Io non mi arrendo arriva alle battute finali, quando Marco Giordano, dopo aver fatto il possibile per incastrare definitivamente i suoi acerrimi nemici, si allontana dall’ufficio di Cattaneo per prendere il treno. Le ultime parole pronunciate da Beppe Fiorello nei panni di Giordano sono destinate a fare chiarezza su cosa è successo alle persone coinvolte nell’indagine: l’inchiesta è stata conclusa, l’avvocato Russo e i suoi complici arrestati, ma al processo Marco non parteciperà. Le ultime scene della fiction mostrano i momenti più toccanti del funerale di Roberto Mancini, comprese le dichiarazioni della moglie e della figlia. Quest’ultima sottolinea come suo padre sia stato un eroe, un martire immolatosi per il bene comune e la sua unica debolezza sia stata la malattia. La donna, invece, saluta i presenti con un invito a proseguire la lotta che suo marito, a costo della vita, ha iniziato.
Io non mi arrendo sta per giungere alla conclusione. Giovanni Cattaneo, infatti, contatta Marco Giordano nella notte per avvisarlo di poter aprire il caso su cui ha indagato. L’ispettore è incredulo, ma i due prendono appuntamento per l’indomani mattina. La narrazione torna quindi definitivamente al presente. Cattaneo vuole riunire la squadra per raccogliere le loro testimonianze e per decifrare le registrazioni contenute nei nastri depositati come prove. Marco si mette alla ricerca dei suoi compagni. Il primo ad essere reclutato è Lucio, bloccato su una sedia a rotelle da una malattia. Poi è la volta di Michele, di Rino e di Alessio. Accettano tutti, tranne quest’ultimo, intimorito dalla Valente che fa pressione su di lui, almeno inizialmente. Alessio, infatti, ci ripenserà a si presenterà spontaneamente nell’ufficio del magistrato Cattaneo per collaborare. A questo punto la ricostruzione può iniziare.
Il protagonista di Io non mi arrendo ritorna al suo lavoro e si imbatte nei suoi colleghi chiamati ad intervenire durante una rapina con ostaggi. Anche Marco arriva lì e interviene per convincere il rapinatore ad arrendersi. Nonostante gli ordini di non avvicinarsi, l’ispettore si avvicina e inizia a parlare con il bandito, proponendosi come merce di scambio. Entrato lui verranno liberati gli ostaggi. Il rapinatore accetta. Dall’interno Marco riesce a bloccare l’uomo e a sottrargli la pistola. Il giorno seguente, a colazione, Martina porta tutti i quotidiani che parlano di suo padre. Sul giornale di Napoli Marco legge che Russo inaugurerà una scuola a Casale Campano e sbotta davanti a moglie e figlia, ritenendo assurda la cosa. Durante il discorso di Russo alla cittadinanza, tuttavia, interviene un corteo di manifestanti che lo accusa di essere un assassino. Tra questi c’è anche la madre di Vincenzino che trova il coraggio di opporsi alla malavita di Casale Campano, definendo quanto accaduto “la strage degli innocenti”.
Man mano che la malattia avanza, il corpo di Marco Giordano, personaggio chiave di Io non mi arrendo, risulta segnato nei lineamenti e nel fisico dalle cure più che dalla malattia stessa. Martina intanto è cresciuta e vede in suo padre, rimasto senza capelli, un sosia del commissario Montalbano. Marco, nel frattempo, si dedica ad un’attività più tranquilla alla stazione di Roma. Si trova in ufficio, quando riceve una lettera che gli assicura il ritorno in polizia. Martina, intanto, prende consapevolezza della malattia di suo padre. La ragazzina, delusa dalle bugie sentite dai suoi genitori accusa il padre di averle insegnato il valore della verità senza perseguirlo e va via arrabbiata. Marco, intanto, continua a peggiorare anche dal punto di vista morale: non vuole alzarsi più dal letto e non parla con nessuno. Anche Martina si chiude nel mutismo finché Maria non chiede alla ragazzina di andare da suo padre per stargli vicino. Martina segue il consiglio di sua madre e va da suo padre. Marco sembra riacquisire la voglia di vivere e porta sua figlia alle giostre per trascorrere una giornata insieme.
Io non mi arrendo ritorna al presente, con un Marco Giordano che fatica a parlare di quei momenti con serenità. Con un flashback l’ispettore racconta di come, tornato nell’ufficio dei magistrati che si erano occupati dell’indagine fossero stati trasferiti a Catanzaro. Giordano incontra la Valente e inveisce contro di lei accusandola di aver interferito sulle sue indagini. La donna gli chiede di moderare i termini e di farsi curare. La chemioterapia, intanto, comincia a farsi sentire sul corpo di Marco che accusa nausee e malesseri generali. Il poliziotto aggiorna i suoi colleghi sul trasferimento dei magistrati e sull’inchiesta volatilizzatasi nel nulla proprio per questo motivo. I ragazzi sono molto demotivati, ma Marco invita comunque a brindare per il bel lavoro fatto insieme. Le discariche, intanto, iniziano ad intasarsi e gli addetti allo scarico rifiuti lo fanno presente all’avvocato Russo che, per ricavare spazio, dà fuoco alla spazzatura. Marco, intanto, continua con le sue cure.
