Tra i graditi ospiti di “Una serata Bella…Per te, Mogol!”, dedicata al celebre paroliere, ci sarà anche Bobby Solo una delle più belle voci mai espresse dalla scena musicale italiana. Nato a Roma nel marzo del 1945, con il nome di Roberto Satti, all’interno di una famiglia giunta nella capitale dal Nord-Est, Bobby Solo ha iniziato ad appassionarsi di musica sin da adolescente. Diventato presto un fan di Elvis Presley, ha quindi iniziato a cantare e a suonare la chitarra con ottimi risultati, tanto da spingere Vincenzo Micocci a scritturarlo per la Ricordi. Proprio in questa occasione, di fronte alle minacce del padre relative all’uso del suo cognome, Micocci decise di chiamarlo Bobby Solo. Il grande successo è arrivato nel 1964, quando al Festival di Sanremo ha presentato Una lacrima sul viso, pezzo da lui stesso composto, anche se essendo non ancora iscritto alla Siae, la titolarità della composizione fu attribuita a Lunero. Peraltro nel corso della manifestazione, a causa di un improvviso abbassamento di voce, fu costretto a esibirsi in playback, cosa espressamente vietata all’epoca e tale da condurlo alla squalifica. Proprio una lacrima sul viso rimarrà il suo più grande successo in assoluto, inaugurando un periodo di grande fortuna commerciale. Nel corso degli anni successivi Bobby Solo ha quindi inciso una manciata di successi che ne hanno notevolmente implementato la popolarità. Tra di essi vanno ricordati in particolare Se piangi se ridi, con cui ha vinto al Teatro Ariston nel 1965, Non c’è più niente da fare (1966) e Zingara (1966), con cui ha nuovamente trionfato a Sanremo. Nel corso degli anni ’70, però, l’arrivo dei cantautori e il sensibile mutamento di gusto del grande pubblico, ha significato per lui un precoce declino. Soltanto all’inizio degli anni ’80 è riuscito a riemergere facendo perno sulla sua straordinaria voce, con brani come Gelosia (1980) e Non posso perderti (anno successivo). Tra la metà e la fine degli anni ’60 ha anche partecipato ad alcuni musicarelli, film musicali in cui solitamente i cantanti erano chiamati ad esibirsi con i loro brani più famosi su una trama tesa proprio ad esaltarne le storie. Tra di essi Una lacrima sul viso, per la regia di Ettore Maria Fizzarotti (1964) e Zingara, alle dipendenze di Mariano Laurenti, affiancato da Loretta Goggi.



Nonostante il rapido declino, Bobby Solo ha sempre potuto contare su un vasto pubblico di ammiratori che ha continuato a seguirlo. Un pubblico che si è schierato dalla sua parte nella rivalità creata ad arte con l’amico Little Tony, in cui entrambi si sono proposti come la versione tricolore di Elvis Presley. In una recente intervista concessa a Repubblica, lo stesso Bobby Solo ha ricordato come in effetti i due siano sempre stati grandi amici, pur nella diversità. Proprio a Little Tony, peraltro, è dovuta la responsabilità dell’abbassamento di voce che gli impedì di trionfare a Sanremo nel 1964. Un inconveniente dovuto al fatto che nella serata precedente all’inizio del festival i due si recarono al night, con una abbondante sudata che incise sulla sua voce. Nella stessa intervista ha poi ricordato il declino degli anni ’70, nel corso dei quali perse praticamente tutto, senza mai soffrire però di depressione, confessando inoltre di aver vissuto come riduttivo il suo confinamento nel settore del revival scoppiato a partire dagli anni ’90.

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