguito condannato a venti anni di reclusione, otto in più rispetto ai sicari assoldati. La vicenda è diventata una sorta di emblema in un Paese ove gli episodi di violenza ai danni delle donne hanno superato ormai da tempo il livello di guardia. Tanto da spingere settori dell’opinione pubblica a chiedere a gran voce di istituire nell’ordinamento giudiziario il reato di femminicidio. Al termine del processo la stessa Lucia Annibali, accompagnata nell’occasione dai genitori, dal fratello Giacomo e da molti amici, ha voluto ricordare come la sentenza affermi in particolare che ha vinto su coloro che avevano intenzione di annichilirla con quell’atto criminale. Inoltre ha ricordato come la sentenza, in cui è stato fissato il principio di non concedere alcuna attenuante agli aggressori ed al mandante, suoni come una vera e propria vittoria per coloro che non si arrendono neanche di fronte alle peggiori avversità. Riguardo alla tragedia vissuta, Lucia Annibali ha scritto il libro Io ci sono: La mia storia di non amore, in collaborazione con la giornalista Giusi Fasano.