La morte di Martina Rossi, studentessa 20enne genovese, precipitata da un balcone dell’hotel a Palma di Maiorca dove si trovava con due amiche in vacanza nell’agosto del 2011, non poteva essere considerata un suicidio. I genitori ne sono sempre stata convinti nonostante la chiusura delle indagini a tempo record da parte degli inquirenti spagnoli. A permettere la riapertura del caso, in Italia, sono stati gli stessi genitori della 20enne morta, che hanno puntato soprattutto sui silenzi e sulle tante contraddizioni che gli stessi avevano notato una volta giunti in Spagna, dove avevano intenzione di capire cosa realmente fosse accaduto all’amata figlia. A convincere la procura dei tanti dubbi attorno alla morte di Martina Rossi anche quella frattura incompatibile con la caduta e che fu trovata solo con la riesumazione chiesta e ottenuta e dalla nuova autopsia. Graffi alle braccia e poi quella strana abrasione su una spalla hanno portato a spostare l’attenzione sempre di più dalla tesi iniziale di suicidio. Ora, per la morte della giovane sono indagati e prossimi al processo due giovane aretini, per “omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale”. A Repubblica il padre ha commentato: “Martina non voleva fare come le sue amiche. E quelli le hanno tirato un pugno in faccia, poi è finita di sotto”. Ora giustizia potrebbe finalmente esser fatta per la giovane Martina.



La trasmissione Chi l’ha visto, nella nuova puntata di oggi in diretta tv, tornerà ad occuparsi nuovamente del caso di Martina Rossi, giovane 20enne morta in circostanze misteriose durante una vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna. La giovane era precipitata dal balcone di un hotel nel quale soggiornava e per la polizia spagnola il caso fu archiviato come suicidio. Grazie alla tenacia della famiglia di Martina Rossi, la quale non ha mai creduto alla tesi degli inquirenti spagnoli, le indagini vennero riaperte nel 2012 in Italia, dove furono sentiti Alessandro Albertoni, 24enne studente universitario e Luca Vanneschi, 25enne entrambi di Arezzo. I due, a loro insaputa, lasciati soli in una saletta del commissariato dove erano stati sentiti in qualità di testimoni, si tradirono da soli facendo emergere particolari shock che chiarirono la dinamica della morte di Martina. La 20enne era caduta dal balcone nel tentativo di scappare dai due ragazzi i quali volevano violentarla. I due potrebbero presto essere processati, accusati entrambi della morte di Martina Rossi “come conseguenza di altro reato”. Il settimanale Giallo ha riportato le parole del padre della vittima, Bruno Rossi: “Era una ragazza entusiasta. Ho sempre saputo che l’avevano uccisa. Ora aspetto il processo”.



La svolta nelle indagini per la morte di Martina Rossi è stata possibile grazie al video girato nel 2012 e con cui sono stati incastrati due ragazzi. Si tratta di Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, di 25 e 24 anni, all’epoca dei fatti ascoltati dagli inquirenti in qualità di testimoni. Il video avrebbe mostrato chiaramente che la ragazza di vent’anni, precipitata nel 2011 dal balcone di un albergo di Palma di Mallorca, era in fuga da un tentativo di violenza. I due imputati fanno parte inoltre di quel gruppetto di quattro ragazzi che quella notte Martina Rossi ed alcune amiche avevano conosciuto in una discoteca locale. Su di loro grava ora il reato di omicidio come conseguenza del tentativo di violenza sessuale sulla vittima. In questo momento Albertoni e Vanneschi si trovano in quel lasso di periodo concesso dalla legge per rispondere alle accuse mosse dai legali della famiglia di Martina Rossi. “Normalmente la logica del codice è che quando si fa questo avviso”, spiega a Leggo l’avvocato Stefano Savi, “c’è un orientamento alla richiesta di rinvio a giudizio, ma formalmente siamo nella fase in cui si deve attendere il decorso del termine”. Questa sera, mercoledì 7 dicembre 2016, Chi l’ha visto ritornerà a parlare del caso, durante la puntata che andrà in onda in prima serata su Rai 3. L’accusa formale è quindi di aver cercato di violentare Martina Rossi e che la ragazza, fuggendo da un balcone all’altro dell’hotel, avrebbe in seguito perso l’equilibrio. Parzialmente soddisfatto il padre della vittima, Bruno Rossi, che fin da quel giorno ha cercato di scoprire la verità sulla morte della figlia. Una svolta se si pensa che all’inizio del caso la Polizia spagnola aveva chiuso l’indagine affermando che la ragazza si era uccisa. In alternativa che fosse morta mentre praticava il balconing, ovvero un gioco in cui si salta da un balcone all’altro, una moda. 

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