Rincasati, i protagonisti di Io non mi arrendo affrontano l’argomento. Maria chiede a Marco perché non ha mai parlato di Vincenzino e l’uomo si giustifica spiegando che in quel periodo la donna era in attesa. Le indagini proseguono e Marco riesce ad intercettare i discorsi di Russo e Antonio Pomarico che continuano ad accordarsi per lo smaltimento dei rifiuti. L’ispettore approfitta di quanto ascoltato per verificare il contenuto di un camion destinato ad essere smaltito illegalmente: il mezzo è colmo di fusti di materiale radioattivo. Uno dei fusti si rovescia, causando la fuoriuscita di liquido giallastro. L’uomo che incaricato del trasporto viene arrestato. La scoperta consente a Marco di raccogliere materiale a sufficienza per inchiodare tutti i clan di Casale Campano. Mentre Marco e la sua squadra escono vittoriosi dall’ufficio del giudice, l’ispettore ha un mancamento. Gli amici chiedono chiarimenti e Giordano si trova costretto a parlare della sua malattia, della chemioterapia che lo aspetta e della possibilità di allontanarsi dal lavoro per un po’.
Il personaggio interpretato da Beppe Fiorello in Io non mi arrendo si rende conto di avere un nodulo sotto l’ascella. Recatosi in ospedale, il medico gli prescrive una biopsia. Per poter mettere sotto controllo il cellulare di Russo e bypassare i tempi tecnici necessari per questo intervento, Marco contatta Alessio, l’ex agente del suo team passato ai servizi segreti. Giordano, intanto, confida a sua moglie del suo problema di salute. Insieme vanno a parlare con il medico che conferma, con il referto della biopsia, i suoi sospetti: Marco ha un linfoma identico a quello che ha ucciso Vincenzino. Il dottore cerca di confortare la coppia, spiegando che il tumore è stato preso in tempo e che le probabilità di guarigione sono molto elevate. E’ probabile che il tumore sia nato in seguito all’esposizione ad agenti chimici dannosi. La cura rappresenterà per la famiglia Giordano una vera e propria guerra, ma Marco si dice interessato ad vivere quanto basta per concludere l’indagine.
L’azione di Io non mi arrendo torna al presente e mostra un Giordano senza capelli che spiega come Aiello sia stato mosso un po’ da ripicca e un po’ da coscienza: non voleva che i rifiuti fossero scaricati nel luogo dove giocavano i ragazzini. Giordano va al cimitero per visitare la tomba di Vincenzino e lasciargli una statuetta di Hulk. Subito dopo va a trovare la madre del ragazzo, domandandole come fa a restare lì dopo quello che è successo. La donna spiega che casa loro è lì e non hanno nessun altro posto dove stare. Giordano non riesce ad accettare questo stato di rassegnazione e va via. Rincasato, Marco trascorre del tempo con Maria e Martina, quando arrivano le solite telefonate mute. La donna spiega che non è la prima volta che riceve telefonate del genere. All’ennesimo squillo risponde Marco: una voce dall’altro capo lo invita ad affacciarsi alla finestra. Giordano vede una corona di fiori adagiata sulla sua auto e corre a gettarla via. Marco chiede a sua moglie di partire per la Polonia, ma la donna si rifiuta, dicendosi pronta a stargli accanto nonostante tutto.
Sebastiano Aiello chiede all’eroe di Io non mi arrendo di prendere un elicottero per mostrargli dei terreni dove sono stati riversati rifiuti tossici. Aiello si dice pronto a ripetere le sue testimonianze davanti al giudice. Maria intanto, sola a casa con la piccola, riceve misteriose telefonate, ma dall’altro capo del filo non risponde nessuno. La procuratrice Giuliana Valente, intanto, libera il suo ufficio per entrare a far parte dei servizi segreti, ma prima di andar via chiede a Marco di sua figlia, sorpresa del fatto di non averla più scelta come madrina della piccola. Alla fine della conversazione i due si salutano “senza rancore” e Marco va via sotto lo sguardo sospettoso della donna. Aiello, come promesso, deposita la sua confessione davanti al giudice, accusando l’avvocato Russo in quanto gestore dello smaltimento illecito di rifiuti tossici e radioattivi.
Il racconto del protagonista di Io non mi arrendo prosegue. Sebastiano viene inseguito dagli uomini di Antonio, che cercano di ucciderlo sparandogli addosso. L’uomo riesce a scappare andando incontro ai carabinieri con una pistola in mano. Le forze dell’ordine lo arrestano, mentre gli uomini di Antonio tornano indietro per non farsi catturare. Marco intanto mostra le foto di sua figlia ai colleghi, i quali insistono nell’affermare che la piccola somiglia alla madre. Gli uomini si interrompono quando ascoltano al tg la notizia degli omicidi avvenuti a Casale Campano. Convinto che Aiello sia disposto a parlare, Marco va ad incontrarlo. Sebastiano, nel vedere Giordano, precisa di conoscere chi si aggira in casa sua e spiega che a Casale l’ispettore e i suoi uomini sono conosciuti come “i monnezzari”. Marco chiede collaborazione a Sebastiano, che, nonostante la sua mancanza di fiducia nella giustizia terrena, dice di poter fare nome e cognome di chi l’ha tradito.
