Esce il giorno di Natale Poveri ma ricchi, il film in cui recitano fianco a fianco Christian De Sica ed Enrico Brignano, diretto da Fausto Brizzi. Poveri ma ricchi narra la storia dei Tucci, una famiglia povera di un piccolo paese del Lazio. Un giorno accade qualcosa di inaspettato: i Tucci vincono cento milioni di euro e decidono di partire per Milano. Ma una volta arrivati scoprono che essere ricchi non è come se lo aspettavano. Alla presentazione di Poveri ma ricchi Christian De Sica, come riporta Comingsoon.it, a proposito del cinepanettone, ha sottolineato che “una volta eravamo solo io e Boldi a farlo, ora lo fanno tutti. Quanti sono? Sette, otto? Sono contento che Poveri ma ricchi non sia una sola, ma una commedia che funziona”. Poi a chi gli ha chiesto conto della sua longevità artistica, De Sica ha risposto di fare un solo film all’anno e, ha aggiunto “cerco sempre di cambiare quando possibile, mi hanno chiesto di doppiare un cartone animato, poi recentemente ho fatto cinque episodi di Mozart in the Jungle negli Stati Uniti” (clicca qui per vedere il trailer).
Da oggi, domenica 25 dicembre 2016, nei cinema italiani il nuovo film con Christian De Sica ed Enrico Brignano, diretto da Fausto Brizzi. “Non è un cinepattone”, questo dichiara Christian De Dica per presentare il nuovo film di cui è protagonista insieme a Enrico Brignano. I gusti del pubblico in sala cambiano, si evolvono, e quella comicità di risate grasse non fa più presa. Inoltre, il ruolo dell’arrogante guitto e misogino, a cui ci hanno abituato i film di Natale precedenti, è stato sostituito con una figura più umile e molto meno greve. I villici della famiglia Tucci, borgatari romani arricchiti per una vincita insperata alla lotteria, raschiano il fondo della provincialità. Persino il piccolo di casa è imbarazzato dalla loro sotto-cultura in alcuni momenti. Fausto Brizzi alla sua decima regia, indirizza una tenerezza nuova ai suoi personaggi, e pur mostrando il loro senso del lusso cafone tipico dei nuovi ricchi, non ne evidenzia soltanto le mancanze oggettive dell’ostentazione. Se si pensa che la pellicola è tratta a sua volta dal successo francese “Les Tuches”, la dimensione etnica dell’originale non è trascurata e ne viene fuori un concentrato italianizzato in cui si sorride molto del gusto naif di questa famiglia, ma non traspare mai un contesto cattivo di derisione contro un parvenu anche intellettuale. Nel cast figurano inoltre Lucia Ocone, Ubaldo Pantani, Federica Lucaferri, Giulio Bartolomei, Gian Marco Tognazzi, Bebo Storti, Camila Raznovich, Albano in un cameo nella parte di sè stesso e Giobbe Covatta, nel ruolo sarcastico del prete di Torrasecca.
La trama ruota intorno a un biglietto della Lotteria vincente che è capitato un giorno, quasi per caso, a nonna Loredana, conosciuta anche come la Signorina Silvani e dietro cui troviamo il volto dell’attrice Anna Mazzamauro. Scoperta la vincita incredibile, i Tucci fanno di tutto per nasconderla senza riuscirci, tra equivoci e gag comiche di pancia, che prendono il meglio dagli stereotipi classici sociali e lo trasferiscono nella contemporaneità. Così, le ambizioni folli dei protagonisti possono avere libertà di sfogo. Danilo, interpretato da Christian De Sica, è un mozzarellaro che sogna di diventare pilota in Formula 1 e per questo si compra subito la Ferrari. Marcello, ovvero Enrico Brignano, è un disoccupato debosciato che troverà il proprio riscatto nell’amore della bella Valentina, interpretata da Lodovica Comello. Trasferiti a Milano, lontani dalle radici ormai dimenticate di Torrasecca, dovranno fare i conti con un benessere diverso da come se lo aspettavano: oggi i nuovi ricchi preferiscono tutti il basso profilo, fanno donazioni alle onlus, usano auto elettriche e biciclette per non inquinare. Insomma, essere ricchi è più una fatica che un divertimento e questa consapevolezza sarà un duro colpo per i Tucci, ma allo stesso tempo, tra battute fulminanti e frizzanti trovate, darà un nuovo senso alle loro esistenze.
È la prima volta che Christian De Sica interpreta un personaggio comico e forse questo è l’espediente più ingegnoso che mette in moto il film. Tuttavia, quello che più attrae è il modo con cui Fausto Brizzi, servendosi di una regia briosa, ci fa dimenticare i tempi morti dei vecchi film di Natale e ci consegna una riflessione mascherata sul vivere quotidiano. Una realtà che ci rivela che la classe “vip” della società non ha un’esistenza più ageevolata, ma anzi in molti casi rappresenta una seccatura bella e buona. Accompagnato dalle musiche moderne e funzionali di Francesco Gabbani, vincitore di Sanremo Giovani, lo sviluppo progressivo dei caratteri recupera il meglio della commedia all’italiana con una trama degna di questo nome e attori comici in parte.