L’abbiamo conosciuta tutti insieme e, ormai, qualche anno fa. È giovane, simpatica, carina, e anche molto veneta. Ha cantato ieri sera sul palco dell’Ariston in occasione di questo 66esimo Festival della Canzone Italiana, suo primo Sanremo vero e proprio nonostante la partecipazione in duetto con Chiara Civello di qualche anno fa. È Francesca Michielin ed è in gara col brano Nessun grado di separazione. Dice di non aver paura di quello che verrà ma, al contrario, di aver dalla sua ancora tanta tanta voglia di fare.



Mi racconti qualche momento, o persona, che ti ha permesso di diventare la Francesca di oggi?

Anzitutto devo dire grazie alla mia casa discografica Sony. Poi al mio manager. Senza una grande squadra di lavoro alle mie spalle non sarei certamente qui oggi. Molta importanza riserva per me anche Marta Donà, la mia manager. E poi c’è Elisa, e cito proprio lei perchè è con lei che ho inciso il mio primo disco. Lei c’è sempre stata per me, ed è proprio la sua esperienza, e il suo aiuto, ad avermi fatto da scuola, una scuola d’arte vera e propria in un certo senso. Se sono quello che sono è anche merito di Michele Canova, il mio produttore. Con lui abbiamo fatto, insieme, una lunga ricerca di suono, alla quale io tengo moltissimo. Credo infatti che ogni artista debba molto concentrarsi sul proprio stile, sul proprio suono. E penso sia molto bello arrivare a dire “Sì, si sente che questa canzone è sua”. Io penso di non esserci ancora arrivata, fino a lì, ma spero di farcela presto. Poi credo non possa non citare Giorgia, che quando sono nata – stesso giorno preciso – stava vincendo il Festival con “Come Saprei” e che negli anni mi ha sempre seguita tantissimo. Anche ieri, poco prima di salire sul palco, mi ha scritto un messaggio di incoraggiamento. Continuiamo sempre e comunque ad esser connesse, e credo sia molto bello. Ultimo ma più importante di tutti, ricordo il mio nucleo famigliare. E con questo intendo proprio tutta tutta la mia famiglia. Gli artisti possono arrivare ovunque, ma bisogna sempre ricordare che qualsiasi traguardo tu raggiunga non l’hai vinto da solo. Quando a 9 anni ho chiesto a mia mamma di iniziare a suonare il pianoforte ho iniziato, mano nella mano con lei, a inseguire i miei sogni. Loro mi hanno sempre spinta a farlo, sempre supportata.



Eri già venuta all’Ariston in passato. In particolare nel 2012 con Chiara Civello per un duetto. Quell’esperienza ti ha aiutata a vivere ieri sera in modo diverso?

Sì, lo ammetto. In questi quattro anni son cambiate tante cose, oltre al mio look sicuramente son cambiata anche io. Dopotutto quattro anni non sono tantissimi ma sono stati comunque un passaggio impegnativo. Tutta questa crescita penso di averla raccontata proprio  ieri sera sul palco dell’Ariston. La prima volta che sono arrivata qui nel 2012 ero molto impacciata, ma essendo un duetto avevo al tempo stesso vissuto quell’esperienza come un gioco più o meno. Stavolta invece sono molto consapevole di cosa sto andando a fare, e penso di aver cantato tutta questa sicurezza fuori. Una strofa del mio brano dice “Non c’è nessuna divisione tra di noi. Siamo una sola direzione in questo universo che si muove”: in questo momento volevo dare anche un messaggio di Speranza, e penso di esserci riuscita. Perchè è strano ma vero, che troppo spesso non ci rendiamo conto che siamo molto più uniti di quanto crediamo.



Qual è il tuo vero rapporto coi fan sui social, e da loro hai mai attinto per scrivere qualcosa di tuo?

Il bello dei social sta proprio nel fatto che l’artista è finalmente sceso dal piedistallo. Non lo vedi più come un personaggio più importante di te, ma semplicemente uno dei tuoi. Il social si fonda proprio su questo, sulla condivisione. Proprio per questo sto conoscendo anche tantissimi artisti fra i miei fan. Non ho particolarmente attinto da loro, ma li supporto tanto quanto loro supportano me.