Chi non ci ha pensato quando ha visto schierati i ministri del nuovo Governo? Dai, confessiamolo: tutti ci siamo divertiti a cercare lì in mezzo la sagoma di Matteo Renzi. Alla stregua di quei giochini del tipo “aguzza la vista”. Su internet se ne trovano tanti: quelli che, per esempio, ti chiedono di scovare, fra una miriade di fiocchi di neve tutti uguali, quello appena diverso, non foss’anche per un minimo dettaglio. Nel caso del nuovo Governo, invece, il meccanismo ha funzionato al contrario: trovare l’ultimo pezzo mancante per ricomporre il medesimo “quadretto”. Sicché ci si è tutti affannati a cercare la faccia di Renzi. Si è celato dietro la pettinatura cotonata del nuovo premier? Nient’affatto! Vuoi mica dire che si è nascosto tra i riccioli di Luca Lotti? Macché! Vedi forse che spunta in mezzo alla fulva capigliatura della neoministra per l’Istruzione, quella Valeria Fedeli che dice di aver conseguito la laurea, ma è una bufala (la laurea, non la ministra, che non ci permetteremmo certo di offendere), e che si corregge precisando di aver conseguito il diploma di maturità, del quale non c’è traccia? Di questo passo, tra qualche giorno arriveremo a scoprire che non è riuscita neppure a portare a casa la licenza elementare? In ogni caso, niente paura: avendo un passato da sindacalista nel settore tessile, si è certamente cucita addosso la stoffa per fare il ministro…



Insomma, nella settantennale storia della Repubblica italiana, quello di Gentiloni è il primo governo-fotocopia carbone. E – sia detto per inciso – per un premier che è stato, ed è tuttora, un “verde” convinto, essere fossilizzato in questa immagine da torba-lignite-litantrace-antracite sarà davvero dura da digerire! Va pur detto che si tratta di un’assoluta novità per noi italiani, che siamo diventati grandi a pane e governi traghettatori (quelli che duravano lo spazio di una traversata Piombino-Isola d’Elba, debitamente allungata da uno sciopero dei portuali in atto), governi di scopo (che con presidenti della Repubblica sul modello del “partigiano” Sandro – Pertini – assumevano i contorni del governo di scopone scientifico…) e governi balneari (quelli che nel giro di poche settimane venivano a trovarsi in un… mare di guai), governi istituzionali, governi di responsabilità nazionale e via governando.



Il dato di fatto è chiaro: il governo Gentiloni è un governo Renzi, ma senza Renzi. Inutile girarci intorno, Matteo non c’è. Per lo meno Matteo fisicamente non vi figura; in realtà, l’ombra sua e del suo “giglio magico” si percepisce, eccome. Volete le prove? Ve ne bastino due. La prima: è un governo dove c’è chi si è… imBoscato (nel senso di Maria Elena) dopo una cocente bocciatura elettorale. La seconda: la filosofia che è alla base di questo esecutivo. Gentiloni, che – nomen omen – è un tipo assai… gentile, cortese, cordiale, garbato e dimesso con tutti, aveva stilato la sua bella squadra di governo all’insegna proprio della gentilezza, il suo tratto distintivo. Infatti, avrebbe voluto inserire nella sua compagine: come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giuseppe Gentile (ex triplista, medaglia di bronzo ai Giochi olimpici del 1968, scelto per la sua bravura nel saltare con tre soli passi tre ostacoli che a tutti sembrano insormontabili: disoccupazione, deflazione e crisi delle banche italiane); come ministro per i Beni culturali, Antonietta Clotilde Marina Gentileschi Viendalmare (discendente della pittrice di scuola caravaggesca Artemisia Lomi Gentileschi); come ministro della Difesa, il difensore della Lazio, Santiago Gentiletti; come ministro per le Comunicazioni, Bruno Gentili (vicedirettore di RaiSport); come ministro per l’Immigrazione, Giancarlo Gentilini (leghista, ex “sindaco sceriffo” di Treviso).



Al solo sentir nominare quest’ultimo, Renzi ha avuto un sussulto. “No, dài, Paolo, non si può, questo è troppo! Dammi retta: rimetti paro paro i miei ministri; già li conosci, sai come lavorano, con loro scavalli di slancio il panettone e magari arrivi anche a mangiare la colomba. Chissà…”.

“Certo, caro Matteo, come dice il detto popolare: “Natale con i tuoi (nel senso di quelli del tuo governo, Matteo) e Pasqua con chi vuoi (nel senso di quelli che hai voluto tu nel mio governo)”.

“Perfetto, Paolo, bravo!”

“Anzi, rilancio: se sei d’accordo, nel governo ci infilo pure quel tuo amico, quel… GentiLotti, che ti sta sempre attorno…”.

“Lotti, Paolo, si chiama Lotti…”.

“Ah già… Sì, il tuo Lotti ce lo metto, così facciamo un po’ di sana e consapevole lottizzazione delle poltrone, vero?”.

 

Come promesso, vi dovevamo una risposta riguardante il pezzo della scorsa settimana. Peraltro, un semplice escamotage per costringere il Direttore del Sussi a farci mangiare il panettone anche quest’anno. Missione compiuta! Perciò, l’affermazione falsa, la sòla, era quella sull’Arabia Saudita come detentrice il record di incidenti automobilistici: nonostante il velo, le donne ci vedono benissimo! E già che ci siamo: buon Natale (e buon panettone) a tutti!