Tornato a casa dopo l’incontro con l’avvocato Russo, il protagonista di Io non mi arrendo, Marco Giordano, accompagna sua moglie Maria in ospedale, in procinto di dare alla luce la loro bambina. Durante la corsa in auto Marco chiede a Maria come chiamare la piccola: Martina è il nome scelto. E’ il 1996. Marco chiede di assistere al parto e vede nascere Martina tra la commozione e l’emozione. L’ispettore ringrazia ripetutamente la moglie del regalo che gli ha fatto. Russo conclude l’affare con Antonio Pomarico, spacciatore locale. Ma quest’ultimo viene invitato a lasciar perdere con questa storia da Sebastiano Aiello, malavitoso che non è d’accordo con questa decisione per timore di avvelenare anche la sua famiglia contaminando la terra. Antonio non è contento della ribellione di Sebastiano e ordina al suo uomo di fargli abbassare la testa.
Tra non molto vedremo su Rai Uno la seconda e ultima puntata della miniserie Io non mi arrendo, con Beppe Fiorello nei panni di Marco Giordano. Il poliziotto che ripropone sullo schermo la figura di Roberto Mancini, continuerà anche questa sera la sua lotta contro l’avvocato Russo e la criminalità organizzata impegnata nello smaltimento illegale di rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi. Nonostante i tentativi dell’ispettore, il suo impegno e le prove raccolte, l’inchiesta verrà archiviata, proprio mentre Marco scoprirà di essersi ammalato di cancro. Questo evento lo porterà ad abbandonare, almeno momentaneamente, l’indagine, dedicandosi ai numerosi cicli di chemioterapia con il quale si sperava di poter combattere la malattia. Sua moglie Maria, che nel frattempo darà alla luce la piccola Martina, sarà sempre al suo fianco, entrando e uscendo dall’ospedale insieme a Giordano. Un Marco ormai stremato dal tumore continuerà a raccontare, prima di lasciare questo mondo, l’esito delle sue indagini al giovane magistrato che ha deciso di riaprire il caso. Per farlo, l’ispettore riunirà la squadra e, insieme, tenteranno di compiere un ultimo, disperato tentativo di smascherare definitivamente gli autori dell’attività illecita.
Tra poco Giuseppe Fiorello tornerà su Rai 1 nei panni di Marco Giordano nella fiction “Io non mi arrendo”, ispirata alla vita di Roberto Mancini il poliziotto che ha indagato sulla Terra dei Fuochi. Nella seconda e ultima puntata assisteremo all’atto finale dello scontro tra Giordano e Russo, interpretato da Massimo Popolizio. Vi ricordiamo che sarà possibile seguire la messa in onda di “Io non mi arrendo” sintonizzandosi su Rai 1 a partire dalle 21.20, ma anche in diretta streaming sul web grazie al servizio offerto da Rai.tv, cliccando qui.
Questa sera, martedì 16 febbraio 2016, va in onda su Rai 1 alle ore 21.15 la seconda ed ultima parte della miniserie televisiva Io non mi arrendo, che prende spunto dalla storia reale del poliziotto Roberto Mancini che per primo in Campania ha incominciato ad indagare sui veleni interrati nella Terra dei Fuochi. La fiction vede quale protagonista Beppe Fiorello che interpreta il ruolo di Marco Giordano, ispirato a Roberto Mancini, che avendo scoperto quanto sta succedendo prova con tutte le proprie forze ad arginare questo drammatico fenomeno. La prima puntata, andata in onda ieri sera, ha raccolto un grandissimo successo di pubblico raggiungendo un ascolto medio di oltre 7,2 milioni di telespettatori per uno share di quasi il 28%. Un risultato che ha reso orgoglioso il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone che ha twittato: “Per #iononmiarrendo 7.252.000 telespettatori ed il 27,7% share, risultato straordinario: grandissimo @BeppeFiorello!”. Pronta la replica di Beppe Fiorello che ha scritto: “Ringrazio tutti per aver amato così tanto #iononmiarrendo e questa sera il saluto finale a #RobertoMancini @RaiUno @giankaleone”. Clicca qui per vedere il tweet.
Buona la prima, potremmo dire: anche ottima. Ieri sera, lunedì 15 febbraio 2016, il piccolo schermo di Rai 1 ha trasmesso la prima puntata della miniserie Io non miarrendo, che vede Giuseppe Fiorello nei panni di Marco Giordano, un uomo le cui vicende raccontate sono ispirate alla vita del poliziotto Roberto Mancini. Gli ascolti, come d’altra parte era prevedibile visto l’amore del pubblico per queste creazioni Rai e anche per i protagonisti scelti, sono stati davvero più che soddisfacenti: in particolare, Io non mi arrendo ha raggiunto il 27.76% di share, attirando l’attenzione di ben 7 milioni e 252mila telespettatori. Un traguardo ragguardevole, che ha saputo stracciare la proposta – comunque molto valida – di Canale 5. La rete ammiraglia Mediaset aveva scelto di trasmettere Fast and Furious 7, che si è fermato al 15.76% con 3 milioni e 567mila spettatori. Il successo verrà replica anche stasera?
