The Young Pope può essere considerato un nuovo fenomeno pop: le musiche della serie tv sono finite subito nelle playlist dei fan, rapiti dai fotogrammi e dalla regia, dai temi e dialoghi. Per alcuni, però, non è stato subito chiaro se la serie sarebbe state avvincente: “Non è stato amore a prima vista, quello per The Young Pope“, scrive Vanity Fair, secondo cui, ad esempio, non era chiara la posta in palio per un papa che ha vinto in partenza e sembra infischiarsene di tutto e di tutti. Inoltre, “all’inizio mancava una trama consistente, un nesso fra i dialoghi sì scritti ad arte, però talvolta fini a se stessi“. Paolo Sorrentino, però, ha vinto la sua scommessa: Lenny Belardo è un personaggio riuscito che ha poi mostrato un cuore, è rimasto coerente con la sua indole ma si è evoluto mostrando tutte le sue sfaccettature. Secondo il magazine, dunque, la sua storia è convincente. Ora ci si chiede se The Young Pope possa incantare anche negli Stati Uniti: andrà in onda dal 15 gennaio su HBO.
I fan di The Young Pope che hanno ascoltato il discorso di papa Francesco ai sacerdoti in chiusura del Giubileo della Misericordia saranno balzati su dalla sedia quando è stato affrontato il tema dell’aborto. Nella nona puntata della serie di successo Pio XIII ha parlato dell’interruzione di gravidanza con il cardinale Spencer e il dialogo può essere messo a confronto con quello di Bergoglio. “Quando si parla di aborto la rigidità è l’unica alternativa. È inutile girarci intorno: è un crimine. La scienza è un dono di Dio e Dio ci ha fatto scoprire che l’ovulazione è spontanea. L’aborto è una chiusura alla vita“, è l’estratto del confronto tra Pio XIII e il cardinale Spencer, che replica: “Io ti imploro Lenny, devi rivedere la tua posizione sull’aborto: duro sul principio, morbido sulla pratica“. “L’aborto è un peccato grave, ma nessuno può porre condizioni alla clemenza divina“, ha dichiarato invece papa Francesco, che ha aggiunto: “Assolvete medici e donne che abortiscono“. A tal proposito il suo collega immaginario Lenny Belardo ha affermato in The Young Pope: “Se nelle cose della vita fossero tutti colpevoli eccetto la donna?“.
A vedere The Young Pope, la prima serie tv di Paolo Sorrentino, sono stati davvero in tanti ma nessuno dei telespettatori che hanno reso un successo l’ultima fatica del regista premio Oscar è riuscito a scovare l’errore contenuto in essa. Durante l’ultimo Festival di Venezia, durante il quale la serie era stata presentata con i primi due episodi, Gianni Ippoliti aveva lanciato un concorso in collaborazione con Codacons che invitava il pubblico a scovare l’errore contenuto nelle puntate della serie: al telespettatore con l’occhio più attento sarebbero andati ben 1000 euro. Le risposte arrivate da tutta Italia sono state oltre 2500 ma nessuna di queste era quella esatta. Dopo la messa in onda dell’ultimo episodio di The Young Pope, Codacons ha finalmente svelato il mistero: al 32° minuto del secondo episodio di The Young Pope c’è una scena in cui una targhetta metallica viene tolta e sostituita ma dopo che l’operaio smonta le viti attaccate con un trapano non troviamo tracce dei buchi nella scena successiva.
Il pubblico e la critica si sono divisi di fronte a The Young Pope, la serie evento firmata Paolo Sorrentino e che vanta in primo piano Jude Law all’interno del cast. La scelta del regista è stato di sicuro azzardata, al limite del critico, dato il tema delicato della trama e delle sottotracce. Dettagliato e crudo, il Papa di Sorrentino non è solo giovane o dal lato oscuro, è semplicemente umano. Jude Law ha saputo regalare alle telecamere un ritratto enigmatico del Pontefice, sotto molteplici punti di vista, in bilico fra la propria natura di uomo ed il ruolo di potente. Mentre Lenny Belardo, ovvero la persona che sta al di là delle vesti dorate, ci è stato presentato come un uomo fatto e finito, Pio XIII è cresciuto nel corso di una trama che lo ha portato spesso a confronto con se stesso. Sia per quanto riguarda il passato che il presente, sia per il futuro. Un uomo buono, ma non buonista, scaltro, attento ed infine consapevole. Del proprio ego o della natura insita nell’uomo poco importa, dato che alla fine sono due sfere unite. Lenny entra nel Vaticano con un carico di responsabilità non indifferenti, soprattutto verso quell’altro da sé che negli anni ha tenuto costantemente lontano, vuoi per l’abbandono dei genitori, vuoi per quell’amore che non ha mai vissuto. The Young Pope ci proietta fin dalla premiere nel discorso del Pontefice, dapprima in sogno e poi reale, per poi concludersi allo stesso identico modo. Tuttavia, ciò che avviene in realtà fra il primo ed il secondo discorso è un passaggio di testimone da Lenny Belardo a Pio XIII.
The Young Pope ha saputo donarci anche diversi aspetti ironici, di pura ilarità, seppur all’interno di una tematica austera e gravosa. Dalla maglietta con cui Suor Mary, interpretata da Diane Keaton, fa sfoggio della propria verginità, fino alla passione calcistica del Cardinale Voiello, ovvero Silvio Orlando. Tramite l’attore ed il suo tifo costante per il Napoli, Paolo Sorrentino ha voluto mostrare un altro volto degli italiani, quello legato al pallone: una fede che trascende, in questo caso, la spiritualità. Anche se più in ombra rispetto a Pio XIII, anche Voiello mostra gli stessi aspetti a livello umano. Combattuto fra il desiderio di scardinare dall’interno il Pontefice e la convinzione di essere mosso dall’amore che prova per la Chiesa. Anche nel caso del personaggio di Orlando, il suo ruolo all’interno della trama rappresenta un cerchio che mette in primo piano l’amore. Quello per la Chiesa, il Napoli, ma soprattutto per le donne. Ironia della sorte, proprio il Cardinale che aveva cercato in ogni modo di creare uno scandalo contro il Pontefice, diventa vittima delle stesse debolezze che vedeva in Lenny.