Il Premier Renzi è sempre attento alla contemporaneità e non si è perso ovviamente né Ezio Bosso né l’intero Festival di Sanremo 2016: nella sua e-news il presidente Consiglio ha voluto ringraziare pubblicamente il lavoro della Rai per quanto accaduto nel Festival dei Record. «Posso dire che è bello vedere vincere gli Stadio? Posso dire che Virginia Raffaele è un talento impressionante? Posso dire che vedere sul palco quel gigante di Ezio Bosso ha commosso tanti italiani? Potrei continuare». Un’emozione che è arrivata davvero a tutti, dal Premier Renzi a scendere, con quel pianista e compositore malata di Sla che a tre giorni dalla sua esibizione sul palco dell’Ariston ancora fa parlare di sé in tutta Italia. “Un gigante”, dice Renzi, anche se tutto il contrario l’impressione che vuole lasciare di sé lo stesso Bosso: umilissimo e divertente, autoironico e amante della vita, la sua carica è tutta lì. Niente di forzato, è “solo” normalissimamente umano. Ed è forse questo quello che commuove.



Il pianista e compositore, Ezio Bosso, continua a riempire giornali, web e dibattiti per la sua presenza, anche breve di 20 minuti, al Festival di Sanremo. Breve ma di una intensità incredibile, che ha generato nel pubblico un turbinio con conseguente desiderio di saperne di più di questo artista malato di Sla che con il sorriso stampato in faccia vive la sua fatica giorno dopo giorno come un dono. Si parla spesso di lezione di vita ma probabilmente è molto più seria la questione: non è lezione, è testimonianza perché non intende insegnare nulla a nessuno, solo comunicare chi è, perché per prima cosa ne ha bisogno lui. Così a Sanremo, così nei suoi spettacoli e così anche nelle sue opere: nella meravigliosa “Rain, in your black eyes” il suo piano dedica di fatto un omaggio alla pioggia, alla sua poesia e alla memoria malinconica che genera. Tutti sentimenti che escono dai tasti suonati con maestria, sono suoi prima che del pubblico, vengono espressi con sincerità dentro ad una bravura artistica davvero notevole. «Dalla lacrime alla memoria della pioggia estiva fino alle cascate, tutto rimane e tutto scompare», commenta lo stesso Bosso per quest’opera del 2012. Per poter vedere il video collegato alla musica, con immagini di Regen, basta cliccare qui.



Resta ancora nella coda del pensiero quanto abbiamo visto al Festival di Sanremo 2016 con Ezio Bosso e la sua ospitata che ha regalato una mezzora di eccezionale testimonianza; Ezio Bosso malato di Sla che con una semplicità estrema racconta di sé e della propria passione per la musica è stato uno dei momenti forse più emozionanti di questa Festival. Per  Ezio Bosso, pianista e direttore d’orchestra, agli avvezzi di cinema, non avranno certo fatto la faccia a punto interrogativo quando è uscito questo uomo in carrozzella.  Ezio Bosso, classe 1971, ha firmato numerose collaborazioni come direttore della Colonna Sonora dei film di Gabriele Salvatores, registra italiano che ha anche strappa l’Oscar nella sua fulgida carriera. Per lui, Ezio Bosso ha scritto le musiche di “Io non ho paura”, “Quo vadis, baby?” e “Il ragazzo invisibile”. Non solo pianista perciò ma Ezio Bosso è anche grande compositore e direttore d’orchestra. Un uomo come tanti ma con un limite grande dovuto alla malattia: eppure la sua eccezionalità non sta nell’aver cercato di colpire il pubblico per dimostrare di essere uguale a tutti, ma nell’aver detto che nonostante il suo grosso limite la sua vita è lieta. È un mistero quello di Ezio Bosso che resta da comprendere, una testimonianza intelligente proprio perche lascia ad ognuno di noi la possibilità di capire e “interrogare” quel particolare e un po’ pazzo pianista “da Oscar”.