Mentre il titolo Mediaset ha ridotto in Borsa, a metà giornata, il calo iniziale facendo registrare – 0,5%, si è svolto oggi un incontro tra il nostro ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e il Ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine. Il Ceo di Vivendi era a Roma per partecipare al Cda di Telecom. Nei giorni scorsi il ministro Calenda ha giudicato “ostile” la scalata del gruppo francese nei confronti di Mediaset, assicurando che “il Governo monitorerà con attenzione l’evolversi della situazione”. Da parte sua però Vivendi, come dichiarato da una fonte del gruppo francese all’agenzia di stampa Ansa, ritiene che la scalata a Mediaset “non sia un atto ostile, anche se non sollecitato”. Intanto, come riporta Rainews, Fininvest sta studiando le contromosse alla scalata di Vivendi ai danni di Mediaset: il pool legale del Biscione starebbe infatti preparando “altro materiale da consegnare in Procura a Milano nel quale potrebbe essere contenuta anche la richiesta d’urgenza di sequestro cautelativo delle azioni rastrellate dai francesi. I legali della controllante Mediaset intendono dimostrare che Vivendi ha avuto fin dall’inizio l’intento di svalutare pesantemente il titolo del gruppo televisivo italiano”.
Perde oggi il titolo Mediaset a Piazza Affari: a inizio seduta cede infatti l’1,6% a 3,5 euro. Anche ieri il titolo Mediaset ha chiuso in Borsa in calo dell’1,55% a 3,56 euro. Dunque è questa la situazione dopo la scalata da parte di Vivendi, che ha raggiunto il 20% del capitale di Mediset, e dopo l’apertura di un’indagine per aggiotaggio sulla scalata: la procura di Milano ha avviato il provvedimento a carico di ignoti per manipolazione del mercato in seguito all’esposto presentato da Fininvest contro il gruppo francese. Ieri una fonte di Vivendi ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa: “Certamente non è stato sollecitato, ma non è un atto ostile. Vogliamo estendere e rafforzare la nostra posizione in Europa del sud che per noi è strategica. Per questo abbiamo deciso di acquisire le quote di Mediaset”. Come riporta sempre l’Ansa, gli scambi sono stati alti ma in riduzione rispetto alle ultime due giornate: “sono passate di mano in totale quasi 48 milioni di azioni, pari al 4% del capitale. Dall’inizio degli acquisti dei primi del mese da parte di Vivendi, il titolo Mediaset è salito comunque del 56%, dall’ufficializzazione della ‘scalata’ francese di oltre il 30%”.
L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’Agcom, ha richiamato immediatamente all’ordine Telecom e Mediaset riguardo al divieto del superamento dei tetti di controllo da parte dei due colossi. Telecom Italia verrebbe infatti rappresentato da Vivendi, il suo maggior azionista, con una quota di capitale sociale pari al 24,68% ed una quota nel mercato delle telecomunicazioni del 44,7%. Al contrario di Vivendi, è il gruppo Fininvest il socio di maggioranza di Mediaset, con un 34,7% di capitale, ed una quota del 13,3% del Sistema integrato delle comunicazioni. Questi dati, a detta dell’Agcom, riporta Il Sole 24 Ore, confermerebbero il divieto dato ai due magnati delle telecomunicazioni. Secondo il Tusmar infatti, il Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici, le imprese di comunicazione che detengono una quota di mercato che supera l 40%, non possono acquisire dei ricavi che superino del 10% il Sistema Integrato delle Comunicazioni.
Continua l’opposizione contro le parole del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che ha definito l’avanzata di Vivendi una “scalata ostile inappropriata”. Subito polemiche da parte del M5S, che ha ribadito come sia invece inappropriato l’esecutivo con cui tutelare la Mediaset, che dal suo canto non fece nulla per impedire l’ascesa di Vivendi, sempre molto evidente e strategica all’interno di un Paese in cui l’infrastruttura è comunque di sua proprietà. Non tutti all’interno del partito pentastellato si sono dichiarati d’accordo con questa posizione, rimarcando invece che è l’interesse nazionale a rappresentare una priorità in questo momento. “E’ chiaro che qualsiasi intervento pubblico a sostegno di Mediaset risulterebbe alquanto anomalo e discriminatorio verso realtà produttive del nostro Paese anche più importanti, ha sottolineato il comunicato grillino. Dalla stessa parte della barricata anche il leader della Lega Matteo Salvini, che ha ribadito come il governo non abbia mai preso una posizione per prevenire un’azione di questo tipo. “E’ emblematico”, ha rivelato, “che il governo e gli organi di vigilanza non abbiano mosso un dito”.