Da spalla sopraffina a protagonista: Herbert Ballerina alias Luigi Luciano, il co-protagonista di tantissimi lavori di Maccio Capatonda, arriva a esordire in un film da protagonista con Quel bravo ragazzo, commedia diretta da Enrico Lando che, sfruttando la simpatia ingenua e il tipico humour nonsense del personaggio, parodizza la mafia e il suo cinema. 



Nel film Ballerina interpreta un chierichetto che è anche il figlio segreto del boss dei boss della mafia siciliana. Quando questi muore lascia come volontà che il figlio prenda il suo posto; ma il ragazzo è tonto e incontrollabile e ne combinerà di tutti i colori, coinvolgendo anche una poliziotta che lo sta spiando per smantellare la cupola. 



Scritto dal regista e dal protagonista con Gianluca Ansanelli, Andrea Agnello e Ciro Zecca, Quel bravo ragazzo è un film comico con piccole sbandate sentimentali che più che all’universo di Capatonda (presente con un piccolo ruolo, quello del prete che ha cresciuto il protagonista) guarda all’umorismo vecchio stile tra Franco e Ciccio e un Peter Sellers in versione paesana. 

Nel mirino del film ci sono la mafia e il suo immaginario – principale ispirazione del film: Johnny Stecchino di Roberto Benigni – ed è dal punto di vista cinematografico la cosa più riuscita del film, anche grazie all’apporto di attori che quel cinema lo hanno vissuto da dentro e lo hanno creato, come Enrico Lo Verso, Toni Sperandeo, Ninni Bruschetta e Luigi Maria Burruano, contraltari perfetti nella seriosità all’infantilismo di Ballerina. 



Ma soprattutto il film è un pretesto per permettere a Ballerina di esprimere il proprio potenziale comico, fatto di giochi di parole ed equivoci, di candore e saggia idiozia, quasi tutto verbale e poco fisico, anche se mimica e corpo si presterebbero a ottime gag. E se si sorvola su una sceneggiatura basilare e su una regia funzionale, ci si diverte anche. 

Perché Ballerina è portatore sano di una vitalità genuina e di un umorismo salutare, che funziona quanto più si avvicina al surreale, a quell’universo di partenza dal quale Lando e soci cercano di farlo distanziare. Però forse, per il bene del personaggio del suo interprete, quell’universo è anche una fonte di energia comica non eliminabile, figlia di un talento puro e multiforme di cui Ballerina è specchio. Non che non possa funzionare da solo, ma con i mezzi comici e cinematografici adeguati. Per ora si sorride con qualche risata di gusto, ma sotto c’è un potenziale certo più esilarante.