La miniserie Io non mi arrendo tornerà in prima serata martedì 16 febbraio 2016, con la seconda e ultima puntata prevista: le anticipazioni rivelano che Marco, dopo la chiusura della sua indagine contro Russo e la Terra dei Fuochi – e con il progredire sempre più aggressivo della sua malattia – è costretto a lasciare la Campania e ad accettare un incarico secondario a Roma. La moglie sarà sempre al suo fianco, dentro e fuori dagli ospedali, tra un ciclo di chemioterapia e un altro. Marco Giordano non si arrenderà di fronte alla sua patologia, anche se sembra che la sua battaglia contro Russo sia ormai un capitolo chiuso. Ma tutto cambierà quando si troverà a leggere sul giornale che a breve verrà edificata una scuola proprio su un terreno sul quale lui stava indagando: arriverà infine un giovanissimo magistrato della DDA di Napoli pronto a tirare fuori tutti i suoi incartamenti, e a spingerlo a rimettere insieme la sua squadra…
Domani, 16 febbraio 2016, andrà in onda la seconda e ultima puntata della fiction con Beppe Fiorello, Io non mi arrendo. Vedremo un’ulteriore approfondimento del valore civile di Marco Giordano, l’ispettore a cui si deve la messa a nudo dei segreti riguardanti la Terra dei Fuochi. L’inchiesta seguita da Giordano viene rapidamente archiviata e lanciata nel dimenticatoio. Questo porta ad aggravare la situazione a Napoli, ma Marco è con le mani legate e si trova costretto ad accettare un incarico presso il commissariato di San Lorenzo. Mentre la sua carriera progredisce, la malattia avanza e, sul piano privato, si trova a dover affrontare momenti più o meno sereni con Maria. La moglie gli starà perennemente accanto durante le cure contro il cancro. Con l’avvocato Russo, tuttavia, la partita è ancora aperta, come dimostra un articolo letto da Giordano nel quale viene elogiata l’apertura di una scuola proprio su quelle famose discariche. Marco, malato e sofferente, non può sapere che un magistrato di Napoli, colui che in apertura di prima puntata ha chiesto a Giordano di raccontare la sua storia, ha preso la decisione di riprendere le indagini. Ad ostacolare il buon intento di Giovanni Cattaneo si aggiunge la sparizione misteriosa dei fardelli riguardanti l’inchiesta che ha coinvolto l’ispettore, costretto a ricordare passo dopo passo la sua esperienza. Giordano continua a combattere contro la malavita senza mai arrendersi: ricompone la sua squadra e, insieme ai colleghi, ricompone anche la sua storia. Si tratta del suo ultimo atto di valore nei confronti della Campania, prima di cadere vittima della sua malattia.
Si è appena conclusa la prima puntata della miniserie firmata Rai Uno Io non mi arrendo, ispirata alle vicende che hanno coinvolto, nel 1995, il poliziotto Roberto Mancini, nel film identificato in di Marco Giordano. Mancini lottò apertamente contro la malavita organizzata impegnata a smaltire illegalmente rifiuti velenosi in Campania. Beppe Fiorello, protagonista dell’avvincente serie, si trova nuovamente a calarsi nei panni di un uomo che ha fatto tanto per la patria, che ha messo il bene della gente davanti a tutto. E’ una storia drammatica, toccante, attuale. Non sono passati tanti anni da quando la faccenda della cosiddetta Terra dei Fuochi è emersa come sono riemersi i rifiuti che, silenziosamente, la Camorra seppelliva sotto i suoi piedi. Beppe Fiorello interpreta un uomo che ha sfidato un sistema di fronte al quale molta gente e troppo spesso non ha il coraggio di proferire parola: ha condotto incessantemente le sue indagini, si è impegnato, ha rischiato, si è ammalato. Roberto Mancini era tutto questo e Beppe Fiorello è riuscito a trasmetterci ogni piccolo dettaglio di una personalità così complessa e così carica di importanza come quella dell’ex poliziotto, ormai scomparso per colpa di un tumore, per colpa di quel male che lui, con tanta forza e tanto coraggio, aveva cercato di debellare.
