È arrivato nelle sale cinematografiche italiane l’adattamento per il grande schermo di uno dei gialli più venduti degli ultimi anni: si intitola La ragazza del treno e l’omonimo libro firmato da Paula Hawkins – ex giornalista britannica che dai giornali ha deciso di passare ai romanzi rosa e poi ai thriller – è uno di quei racconti che non riesci a smettere di leggere, pagina dopo pagina, un capitolo dopo l’altro. Il film, diretto da Tate Taylor e con nomi del calibro di Emily Blunt (nelle vesti della protagonista Rebecca), Justin Theroux, Luke Evans e Allison Janney, tuttavia, è esattamente l’opposto.



“Ho dovuto pensare a qualcosa di veramente triste per impersonare la stessa disperazione provata anche dal mio personaggio”, racconta Emily Blunt, che per La ragazza del treno ha anche dovuto trasformarsi nell’aspetto fisico, ingrassando e sfidando coraggiosamente la sua bellezza eterea. Tuttavia, La ragazza del treno è un film purtroppo descrivibile con un aggettivo soltanto: noioso. 



Per nulla tagliato nel racconto, il film di Tylor non va a modificare nessuno dei dettagli importanti del bestseller della Hawkins. ma anzi lo rispecchia in tutto e per tutto. Però pare la cosa non sia affatto sufficiente, perché l’adattamento cinematografico de La ragazza del treno non riesce affatto a trasmettere lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di saper che stia succedendo, droga compulsiva che alimenta la passione alla lettura (o in questo caso alla visione) per ogni giallo che si rispetti.

Stavolta, invece, siamo portati a tutt’altro, come a cambiare canale per esempio. Questo, ovviamente, nel caso il film stia venendo trasmesso in TV. Cosa possibile peraltro, perché a tutti gli effetti questa non sembra una produzione cinematografica sufficiente nemmeno a reggere i più impegnativi botteghini, bensì semplicemente – e certo non la si può considerare una condanna, ma nemmeno una connotazione particolarmente positiva al tutto – un film passabile quando il palinsesto si trova tanto spoglio da non aver nemmeno (parlo dell’Italia ovviamente) vecchie vecchissime repliche di Paperissima Sprint da mandare.



Certo è vero che i lettori abbiano la possibilità di immaginarsi quel che leggono nel modo che preferiscono, e che questo rende la trasposizione cinematografica di un bestseller sempre un’impresa veramente difficoltosa da realizzare. Ma stavolta, mi permetto, La ragazza del treno credo otterrebbe lo stesso passabile giudizio anche se non fosse l’adattamento di romanzo alcuno. Una brava Emily Blunt testimonia infatti che un bravo cast non è mai sufficiente alla realizzazione di un’opera cinematografica che appaghi, perché per far un bel film, un film dimenticabile, o addirittura un film capace di sbancare ai botteghini, serve molto molto di più. Quel di più che La ragazza del treno non ha, e al quale non si avvicina nemmeno.

La ragazza del treno? Per me, è un grande no. Un lungometraggio che non convince affatto e che seppur fedelissimo al libro, lo ripeto, annoia. Mi spiace per Taylor, ma il mio consiglio resta uno soltanto: leggetevi il libro e fermatevi (soltanto) a quello.