Nella puntata di Che Tempo che fa in onda stasera, tra gli ospiti ci sarà anche Marco Bellocchio per parlare della sua ultima opera, la pellicola che è la trasposizione del libro “Fai bei sogni”, di Massimo Gramellini. Bellocchio è uno degli esponenti più importanti del cinema italiano degli ultimi 30 anni almeno ed è sicuramente il cittadino più illustre di Piacenza, essendo questa la città dove nato nel 1939. A giorni compirà 76 anni, essendo nato nel 1939. La sua vita a Piacenza è durata poco, perchè ha ultimato gli studi universitari a Milano, dove ha conseguito una laurea in Filosofia, e poi si è trasferito a Roma. Questa decisione matura nel 1959 ed è motivata dalla volontà di diventare un regista. Dopo alcuni corsi nella Capitale e alcuni cortometraggi, va a Londra, per affinare la propria tecnica. I suoi registi cardine a quell’epoca sono Fellini e Visconti.



A metà anni ’60 gira il suo primo film, il quale si caratterizza come attacco all’istituzione della famiglia. Il titolo è I pugni in tasca. I suoi primi film ne fanno uno dei giovani registi più interessanti di quel periodo insieme a Bernardo Bertolucci. La natura di Bellocchio come regista impegnato e politicamente schierato emerge con forza in questo periodo e nel corso di tutti gli anni ’70, dove con i suoi lavori mette sotto accusa alcuni luoghi simbolo delll’Italia di quel periodo. A un certo punto scopre la passione per la trasposizione su grande schermo di grandi autori teatrali: tra i tanti lavori si possono segnalare La balia, pellicola del 1999 che porta Pirandello al cinema e per cui riceve ottime critiche.



Ma il suo interesse per le tematiche di un certo spessore e il suo impegno civile sono un richiamo troppo forte, che torna a farsi sentire ne L’ora di religione e in Buongiorno notte: quest’ultimo è un film dove vengono narrati gli ultimi giorni di uno dei fatti che ha cambiato la storia del nostro Paese, ovvero il sequestro di Aldo Moro. Siamo nel 2003 e uno dei tratti salienti del suo cinema è diventata la collaborazione di Castellitto: tra i tanti film in cui dirige l’attore, si può rammentare Il regista di matrimoni, di cui proprio quest’anno ricorrono i dieci anni dall’uscita.



Tra i premi che si è aggiudicato spiccano un Leone d’Argento a Venezia, quando giovane regista si mise in luce con La Cina è Vicina (1967) ed un Orso d’Argento a Berlino, ottenuto nell’edizione del Festival omonimo del 1991, grazie al film La condanna. Tra le sue ultime pellicole va segnalata Bella addormentata. In questa occasione ha avuto modo di lavorare con Toni Servillo. Il film è stato al centro di diverse polemiche, legate alla tematica presa in esame. In questo film il regista ha infatti preso posizione sul tema dell’eutanasia e per farlo ha portato sullo schermo la tragica storia, umana e legale, di Eluana Englaro e di suo padre.