) – Assieme a Gentile a ricomporre la linea Maginot dell’82, questa sera sarà Antonio Cabrini a portare una bella fetta di sport in prima serata su Rai 3: a Che fuori tempo che fa metà della linea difensiva degli eroi del Mundial 82 si presenta per chiacchierare con Fabio Fazio sul presente, passato e futuro del calcio italiano, con un occhio allo sport italico in generale in preparazione della candidatura alle Olimpiadi di Roma. Troveremo un bell’Antonio che come sempre si distinguerà per la sua serenità e calma nei giudizi, allo stesso tempo con un’onesta intellettuale e visione quasi “contro corrente” che non fa che esaltare una figura certamente non banale. Come quando in occasione della Festa della Donna in settimana, in una intervista su “Passione del Calcio” sul ruolo della donna nel mondo del calcio, ha sfoderato un giudizio non proprio “politically correct” anche se per nulla irrispettoso. «Calcio femminile e calcio maschile? Per me sono due mondi lontanissimi, quasi due sport diversi. Seppur l’aspetto tecnico-tattico è il medesimo, la gestione è completamente differente, dal punto di vista psicologico in primis». E lo dice il ct dell’Italia femminile, non certo un uomo di sport rimasto legato agli albori dove sono i maschi erano legati al mondo sportivo; un Cabrini che questa sera a ruota libera risponderà nel salotto di Rai 3 alle varie tematiche in atto oggi nell’universo del calcio e non solo. 



Antonio Cabrini torna in tv questa sera nel grande appuntamento del sabato sera da Fabio Fazio: a Che fuori tempo che fa interverrà come ospite assieme al compagno di nazionale, anzi, di Quella Nazionale, con tutto maiuscolo, che vinse il Mondiale del 1982 trionfando in finale contro la Germania per 3-1. Ma cosa farà di preciso questa sera il Bell’Antonio? Ancora non si sa, riservo assoluto, ma di certo ci sarà l’occasione assieme a Gentile di riandare con la memoria a 34 anni fa. Antonio Cabrini, 58 anni, nasce a Cremona nel 1957, città in cui cresce e fa il suo esordio da sedicenne nel campionato di Serie C. Nella stagione 1974-1975, a 17 anni, il giovane Cabrini disputa un buon torneo da titolare nel torneo di Serie C ed ottiene un trasferimento alla vicina Atalanta, dove gioca da titolare in Serie B. 



Le ottime prestazioni di Antonio Cabrini nelle categorie minori gli valgono la chiamata da parte della Juventus, che lo include nella rosa per il campionato 1976-1977 dove fa il suo esordio in massima serie a 19 anni. La prima stagione in Serie A si conclude con 7 presenze ed una rete, oltre che con la vittoria dello scudetto della sua squadra, confermata poi nell’anno successivo. Dalla stagione 1978-1979 il giovane Cabrini diviene un titolare nella fascia sinistra della Juventus e viene convocato in Nazionale maggiore dopo tutta la trafila fatta nelle sezioni minori e partecipa al Mondiale 1978 sotto la guida di Enzo Bearzot. Con l’inizio degli anni Ottanta, Antonio Cabrini ha ormai acquisito una buona esperienza e si intensifica la sua attività in fase offensiva, dove il suo contributo in termini di gol diventa sempre più decisivo. Al Mondiale del 1982, infatti, Cabrini è tra i protagonisti della vittoria finale degli Azzurri di Bearzot, con un gol contro l’Argentina campione in carica. Intanto le sue stagioni alla Juventus sono sempre più piene di soddisfazioni e trofei, tanto che nel 1985 Cabrini si ritrova ad aver già vinto Champions, Coppa Uefa e Supercoppa con la maglia bianconera. Gioca con la Juve fino al 1989 e diviene anche capitano nell’ultima stagione dato il ritiro di Scirea. 



L’esperienza si conclude con quasi 300 presenze condite da 33 reti. Le ultime due stagioni da professionista Cabrini le disputa con la maglia del Bologna, con cui fra l’altro riesce ad arrivare ai quarti di Coppa Uefa nel 1991. In Nazionale, invece, il forte esterno lombardo colleziona 73 presenze e 9 reti, record per un giocatore della difesa, lasciando la maglia azzurra nel 1987 e passando il suo ruolo ad un’altra leggenda come Paolo Maldini. La sua attività di allenatore inizia negli anni 2000, dopo il riposo degli anni Novanta. Il debutto è sulla panchina dell’Arezzo in serie C1, poi del Crotone in Serie B nel 2001, ottenendo, però, un esonero per i risultati scadenti. Le esperienza si alternano negli anni a lunghi periodi di stop e, difatti, Cabrini allena solo il Pisa ed il Novara in C1 nel 2004 e nel 2006, prima di passare alla Nazionale siriana. L’esperienza da commissario tecnico si conclude presto data la scarsa professionalità della nazionale lasciando Cabrini senza incarichi per altri 4 anni. Dal 2012 siede stabilmente sulla panchina della Nazionale femminile di Calcio, con cui i risultati sono stati sicuramente migliori. Calciatore fondamentale nell’11 della straordinaria Juve degli anni Ottanta, Cabrini è diventato una sorta di mito nel ruolo di terzino grazie alle buone capacità atletiche e ad una grande predisposizione al gol. Il carisma ed il fascino di Cabrini non si sono espressi solo in campo, dove è riuscito a vincere praticamente tutto, ma anche fuori, tentando l’esperienza in politica e trovando ampia popolarità presso il pubblico femminile. Ancora oggi, nonostante i 58 anni, Cabrini è noto come Bell’Antonio con riferimento ad un’opera cinematografica.