– L’interpretazione di Fiorello è stata, ancora una volta, magistrale, ad ulteriore dimostrazione che le fiction in cui l’abbiamo già visto protagonista prima di Io non mi arrendo non erano colpi di fortuna, ma frutto dell’abilità di un attore con la “A” maiuscola, capace di trasformarsi ogni volta in un personaggio diverso e di renderlo sempre al meglio sulla scena. La sua recitazione ha lasciato trasparire tutti i tormenti, tutte le intenzioni, tutto il coraggio, ma anche tutte le paure che Mancini, essendo un uomo come tutti gli altri in fondo, provava di fronte al male che lo stava divorando. Beppe Fiorello con i suoi sguardi, le sue parole, il suo modo di pronunciarle ci ha trasmesso ognuno di questi sentimenti con naturalezza e perfezione. Non è un caso che spesso e volentieri il fratello di Rosario sia scelto per dare un volto a personaggi di questo genere, forti e drammatici allo stesso tempo, capaci di entrare nel cuore degli spettatori con discrezione ma con facilità. – Non si può non spendere una parola positiva, contrariamente a quanto si può dire del suo personaggio, anche per Massimo Popolizio, il malvagio di Io non mi arrendo. Massimo è nuovo di questo ambiente, ma ha dimostrato di essere ugualmente capace di trasmettere al pubblico i sentimenti di Gaetano Russo, seppure completamente opposti a quelli del protagonista. Freddezza, determinazione, insensibilità: sono queste le caratteristiche di Russo che Popolizio ha portato sulla scena. Un uomo senza scrupoli, un criminale, una persona che andava fermata ad ogni costo ma che, al tempo stesso, non voleva assolutamente fermarsi…a nessun costo! Popolizio ha rappresentato un sistema che troppo spesso è diventato consuetudine in Italia: amicizie influenti, capitale ampio a disposizione, prepotenza e propensione all’illegalità. Russo è un uomo subdolo, maligio, abile nei trucchetti e nei giochetti mentali, ma per questo obiettivamente abile a non farsi incastrare da chi, con tanta fatica, cercava di farlo.- La speranza condivisa, si intuisce, da sceneggiatori, regista, attori e, soprattutto, pubblico a casa, è che fiction come Io non mi arrendo, costituiscano effettivamente un invito a non arrendersi, a non gettare la spugna e a non piegare la testa di fronte alle ingiustizie nei confronti delle persone, ma anche dei luoghi in cui queste vivono. La gravità di un evento è sempre proporzionato al tempo che passa prima che l’attività illecita venga smascherata e il caso di Roberto Mancino ne è la prova. La Campania piange ancora anni di smistamento illegale di rifiuti tossici, così come tante altre zone d’Italia in cui i cittadini preferiscono chiudere un occhio, i malavitosi proseguono con la loro attività e la malattia si appropria sempre più silenziosamente e velocemente dei corpi di chi, in quella storia, non ha nessun motivo di essere coinvolto. (Maria Laura Leo)
Al termine della prima puntata di Io non mi arrendo il protagonista, Beppe Fiorello, è ospite di Porta a Porta, insieme alla vera moglie di Roberto Mancini, Monika e ad alcune donne, madri di bambini morti per lo stesso motivo che ha portato Vincenzino, nel film, a lasciare questo mondo. Fiorello si è detto emozionato e, sin da subito, attratto dalla possibilità di interpretare una persona la cui vita e le cui azioni non possono essere raccontate in 100 minuti. Il tema stesso affrontato dalla fiction non potrebbe essere sviluppato in un tempo così ridotto, attuale com’è e, soprattutto, applicabile a contesti anche diversi dalla Terra dei Fuochi. L’Ilva di Taranto, per citare un esempio recentemente portato all’attenzione dei media, è la dimostrazione che l’uomo non è sempre in grado di imparare dai propri errori. E fiction come Io non mi arrendo, interpretazioni come quella di Beppe Fiorello, hanno la capacità di scuotere la gente, di mostrare cosa succede a tacere sempre e, magari, di smuovere qualche coscienza.
L’avvocato Russo, grande antagonista nella fiction Io non mi arrendo, espande i suoi contatti per lo smaltimento di rifiuti contattando uno spacciatore che si dice offeso, addirittura, di essere stato preso in considerazione per lo smaltimento della “monnezza”. L’avvocato usa argomentazioni molto convincenti, promettendo al malavitoso che, se accetta di fargli scaricare i rifiuti nei suoi terreni, gli farà guadagnare di più di quanto guadagna con lo spaccio. In cambio, come garanzia, Russo offre la sua stessa vita. Sei mesi dopo la squadra di Giordano è ancora alle prese con le scartoffie, ma il lavoro viene interrotto dal medico di Vincenzino che vuole parlare con Marco. Il ragazzo è peggiorato, gli rimangono pochi giorni di vita. Sul letto di morte, il giovane si paragona ad Hulk, il supereroe che, per via delle radiazioni, “quando si incazza non lo ferma più nessuno”. Poco dopo Vincenzino muore sotto gli occhi di sua madre e del suo amico Marco. Mentre Maria è in preda alle contrazioni per il parto imminente, Marco va a parlare con Gaetano Russo. La moglie prova a chiamarlo, ma l’ispettore non ha il telefono con sè. “Il mondo non si cambia, si conquista”, è la minaccia velata con cui Russo si rivolge a Marco, prima di brindare alla salute.
