Uno dei servizi de Le Iene Show in onda questa sera ci parlerà di un curioso episodi di cui sono protagonisti i cittadini di Matera. Al centro della loro contestazione troviamo la richiesta da parte della Chiesa del pagamento di un canone, il cosiddetto canone enfiteutico, per via di un terreno di sua proprietà e di cui usufruiscono i cittadini. Ma che cos’è il canone enfiteutico?
L’enfiteusi è un diritto su un fondo, sia rustico che urbano, secondo cui il titolare, l’enfiteuta, ha il dominio pieno sul fondo sopracitato. Questo particolare comporta l’obbligo di apportare migliorie al terreno ed il pagamento di un canone annuo in denaro oppure in derrate. Si tratta di una Legge che si rifà al Diritto Romano e che affonda le sue origini nell’ager vecticalis, una forma di divisione del suolo pubblico sottratte durante le guerre e distribuite fra i coloni militari.
Le terre sono da considerarsi a tutti gli effetti di natura privata ma con il benestare della Repubblica, vengono concessi ai cittadini che provvedono alla loro coltivazione. Il canone enfiteutico veniva usato maggiormente durante il medioevo da parte di monasteri ed abbazie che si ritrovavano spesso a dover gestire con fatica il quantitativo di terreni di loro proprietà. Fra i casi più noti di enfiteusi si ricorda la Partecipanza agraria di Nonantola concessa dall’Abbazia di Nonantola ed ai più recenti Antichi Beni Originari di Grignano Polesine affidati dall’Abbazia di Pomposa. Precedentemente non era possibile riscattare con l’usucapione il titolo di proprietà assoluta, lasciando l’enfiteuta, cioè chi beneficia del terreno in questione, solo come una sorta di usufruttuario. In alternativa è possibile acquistare l’intera proprietà il pagamento di una somma corrispondente a quindici volte il canone annuo. Questo diritto dell’enfiteuta è potestativo, ovvero il proprietario dell’appezzamento, in questo caso la Chiesa, non può esimersi dal concederlo. In questo caso specifico di cui si è occupata la Iena Agresti, vede la richiesta della Diocesi di un corrispettivo di 120 euro annuali agli abitanti di Matera. Le abitazioni in cui vivono sono state infatti edificate su un terreno di cui la Chiesa è proprietaria e che quindi è assoggettata all’enfiteusi. Il documento inviato dalla Curia specifica che è possibile affrancare il terreno con il versamento di 2mila euro che garantisce la piena proprietà dell’appartamento di cui gli abitanti sono già titolari. Ci sono dei precedenti, come nel caso di Francavilla risalente a qualche anno fa, in cui il giudice di pace ha annullato il pagamento di tre terreni, dopo il ricorso di alcuni abitanti. In quel caso i cittadini avevano ricevuto una richiesta di 5mila euro da parte del Comune. In quel caso il giudice di pace accolse la richiesta dopo aver ricevuto il rapporto del CTU in cui si evidenziava la mancanza di un atto pubblico di costituzione dell’enfiteusi.