Un Claudio Gentile tutt’altro che tale nella sua autobiografia appena pubblicata, e intitolata infatti “E sono stato Gentile” dove la panoramica a 360 gradi sul mondo del calcio e dei mille successi con Juventus e mondiale del 1982, si sofferma più verso i giorni nostri e con in mezzo un altro mondiale vincente, quello del 2016. E ce ne ha per tutti, come probabilmente accennerà anche questa sera nel salotto di Fabio Fazio a Che fuori tempo che fa: «Estate 2006, Capello molto vicino all’addio dopo il caos Calciopoli che stava per scoppiare, e mi chiama Boniperti, il mio vecchio e caro presidente che continuava a stimarmi, io allenavo l’Under 21 a quel tempo, Claudio come se messo con la Federazione? Se sei libero, ci sarebbe una possibilità qui da noi». Poco prima della finale di Berlino, lo chiama Demetrio Albertini, braccio destro di Guido Rossi in Figc in quel periodo di marasma del calcio italiano, «e mi dice, tranquillo Claudio appena torniamo in Italia mettiamo a posto tutto, io allora mi fido e chiamo Boniperti dicendo ‘presidente mi spiace, ma mi hanno fatto capire che mi rinnovano il contratto e io non me la sento di abbandonare chi mi ha dato fiducia’. Peccato però che il tempo passa e non succede niente, fino a che mi chiama Guido Rossi e fa ‘Gentile le comunico che lei non è più l’allenatore dell’U21’». Liquidato in trenta secondi e perdendo il treno Juventus, peggio di così non si poteva, ricorda Gentile in una recente intervista a Repubblica. Si ritornerà sull’argomento questa sera? Il rischio sarebbe di vederlo non più così tanto Gentile come siamo abituati a vederlo fuori dal campo; una sorta di ritorno di quell’asfissiante e martellante marcatore che il “povero” Maradona ancora ben si ricorda, essendo stato annullato nell’epica Italia-Argentina nel Mundial ’82.
Serata anche a calcistica a Che fuori tempo che fa con ospite il grande Claudio Gentile, mitico campione del mondo nel 1982, uno degli eroi del Mundial che nessuno riesce davvero a dimenticare. Assieme a lui ci sarà anche Antonio Cabrini, formando quella linea immaginaria che ci riporta direttamente a quell’estati di 36 anni fa. Cosa ci faranno dunque da Fazio questa sera? Nell’attesa ripercorriamo la pazzesca carriera di questo campione, dentro e fuori dal campo.Claudio Gentile è un personaggio noto soprattutto agli amanti dello sport e, in particolare, del calcio. E’ stato, infatti, un calciatore molto importante nel panorama italiano, grazie ai tanti successi ottenuti non soltanto con la maglia della Juventus ma anche con quella della nazionale.
Gentile nasce a Tripoli, in Libia, nel 1953, da genitori siciliani. Dà i suoi primi calci al pallone proprio nel paese nordafricano. All’età di otto anni, però, tutta la famiglia fa rientro in Italia, visto che il regime di Gheddafi non vede di buon occhio gli italiani. La sua famiglia di stabilisce in provincia di Como ed è lì che Gentile comincia a giocare a calcio. Entra a far parte del settore giovanile del Maslianico. A Gentile si interessano sia il Como che il Varese ma il giovane calciatore italiano preferisce quest’ultima destinazione. La sua gavetta passa, inizialmente, anche per il campionato di Serie D. Infatti, il Varese non comprende subito le potenzialità di questo ragazzo e lo manda a giocare nell’Arona. La squadra lombarda, però, riporta alla base il calciatore e, così, Gentile ha la possibilità di esordire in Serie B, nella stagione 1972-73. Claudio è un terzino molto bravo in fase difensiva e fa dell’intelligenza tattica e dell’aggressività le sue armi migliori. Queste qualità non sfuggono alla Juventus e a Boniperti che spingono per l’acquisto del giovane difensore. Inizialmente, alla Juventus le cose non vanno benissimo. Davanti a lui ci sono tanti giocatori esperti e navigati e conquistare una maglia da titolare è un’impresa ardua. Esordisce in Serie A nel 1973, nel corso della sfida tra la Juventus ed il Verona. Dal 1974 comincia a giocare da titolare e si alterna sia sulla fascia di destra che su quella opposta. Nel 1974-75 vince anche il suo primo scudetto, proprio con la casacca bianconera. Intanto, alla Juventus vanno affermandosi anche altri calciatori italiani, come Scirea e Cabrini, i quali faranno la fortuna della nazionale azzurra. Quello con la Juventus è amore vero. Non a caso, Gentile giocherà con la vecchia signora fino al 1984, vincendo diversi campionati italiani ed importanti trofei anche a livello continentale. Esordisce con la nazionale italiana nel 1975 ma con i colori azzurri non è amore a prima vista. Solo con l’arrivo di Bearzot Gentile diventa un perno della nazionale. Partecipa da titolare al mondiale del 1978 e anche all’Europeo del 1980.
La più grande soddisfazione della sua carriera con i colori azzurri arriva, però, nel 1982. La nazionale di Bearzot si aggiudica il campionato del mondo in Spagna, grazie ad una cavalcata trionfale della quale Gentile è uno degli assoluti protagonisti. Nel 1984 disputa la sua ultima gara con l’Italia. Dopo la fine dell’esperienza con la maglia della Juventus, Gentile di trasferisce alla Fiorentina. A Firenze vive tre stagioni molto travagliate, soprattutto a causa del suo rapporto con una tifoseria che non lo ama, visti i suoi trascorsi alla Juventus. Chiude la sua carriera nel 1988, giocando la sua ultima stagione a Piacenza, nel campionato di Serie B. Negli anni novanta svolge l’incarico di direttore generale e direttore sportivo nel Lecco. Intraprende anche la carriera di allenatore, divenendo nei primi anni duemila l’allenatore della Nazionale Under 21 con la quale vince nel 2004 l’Europeo di categoria. Recentemente, Gentile ha pubblicato un’autobiografia nella quale ha raccontato alcuni aneddoti, come ad esempio quello in cui dice di essere stato ad un passo dal diventare l’allenatore della Juventus.