Ritornato nel presente, il protagonista di Io non mi arrendo, spiega che la questione stava invadendo anche la sfera morale: si trattava della salute della gente. Tornato a Roma, a Giordano viene proposto un nuovo lavoro, da condurre nell’ombra, ma con una paga molto più invitante. Il poliziotto non sembra, tuttavia, essere particolarmente entusiasta. Per il suo compleanno, intanto, Maria fa un regalo a suo marito: una stampa dell’ecografia che ritrae il loro bambino, del quale non si conosce ancora il sesso. Durante un pedinamento, Marco e il suo uomo scoprono che la procuratrice è coinvolta nell’affare con la malavita. Dopo aver fatto promettere al collega di non parlarne con nessuno, Giordano finge normalità di fronte al suo capo. Marco è sempre più intenzionato a continuare le indagini, consapevole che sia rischioso per la sua sicurezza, per la sua salute e per quella dei suoi compagni. Parla, quindi, apertamente con loro, lasciandoli liberi di scegliere cosa fare: tutti lo seguono, tranne Alessio, che dice di aver ricevuto un’offerta migliore.
Buone notizie arrivano nella famiglia di Marco Giordano, protagonista di Io non mi arrendo: Maria è incinta. La ragazza temeva la reazione del marito, convinta che l’ispettore non volesse figli, ma l’uomo ringrazia sua moglie e la bacia teneramente. Le strade della Campania, intanto, diventano sempre più cariche di spazzatura. Durante una perlustrazione, Marco incontra Vincenzino che ha finito il carburante della motocicletta. Il poliziotto si offre di dargli un passaggio e coglie l’occasione per parlare con la madre del ragazzo. La donna spiega che in quella zona tutti hanno un figlio malato e che andando all’ospedale troverà le risposte che cerca. Giordano segue il consiglio e chiede al dottore di cosa soffre Vincenzo. Il medico parla di tumore devastante, anomalo alla sua età, ma frequente in una zona come quella. Il sanitario precisa che lì tutti sono a conoscenza della causa di quelle malattie, i rifiuti, ma tutti tengono la bocca chiusa.
Beppe Fiorello, nei panni del protagonista di Io non mi arrendo, rientra a Roma per vedere Maria. Arrivato a casa trova la ragazza intenta a sistemare la finestra rotta da tempo. Con sua grande sorpresa, Marco vede che casa sua è in ordine, pulita e c’è persino la biancheria stirata. Giordano propone alla ragazza di sposarlo. Maria accetta, ma tra i due inizia un romantico battibecco sul luogo dove celebrare il matrimonio: in chiesa, afferma lei, in comune, insiste lui. Alla fine la ragazza propone un posto alternativo, che non sia né l’uno né l’altro ed è in Polonia. Marco accetta e tra lui e Maria si celebrano le nozze. Rientrato, Giordano si rende conto che qualcuno sta cercando di bloccare la sua indagine. L’ispettore non si arrende e porta i suoi uomini con sé a scavare in uno dei terreni-discarica per trovare i rifiuti. Vengono interrotti da Vincenzo che spiega come i rifiuti siano molto più in fondo di dove possono arrivare le pale. Il ragazzo porta Giordano a vedere una cosa che credeva fosse presente solo nei film di fantascienza: si tratta di una gallina a due teste.
Mentre il protagonista di Io non mi arrendo e il suo uomo riprendono la discarica dove il trasportatore di rifiuti ha scaricato il contenuto del vano, arriva un ragazzo del luogo che spiega ai poliziotti di come sia normale trovare luoghi simili a quello in zona. In cambio di mille lire, il giovanotto conduce gli uomini in un’area agricola, raccontando di aver visto, una volta, dei mezzi che scaricavano rifiuti semplici e speciali per poi coprire il tutto con del terreno. Il ragazzo, Vicenzino, spiega di essere malato e costretto ad assumere un sacco di farmaci. Il proprietario del suolo si presenta all’ispettore che ricambia il saluto e chiede conferma del fatto che i rifiuti siano usati come concime. L’uomo spiega che, attraverso questo sistema, riesce a produrre delle zucchine di dimensioni fuori dalla norma. Ne prende una cassettina e ne regala ai poliziotti, che si allontanano mentre Giordano dà l’ordine di farle analizzare.
Il personaggio di Io non mi arrendo interpretato da Giuseppe Fiorello va a trovare Maria, invitandola a casa sua. La ragazza accetta, avvisando il suo spasimante di essere cintura nera di karate. Tra una battuta e una risata, i due finiscono per baciarsi. Il mattino seguente Marco spiega a Maria di essere costretto a partire per un’indagine. La ragazza pensa che l’ispettore la stia prendendo in giro e, per dimostrarle che i suoi sentimenti sono sinceri, Giordano le lascia le chiavi di casa. Mentre le indagini proseguono, continuano le intercettazioni. In un ritorno al presente, il Giordano malato di cancro spiega che i malavitosi parlavano di rifiuti altamente tossici che, invece di essere smaltiti come speciali, venivano seppelliti come fossero sostanze innocue alla salute delle persone. Ripreso il flashback, si vede Marco ancora alle prese con i mezzi che trasportano rifiuti, questa volta, però, con la consapevolezza di cosa sta inseguendo.
