Prosegue l’inchiesta di Giulio Golia alle Iene Show sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi in Italia. Dalle indagini del giornalista napoletano emerge che il clan dei Casalesi aveva dei rapporti con la massoneria per lo smaltimento dei rifiuti tossici e radioattvi. Nell’inchiesta delle iene si parla di un’azienda che in passato ha operato nel campo della raccolta di rifiuti radioattivi, con riferimento ad un vecchio capannone di lamiera, dove tuttoggi ci sarebbero ancora migliaia di fusti contenenti rifiuti radioattivi. Il Corpo Forestale ha perquisito il capannone nel 1995, mentre nel 2000 il deposito è stato sottoposto a sequestro preventivo con affidamento in custodia giudiziaria all’assessore all’ecologia. Giulio Golia intervista alcuni abitanti, i quali dichiarano di aver compreso la gravità della situazione troppo tardi. Ora si sono dotati di contatori Gegìiger, degli strumenti altamente professionali per misurare il livello di radioattività.
Prosegue il viaggio di Giulio Golia nel mondo dello smaltimento dei rifiuti radioattivi in Italia: l’inviato de Le Iene, dopo aver fatto tappa in Calabria per indagare sulle scorie nocive, si sposterà in Puglia e più precisamente a Statte, dove si trova il deposito radioattivo ex Cemerad, azienda dichiarata fallita nel 2005. Questo deposito doveva essere temporaneo, poi dopo la perquisizione del Corpo forestale dello Stato nel 1995 è stato al centro di una lunga vicenda giudiziaria che ha portato al sequestro preventivo nel 2000 del magazzino con affidamento in custodia giudiziaria all’assessore all’Ecologia del comune di Statte. La Iena intervisterà Rino Martini, ex colonnello del Corpo forestale dello Stato, poi Giuseppe Giove, comandante regionale dell’Emilia Romagna del Corpo forestale dello Stato, e Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.
Il cimitero di Statte. E’ così che è conosciuta la zona che porta al deposito dell’ex Cemerad del paese, in Puglia, dove sono ancora presenti dei fusti radioattivi. Il capannone nucleare è stato sottoposto negli anni a numerosi controlli ed è al centro di una vicenda giudiziaria che ha portato poi al sequestro. E’ avvenuto nel 2000, ma nel suo interno sono presenti ancora un totale di 16.724 fusti, di cui 3.344 contengono rifiuti radioattivi, mentre gli altri materiale decaduto. Una situazione che la popolazione adesso conosce benissimo e che desta non poche preoccupazioni, ma non era così fino a dieci anni fa, quando invece non si sapeva nulla del reale contenuto del capannone. Questa sera, domenica 11 dicembre 2016, Le Iene Show e Giulio Golia approfondiranno la vicenda nella nuova puntata del programma. “Abbiamo ipotizzato di portare via tutto entro luglio 2017”, ha affermato di recente Vera Corbelli, il Commissario straordinario per bonifiche di Taranto. Lo scorso marzo, la Commisione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha visitato il deposito di Statte, rimanendo tuttavia al di fuori dell’area in cui sono stoccati i fusti radioattivi. In quella zona, riporta il Quotidiano di Puglia, possono accedere solo Asl e Arpa previa autorizzazione della Procura.
La situazione del deposito nucleare di Statte sarebbe ancora più preoccupante alla luce delle possibili conseguenze, dovute ad un possibile cedimento delle pedane su cui sono stati posti i fusti. “Da un momento all’altro possono avere dei cedimenti”, ha sottolineato il sindaco del paese della Puglia, marcando sul fatto che è necessario dare una velocizzata al processo di smaltimento. Secondo Vera Corbelli le fasi dovrebbero essere due. In un primo momento bisogna mettere in sicurezza l’intera area e continuare il monitoraggio già attivo, oltre a verificare le condizioni della struttura stessa. L’ultima fase invece riguarda la bonifica e la successiva riqualificazione del territorio in cui è presente il deposito. I fusti verranno quindi portati in uno dei tre siti presenti in Italia dove è certo il metodo usato per il trattamento dei rifiuti radioattivi. “La caratterizzazione verrà eseguita in un altro posto”, ha concluso poi il Commissario.