Potremmo chiedervi, tra il lusco e il brusco, cosa accomuni gente come, in rigoroso ordine alfabetico, Dante Alighieri, Archimede, Aristotele, Giordano Bruno, Freud, Leonardo da Vinci, Machiavelli. Potreste dire semplicemente: sono tutti personaggi storici famosi. Risposta scontata, non ci sarebbe nemmeno bisogno di scomodare lo Zingarelli, il nostro amato vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo. Piuttosto, c’è un ben più sottile filo rosso che li lega. Già, magari vorreste qualche indizio… Beh, già la parola indizio dovrebbe “indirizzarvi” sulla pista giusta. Brancolate ancora nel buio? Allora temiamo che non saper rispondere alla domanda iniziale possa costituire un vero delitto! 



Ci arrendiamo, ecco un aiutino, o per meglio dire, una traccia: i personaggi storici summenzionati sono tutti detective chiamati a risolvere casi di accurata ambientazione storica. Infatti, come ha riportato qualche giorno fa La Stampa nelle sue pagine culturali, “la moda dei personaggi reali arruolati come detective in gialli fantastorici non conosce confini. Il padre della psicoanalisi tra i più gettonati, così come il Sommo Poeta”. Ciò a dire che il giallo fantastorico in libreria tira un sacco! E dunque, affidandoci ai consigli preziosi del nostro Zinga, topo di biblioteca di qualità sopraffina, suggeriamo agli amanti del genere alcuni titoli da non perdere assolutamente. 



“Psycokiller. Indagine sulla psyche di un serial killer psycopatico” (The Mentalist, edizioni Theoria dell’Isteria, pagine 2.428). Dietro all’intrigante pseudonimo The Mentalist si cela un gruppo di psicanalisti appassionati del genere thriller psicologico. Già cimentatisi con la loro opera prima “Il segreto del fucile a Lacan mozze”, hanno ottenuto visibilità mondiale con il sequel, “Jung, due, tre… muori!”. Che siano anti-lacaniani e anti-junghiani è più che una supposizione. Avvalorata dall’indiscusso protagonista di questa serie: Sigmund Freud. In questo ultimo giallo, dove più che l’azione vige l’inazione (è ambientato sul lettino di uno studio psicanalitico), il detective Freud indaga, a mente freud, sulla stupefacente personalità di un suo paziente (sospetto serial killer), affetto da turbe psichiche, a causa della reiterata (e reiterata, e reiterata) visione del film Psyco. I conseguenti effetti (purtroppo drammaticamente speciali: alterazione del pensiero, personalità multipla, disturbi sul piano affettivo-relazionale) conducono Sigmund dapprima a schiacciare una pennica ristoratrice (il tono del racconto del paziente è di rara monotonia), poi, in un susseguirsi di statici colpi di scena – che vi riveliamo, e chissenefrega! – alla confessione e all’arresto del cattivo. La giustizia trionfa, come pure la parcella del nostro investigatore-psicanalista!



“Prima che il Gallo canti” (Paul Arrosto, edizioni Beccamorto, pagine 127). Paul Arrosto è il nom de plum di un avicoltore americano, erede, per via dei suoi avi, di un’azienda avicola, e grande appassionato di Roma antica. Non a caso, Giulio Cesare è il protagonista di questo latin thriller. Il celeberrimo dictator, qui nei panni di un giovane e scaltro agente segreto, viene spedito in Gallia per ritrovare un gallo (non nel senso di abitante della Gallia, ma di animale: il maschio della gallina, per intenderci) ritenuto un vero e proprio portafortuna dai Romani (perciò, pur essendo un normale gallo, per loro era un gallo eccezionale, dunque lo chiamano “il Gallo”, con la G maiuscola). Il prezioso pennuto, rapito notte tempo dai Galli, in procinto di cantare per l’ultima volta (i Galli lo vogliono fare lesso) viene liberato poco prima di essere sgozzato e gettato in padella. 

Il libro, curioso e intrigante, rivela alcuni particolari sulla vita e sul carattere di Cesare, peraltro sconosciuti ai più. Provocare i prigionieri interrogati con la minaccia, in caso di eccessiva reticenza, di un assaggio forzato di brodo bollentissimo da lui stesso preparato, era una consuetudine poco piacevole, ma non rara. Il grido “Alea iacta est” (il dado è tratto) decretava la fine dell’interrogatorio e l’inizio della fase di riscaldamento del brodo. L’autore però, nell’incedere della trama e nel susseguirsi degli interrogatori, non lascia mai palesare (e questo è un giallo nel giallo) le effettive inclinazioni dei gusti di Cesare: le sue preferenze (dado di pollo, di carne o di verdura?) resteranno un mistero, almeno fino al prossimo libro. Quel che è certo, è la sua ernia discale: lo testimonierebbero le posture molto rigide cui Cesare era costretto negli appostamenti, specie notturni, seguiti da immancabili sedute di fisioterapia. Cesare non dava comunque mai segni di particolare sofferenza, anzi, era solito minimizzare, con battute del tipo: “Niente di preoccupante, ho solo preso un Bruto colpo alla schiena”.

 

(1 – l’indagine continua. Già ma come continua? Riuscirà il nostro Zinga a scoprire nuovi titoli intriganti? La sua risposta è disarmante: “Elementare Watson! Dovete solo aspettare una settimana. Intanto leggete i due libri che vi ho or ora consigliato. Sempre che sappiate scovarli…”)