L’antagonista nella storia di Io non mi arrendo, l’avvocato Russo, si reca dal giudice perché convocato in merito al suo coinvolgimento nella fondazione del Banco Agricolo. L’uomo presenta dei documenti che giustificano le sue ampie possibilità economiche. L’avvocato finge di essersi lasciato convincere da amici che conosce da quando era bambino, che l’avrebbero trascinato in una truffa. Il giudice comprende che si tratta di una sceneggiata e rilascia l’autorizzazione a mettere sotto controllo i telefoni di Russo. La polizia intercetta una telefonata con cui l’avvocato Russo si accorda per uno scambio. L’ispettore riceve l’autorizzazione di intervenire, ma giunti sul posto i poliziotti trovano, nel mezzo identificato, solo della spazzatura. I colleghi, al rientro in centrale, deridono Giordano e i suoi uomini, additandoli come “squadra speciale Monnezza”.
Mentre il protagonista di Io non mi arrendo interroga il suo sospettato, arriva in centrale una ragazza che cerca proprio Giordano per il permesso di soggiorno. Marco è visibilmente colpito dalla donna, al punto da mandar via i colleghi per dedicarsi a lei. Il suo nome è Maria. I due vengono interrotti dagli impegni di lavoro di Marco. L’ispettore scopre che la banca di Credito Agricolo si basa su attività illecite, al punto da essere definita dal poliziotto “la banca degli strozzini”. L’apertura della filiale verrà bloccata. Gli affari della banca vengono curati dall’avvocato Gaetano Russo. Nel frattempo a Roma Giordano e i suoi discutono proprio di questo, ma arriva Maria. Marco l’ha fatta richiamare per chiederle di uscire, cosa che la ragazza ha capito sin dal primo momento. Maria accetta l’invito, nonostante precisi di odiare i poliziotti che le hanno rovinato la vita.
La prima puntata di Io non mi arrendo inizia con delle intense inquadrature del Tribunale di Napoli e di un uomo con un cappello in testa. E’ Marco Giordano che, una volta scoperto il capo, si mostra in tutta la sua malattia ad un giovane magistrato, Giovanni Cattaneo, che gli mostra i faldoni relativi al caso per cui Marco ha tanto combattuto. L’intenzione del magistrato è quella di riaprire il caso. Per farlo chiede a Marco di raccontargli come sono andate le cose nel 1995. Un giovane Giordano cattura, insieme ai suoi uomini, un uomo che dice di essere stato nominato socio di una nuova banca, il Credito Agricolo, perché debitore di denaro nei confronti di chi gli ha proposto l’affare. L’ispettore non ci vede chiaro e lo conduce a Roma.
Sta per andare in onda, su una Rai Uno reduce dall’ultimo Festival di Sanremo, Io non mi arrendo, la nuova fiction che vede Giuseppe Fiorello nei panni di un contemporaneo eroe italiano, precisamente campano, a combattere contro l’illegalità che affligge la Terra dei Fuochi. Il protagonista è Marco Giordano, personaggio che si riferisce, nella realtà, a Roberto Mancini, poliziotto coraggioso e senza paura, che ha dimostrato tutto il suo valore di fronte alla sua patria e, in particolare, alla sua terra lottando contro la malavita campana che gestiva lo sversamento del tutto illegale di rifiuti tossici. Marco arriva in Campania per indagare su una banca locale, accusata di usura e conosce l’avvocato Gaetano Russo. Quest’ultimo intende usare suoli agricoli per trasformarli in rifiuti tossici. Marco intuisce che qualcosa non va in quell’uomo e inizia a condurre le indagini che, come ci insegna la storia, hanno portato allo smascheramento delle azioni illecite.
Giuseppe Fiorello sarà protagonista su Rai 1 per la fiction Io non mi arrendo, divisa in due serate (oggi lunedì 15 febbraio e domani, martedì 16 febbraio): darà il volto al personaggio di Roberto Mancini, poliziotto che si è battuto per ben dieci anni portando avanti l’indagine sulla Terra dei Fuochi. In realtà, stasera il nome reale è stato rimpiazzato da quello di Marco Giordano, e in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni Beppe Fiorello ha voluto spiegare il perché di questa scelta: “Per riassumere in due puntate una storia così intricata, gli sceneggiatori hanno dovuto semplificare molti passaggi. Ci sembrava più rispettoso”. Inoltre, ha anche sottolineato quale è stata la scena in assoluto più difficile da affrontare: “Quella in cui sono ormai malato in fase terminale. Ma non mi arrendo, come dice il titolo della fiction. Monika, la moglie di Mancini, che mi ha aiutato ad entrare nel personaggio, alla fine di questo ciak mi si è avvicinata e con un sorriso mi ha detto ‘Quasi quasi mi innamoro’. È stato un grande complimento per me”.
