Ieri, per la seconda volta, ho potuto guardare, ammirare e venerare quasi lo spettacolo che sta portando in scena Stefano Reali CERVANTESHAKESPEARE, prodotto dal giovane e magistrale Antonio Nobili, voce narrante dello spettacolo.

Non so quanto sia possibile raccontarvi un sogno attraverso la penna , perché andrei a sminuire dettagli quasi intoccabili, ma cercherò di trasmettervi almeno la magia e la curiosità che si è infilata nelle mie vene osservando questo spettacolo quasi intoccabile.



Il tutto si svolgeva  e fino a ieri sera ancora si è svolto nella cappella sconsacrata Orsini, una specie di piccola bolla di sapone fatta di antichità e poesia, che se l’avessero cercata più adatta forse non l’avrebbero trovata.

Quattro attori : Stefano Reali, che è anche il regista, l’ideatore e lo scrittore di questa perla,nei panni di Cervantes, un magistrale Marco Giustini nei panni del giovane Florio , una semplice, raffinata e impeccabile Lucia Rossi nei panni di Anna, è un meraviglioso Bruno Alessandro nel panni di Michelangelo Florio.



Non sono solita a lusinghe e complimenti, ma questo spettacolo è uno di quelli che varrebbe la pena di guardare a ripetizione per ritrovare ogni volta quel dettaglio di svolta che ne caratterizza la perfezione.

Chi è Shakespeare ? È davvero esistito così come lo conoscete o è semplicemente una firma lasciata al suo destino di una persona che non sapeva scrivere ma aveva, ha e avrà dalla sue le più grandi opere della letteratura scritte però dai Florio?

Una storia pazzesca che ribalta e porta alla luce la più grande truffa letteraria che sia mai esistita , entrare in quella cappella ieri per me è stato come entrare in un piccolo sogno fatto di parole e idee, quelle che , da anglista ho sempre studiato e dato per vere.



Vorrei questo spettacolo in giro per il mondo, vorrei che andasse insieme agli studiosi presenti ieri in sala a scalfire le lenti rigide di chi non vuole ammettere una verità indiscutibile:

Shakeaspeare non era altro che un nome apposto alla fine di opere non sue.