Iris manderà in onda alle 21:00, dunque fra pochissimo, il film drammatico “L’ultimo appello”, con Chris O’Donnell, Gene Hackman, Faye Dunaway, Lela Rochon. Vediamo ora cosa possiamo scoprire dal trailer del film che ci darà un’idea della trama: La pellicola inizia con una grande esplosione di un’abitazione, la quale viene effettuata da parte di un uomo appartenente ad una setta molto temuta in America, ovvero il Ku Klus Klan. Colui che ha deciso di effettuare l’attentato è un anziano uomo, che viene immediatamente arrestato: a difenderlo sarà, a sua insaputa, il nipote, il quale ha deciso di accettare il caso di suo nonno per due scopi ben precisi, ovvero cercare di redimere il nome della sua famiglia. La pellicola non potrà essere seguita sfruttando le attuali tecnologia in diretta streaming video con il servizio gratuito del portale Mediaset, nella pagina dedicata a Iris, cliccando semplicemente qui. Ecco il trailer con la trama in lingua originale.
Vediamo ora qualche curiosità legata al film L’ultimo Appello, in onda questa sera su Iris. Il costo della pellicola è uno dei più alti per la fine degli anni ’90. Si tratta infatti di 50 milioni circa che tuttavia hanno portato ad un guadagno di quasi 6 milioni negli USA al momento dell’uscita nelle sale americane. In totale inoltre il film è riuscito ad incassare oltre 419 milioni solo in Italia nel giugno del ’97, anno in cui invece è avvenuta l’uscita nelle sale del nostro Paese. La durata originale della pellicola è di due ore e mezzo e per questo motivo alcune scene sono state ridotte perché rientrasse nei canoni previsti. L’attore Gene Hackman ha voluto documentarsi sui crimini a sfondo razziale per poter interpretare al meglio il ruolo di Sam. Per la sua creazione, il regista James Foley ha preso spunto anche da alcuni processi realmente svolti nel 1967. Molti militari infatti, appartenenti a varie fazioni e gruppi di pensiero, vennero condannati alla pena capitale per reati simili a quelli narrati.
La pellicola in onda questa sera su Iris alle 21:00, è un film del 1997, diretto da James Foley. Il film di genere thriller L’ultimo appello è stato prodotto e girato negli Stati Uniti d’America ed il suo titolo originale è The Chamber. La trama ha preso spunto dal romanzo L’appello di John Grisham, uno dei suoi bestseller di quegli anni. La produzione della pellicola è stata affidata alla Universal Pictures, Imagine Entertainment e Davis Entertainment. Nello specifico è stata possibile grazie ai produttori John Davis, Brian Grazer e Ron Howard. Il montaggio a Mark Warner, mentre la sceneggiatura del film è stata possibile grazie alla collaborazione di William Goldman e Chris Reese. Le musiche sono state Le musiche sono state scritte da John Humphrey, Jesse Davis, Zac Maloy e Ricky Brooks e sono state realizzate dalla band The Nixons. Nello specifico, la canzone “Fine mi lassa” è stata composta dal Maestro Vincenzo Bellini e arrangiata da Trevor Jones. La durata del film è di 113 minuti, a cui vanno aggiunti i convenzionali stacchi pubblicitari. Fra gli attori troviamo volti già noti all’epoca, come Gene Hackman, o attori come Chris O’Donnell che hanno riscosso maggiore successo anche per questa interpretazione. Oltre ai due vip sopra citati, troviamo attori del calibro di Faye Dunaway, Robert Prosky, Raymond J. Barry, Bo Jackson, Lela Rochon, David Marshall Grant, Nicholas Pryor, Harve Presnell, Richard Bradford e Seth Isler.
Sam Cayhall (Gene Hackman) è un ex agente delle forze segrete americane e membro del famigerato gruppo razzista del Ku Klux Klan. L’uomo è in attesa di essere giustiziato per aver ucciso due bambini nel 1967, mentre cercava di far saltare in aria il padre, un attivista dei diritti civili e dell’uguaglianza. Sam non si sente di doversi pentire per il gesto compiuto ed è anzi felice di poter morire dopo un tale atto che giudica fondamentale per la propria Nazione. Sarà invece suo nipote Adam (Chris O’Donnell) a difenderlo, il figlio del proprio figlio. Questo nonostante il giovane avvocato abbia cambiato cognome solo per rompere ogni rapporto con il nonno. Allo stesso modo Adam vuole fare tutto il possibile perché Sam non venga condannato a morte. Il rapporto fra i due sembra tutt’altro che civile: Sam infatti fa di tutto per mandare via il giovane. Nelle sue intenzioni c’è sempre la volontà di non voler essere perdonato né tantomeno di pentirsi dell’omicidio. Il nonno cerca anche di evitare che Adam sia troppo coinvolto, ma il ragazzo è deciso a trovare le prove nei 28 giorni che ha a disposizione per evitare che Sam venga giustiziato. Adam inoltre vuole anche pulire dal fango il nome della famiglia e soprattutto la memoria del padre, suicitado per la vergogna che provava per il gesto compiuto da Sam. Tuttavia, durante l’appello finale, Adam non riesce a convincere la giuria. Il verdetto è la pena capitale per Sam che prima di morire scoppia a piangere e confessa di aver passato gli ultimi anni a pentirsi del proprio folle gesto. L’uomo è convinto di aver gettato la propria vita al vento perché basata su un inutile odio razziale.