La mafia viene alimentata dal potere di governo e colletti bianchi? Secondo Nicola Gratteri, magistrato e Procuratore della Repubblica di Catanzaro la risposta è senza dubbio affermativa. Lo spiega in modo puntiglioso nel suo libro Padrini e Padroni, edizione Mondadori, grazie al quale ha segnato un altro punto nella lotta contro la ‘ndrangheta in particolare. In collaborazione con lo scrittore e studioso Antonio Nicaso, Gratteri analizza a fondo la storia della Calabria, fatta di come la ‘ndrangheta sia diventata nel tempo una realtà sempre più dominante grazie ad un gioco di potere che prevede il coinvolgimento anche della massoneria. Una ricerca approfondita che compara storia e valutazioni, offrendo al lettore un ritratto realistico dei tanti episodi di cui la mafia di è resa protagonista. Dai disastri ambientali ai servizi, dalla realizzazione di opere al degrado del territorio, Nicola Gratteri punta il dito contro una società fin troppo distratta. Questa sera, domenica 20 novembre 2016, il Procuratore sarà ospite del Maurizio Costanzo Show per un esclusivo faccia a faccia con il giornalista. 



Nel suo libro Padrini e Padroni, il magistrato Nicola Gratteri ha dato analizzato anche alla gestione amministrativa e politica, carente dal punto di vista delle norme antimafia. Specie in direzione dello scioglimento dei Comuni, un pratica che non funziona in modo impeccabile e che spesso mette a dura prova i commissari prefettizzi. Come sottolinea ilreventino.it, per Gratteri la lotta alla mafia non comprende di sicuro la legge sulla liberalizzazione delle droghe leggere, soprattutto perché lo Stato non può essere complice della distribuzione di sostanze che creano dipendenza. Il fallimento, per il Magistrato, è agli occhi di tutti e si può notare nelle conseguenze che questa scelta ha avuto sull’Olanda. Risale invece a pochi giorni fa, il ringraziamento al Comandante generale della Guardia di Finanza, con cui Nicola Gratteri ha sottolineato come la sensibilità del funzionario abbia permesso di completare con successo l’operazione Backlog. Quest’ultima ha reso possibile il sequestro per il valore di 25 milioni di euro di beni in mano a molti boss della mafia. 



E’ indubbiamente uno dei magistrati più noti della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA): Nicola Gratteri vive sotto scorta dal 1989 proprio per il suo impegno profuso nella lotta contro la ‘ndrangheta. Forte di libri come La giustizia è una cosa seria e La Malapianta, per citarne alcuni, Gratteri ha evidenziato spesso come le intercettazioni, spesso sfruttate in modo strumentale, potrebbero invece portare ad un drastico cambiamento solo grazie a piccole variazioni. La sensibilità del Procuratore e magistrato gli ha permesso inoltre di dare sempre uno sguardo attento ai più giovani, sicuro che un’educazione preventiva possa impedire a tanti ragazzi di entrare nelle mire della mafia. Sia come protagonisti indiretti, come nel caso sempre più emergente dei baby boss, sia come vittime. Nicola Gratteri è infatti impegnato su vari fronti e viaggia fra università e scuole in generale, sia sul territorio nazionale che internazionale, proprio per spiegare ai giovani e giovanissimi il motivo per cui entrare a far parte della ‘ndrangheta in fondo non “conviene”. 

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