Fantascienza e apocalisse per adolescenti: La Quinta Onda di J Blakeson, adattato dal primo volume della trilogia fantascientifica di Rick Yancey, è un film che racconta le vicende di un gruppo di adolescenti sullo sfondo inquietante di un’invasione aliena.

Dopo quattro ondate di attacchi da parte di un nemico misterioso, proveniente dallo spazio, la popolazione terrestre è decimata. Non ha più acqua corrente, né elettricità, e le città costiere sono state sommerse dalla violenza delle onde. Cassie (Chloë Grace Moretz), un’adolescente che fino a poco tempo prima aveva una vita perfettamente normale, si trova a combattere contro la quinta, misteriosa onda, di cui nessuno ancora conosce i dettagli. 



Sua madre è morta, suo padre è stato ucciso, il fratellino Sammy è finito in un campo militare dove si addestrano i giovani a combattere. Aggrappandosi alla forza della disperazione e armata di pistola, Cassie si mette in viaggio per raggiungere il fratello, trovando l’inattesa alleanza di un giovane che le salva la vita. 



Intanto, quello che crediamo essere l’esercito americano insegna ai ragazzini a uccidere il nemico, riconoscendolo grazie a un localizzatore inserito sottopelle: gli alieni, infatti, si impossessano dei corpi e non si possono distinguere dagli umani. Ben, ex compagno di scuola di Cassie, si ritrova caposquadra di un improbabile gruppo di adolescenti e bambini, tra cui proprio Sammy. Ma se uomini e alieni hanno lo stesso aspetto, come ci si può fidare di chi assegna le missioni?

Sembra quasi scontato, in questo periodo, vedere un film che parla della paura dell’altro, del nemico che si nasconde in mezzo a noi. Come si vive quando tutti, anche le persone che ci camminano intorno, possono rappresentare una minaccia? Dove si trova la forza per andare avanti se le persone sembrano avere perso la loro umanità?



Non si può dire che la storia sviluppi il tema in modo particolarmente originale. L’invasione aliena è un classico della fantascienza, la figura della normale adolescente che si trasforma in un’eroina in grado di difendersi con armi, calci e pugni è ormai un archetipo del genere. Ci sono tutti gli elementi che ci aspettiamo di trovare in un film simile, la sopravvissuta che lotta per conservare la propria umanità, la storia d’amore “pericolosa”, il nemico che non è quello che sembra, scene d’azione e di fuga, effetti speciali ed espedienti narrativi che ricordano L’ospite di Andrew Niccol, adattato dal romanzo di Stephenie Meyer. 

Il risultato è un prodotto tutt’altro che innovativo, con numerosi difetti narrativi e una serie di buchi nella trama. Degli invasori sappiamo ben poco, soltanto che sono dei cattivoni decisi a sbarazzarsi degli uomini per prendersi la Terra; a quale scopo, non è dato sapere. Prendono i bambini e li addestrano a uccidere, perché (a torto, ovviamente) li considerano ingenui. Infine, sembra che nessuno Stato del mondo possa intervenire, forse perché gli alieni si sono misteriosamente infiltrati in ogni governo?

Ciò che funziona, e che spinge a riflettere all’uscita dalla sala, è l’idea che esista sempre un motivo per non arrendersi e che, a dispetto della diffidenza e della paura, ci siano persone che conservano la capacità di amare, la lealtà e il coraggio. I personaggi presentano sfumature e una certa complessità, anche se a volte le loro reazioni appaiono poco credibili. 

Gli aspetti positivi, tuttavia, non bastano a convincere lo spettatore critico, che non potrà fare a meno di notare quanto il filone YA (young-adult) tenda ormai a ripetere se stesso, in attesa di una storia – anche di fantascienza – in grado di portare qualche elemento di novità in un genere chiaramente stanco.