Che la nostra Costituzione sia la più bella del mondo, Roberto Benigni ce l’ha declamato in tutte le salse, in tutti i palinsesti, a tutte le ore. “La Costituzione non si tocca!” è un mantra che ha contagiato gente del calibro di (brrrrr, rabbrividiamo!) J-Ax, Fedez e Piero Pelù, più l’immancabile paladina delle giuste battaglie, Fiorella Mannoia, la quale potrebbe benissimo fare da madrina al concorso “Miss Bella e Sana Costituzione”. Un’imperdibile kermesse, da tenere in quel di Salsomaggiore, nel corso della quale la nostra Carta, dopo aver costantemente stracciato, dal dopoguerra a oggi, ogni qualsivoglia richiesta (scritta, s’intende, perché… carta canta!) di cambiarla, venga messa a confronto con altre Carte (costituzionali), nella convinzione che, pur dopo 70 anni di onorata carriera, le possa sbaragliare tutte senza eccessivi patemi, compresa la ben più sbarazzina e avvenente (è stata scritta solo nel 1992) Costituzione dell’Uzbekistan. Non tutti però ne sono convinti, tanto che si è arrivati a varare una riforma, la cui approvazione passerà al vaglio dei cittadini attraverso il referendum costituzionale di domenica prossima.
Va pur detto, a onor del vero, che gli italiani – un popolo di commissari tecnici più che di raffinati costituzionalisti -, anziché votare Sì o No sulla riforma del Senato o del titolo V, avrebbero preferito andare alle urne per decidere su altri ben più impellenti dilemmi, del tipo: “Approvate l’idea di Giampiero Ventura che vorrebbe la prima giornata del campionato di Serie A già a Ferragosto?”. Il quesito ha scatenato fazioni opposte e discussioni ben più vivaci di quanto le prime pagine dei quotidiani non dicano, ma è stato tenuto lontano dalla grande platea dei mass media per non oscurare il referendum politico. Posizione comprensibile, in quanto la Costituzione è un problema istituzionale strategico e il calcio solo una questione tattica. Dunque, bando alle ciance, il 4 dicembre si vota sulla Carta.
E a tal proposito, vista la complessità del tema, non è che gli italiani avrebbero preferito una scheda più esaustiva e maggiori possibilità di risposta? Magari, anziché un secco “Sì” o “No”, sarebbe stato preferibile un “Vediamoci più chiaro” oppure ancora un “Non è possibile riformulare la domanda proponendo una terza via?”.
Intanto il dibattito pre-referendum è stato, ed è tuttora, molto infuocato, soprattutto a sinistra. Stando, infatti, ai dati dell’Associazione Italiana dei Medici Gastroenterologi, è addirittura previsto un aumento delle prestazioni ambulatoriali, dal 5 dicembre in poi, dal momento che, all’interno del partito di maggioranza, il Pd, si registreranno numerosi… mal di pancia. Del resto, a mettere in fila le varie dichiarazioni, a seconda degli schieramenti, balza subito all’occhio l’asprezza dei toni. Un esempio? “Se vince il Sì mi dimetto: gli italiani non sanno in che pisticci si mettono” (il sindaco pentastellato di Pisticci, in Basilicata). “Se vince il No, lascio il mio sindaco, altrimenti va a finire che ci ritroveremo a pisticciare tutti i giorni” (un consigliere comunale dell’opposizione di Pisticci).
Che il tema referendario sia stato comunque oggetto di qualche, timida o accesa, discussione anche al bar, in ufficio o a scuola è fuor di dubbio. La fine del bicameralismo perfetto, per esempio, allarma perlopiù architetti e geometri, mentre la soppressione del Cnel inquieta in buona sostanza i parenti dei componenti del Cnel. Ben altro entusiasmo e coinvolgimento, invece, scatena l’approvazione del titolo V, specie a Roma. Basti pensare che in un istituto professionale della Capitale, alla domanda del professore di diritto “Ragazzi, che ve ne pare del titolo V?”, uno studente della Garbatella, a nome di tutti i suoi compagni di classe, in modo molto garbato (come si è soliti fare in quel rione capitolino), ha risposto: “A professo’, noi conosciamo er titolo I (1941-42), er titolo II (1982-83), er titolo III (2000-2001)… Aho’ che ottimismo che c’hai! Seconno te, noi vinciamo lo Scudo quest’anno e pure er prossimo? Du’ titoli de fila pe’ arrivà al quinto? Prof, sei un grande! Sempre e comunque con tutti noi… Forza Maggica!”.