Questa sera e domani su Rai 1 va in onda “Io non mi arrendo”, la fiction ispirata a Roberto Mancini, il poliziotto che per primo portò alla luce il dramma della Terra dei Fuochi. Il protagonista Marco Giordano è interpretato da Giuseppe Fiorello, mentre alla regia troviamo Enzo Monteleone. In una nota il regista spiega perché ha accettato questo lavoro: “Quando Roberto Sessa e Giuseppe Fiorello un anno fa mi hanno proposto di realizzare un film su Roberto Mancini, il poliziotto che per primo indagò sui veleni della Terra dei Fuochi, ho subito accettato: Mancini rappresenta il meglio degli italiani che servono il nostro Paese”. Mancini, che conn la sua squadra romana della Criminalpol Mancini aveva indagato a fondo sui clan camorristici che gestivano il traffico di rifiuti già negli anni ’90, è morto il 30 aprile 2014: “E una storia amara: Mancini aveva trovato le prove per inchiodare i boss di Gomorra molti anni prima che diventasse di dominio pubblico, ma la sua ricompensa è stato un male terribile che lo ha minato nel corpo per undici lunghi anni”, ha aggiunto Enzo Monteleone.
Io non mi arrendo è il titolo della miniserie che prenderà il via stasera, lunedì 15 febbraio 2016, sul piccolo schermo di Rai 1: divisa in due puntate, vedrà Beppe Fiorello nei panni del protagonista Marco Giordano, uomo le cui vicende sono ispirate alla vita di Roberto Mancini, uno dei poliziotti che ha portato avanti le indagini in merito alla Terra dei Fuochi in Campania. In un’intervista esclusiva rilasciata a Tv Sorrisi e Canzoni, l’attore ha voluto sottolineare quale sia stata la sua reazione di fronte al racconto della lotta di Mancini: “Indignato? Io sono inc… come una bestia per le cose che ho scoperto girando questa fiction. Prima non ne sapevo praticamente niente” ha ammesso “Abbiamo avvelenato la terra, il cibo, l’aria che respirano i nostri bambini”. Fiorello ha poi voluto aggiungere, quando gli è stato chiesto come mai usasse il plurale: “Sì, perché uno scandalo di queste proporzioni non si può imputare solo alla mafia. Devo eravamo noi quando migliaia di Tir pieni di rifiuti velenosi, addirittura radioattivi, giravano tranquillamente per le autostrade?”.
Io non mi arrendo: è questo il titolo della miniserie che verrà proposta oggi e domani, 15 e 16 febbraio 2016, sul piccolo schermo di Rai 1 a partire dalle 21.20. Si tratta di un lavoro che visto impegnato alla regia Enzo Monteleone, e che si ispira liberamente alla vita e alla vicenda del funzionario di polizia Roberto Mancini, il primo che ha portato avanti le indagini in merito ai veleni e agli scarichi della Terra dei Fuochi, cercando di andare a fondo dei loschi traffici che vedevano coinvolta la criminalità organizzata sullo scarico dei rifiuti in Campania. Una tenacia e una forza incredibili, dimostrate davanti ai continui tentativi di insabbiamento e di svio delle ricerche che, in ogni caso, non ha mai abbandonato. Una determinazione esemplare, che lo ha portato purtroppo ad essere avvelenato da quelle stesse terre, e a combattere contro un tumore che lo ha ucciso due anni fa, nel 2014. A vestire i panni di Marco Giordano (la cui storia sarà farà appunto riferimento all’esperienza di Mancini) tornerà Giuseppe Fiorello, a circa un anno dalla fiction “L’angelo di Sarajevo”, alla quale aveva lavorato con lo stesso Monteleone: con lui nel cast anche Massimo Popolizio, Elena Tchepeleva, Paolo Briguglia e Maddalena Crippa.
Nel primo episodio della miniserie Io non mi arrendo, previsto per oggi – lunedì 15 febbraio 2016 – il pubblico avrà modo di conoscere Marco Giordano (Giuseppe Fiorello): un uomo non capano di origine, ma che raggiungerà quella terra indagando presso una banca locale su un caso di usura. Sarà proprio in Campania che Giordano si imbatterà in un avvocato apparentemente in gamba, in grado molto spesso di avere per le mani affari buoni: Gaetano Russo (Massimo Popolizio). Ad un certo punto, Russo inizierà ad acquisire vecchi terreni agricoli, che sembra non possano fruttare nulla di più che una vista desolante. Una mossa che non sfuggirà di certo a Giordano, pronto ad intuire che gli affari che gireranno su quelle terre saranno – in tutti i sensi – tutt’altro che puliti: con l’aiuto di un coraggioso ragazzino, Vincenzino, si metterà sulla pista giusta e inizierà un’indagine e una lotta con Russo che lo accompagnerà per quasi un decennio. Nel frattempo, conoscerà anche l’amore nel volto di Maria (Elena Tchepeleva), una ragazza dell’Est dalla quale avrà una bambina: insieme alla sua squadra e accompagnato sempre dalla sua tenacia, Marco non si arrenderà facilmente soprattutto dopo aver conosciuto sulla sua pelle i danni che quelle discariche possono provocare…