Esce oggi al cinema la commedia di co-produzione francese britannica ”Il condominio dei cuori infranti”. Alla regia c’è Samuel Benchetrit, regista di nota fama e che presenta la sua opera di definitiva maturazione. Il debutto dietro la macchina da presa risale al 2007 quando riscosse grande successo di critica e pubblico con ”I always wanted to be a gangster”. E’ anche attore, sceneggiatore e scrittore che nella sua carriera ha raccolto grandi successi nonostante sia appena un classe 1973. Nel 2000 con Novelle de la tour L ha vinto il Premio del pubblico al Festival International du Film d’Amiens.



Infranti è un film commedia che uscirà al cinema oggi, giovedì 24 marzo 2016, la regia è di Samuel Benchetrit, attore, sceneggiatore e regista francese nonché uno dei dieci scrittori più pagati del 2016. Il regista ha dichiarato di aver voluto raccontare, in chiave ironica, la storia di un palazzo grigio come i personaggi che lo abitano all’inizio e che si evolveranno durante il racconto. Il cast è di tutto rispetto, i personaggi principali sono interpretati da Valeria Bruni Tedeschi, Tassadit Mandi, Isabelle Huppert, Gustave de Kervern, Jules Benchetrit e Michael Pitt, che riempie lunghi silenzi con la sua personalità e strappa spesso sorrisi con le sue battute in inglese.



La trama del film in realtà è molto semplice, è la storia di sei persone che si incontrano fra di loro e stabiliscono dei rapporti di coppia abbastanza improbabili, che però li aiuteranno ad uscire dal torpore di una vita piatta, per non dire spenta. Tutto inizia in una grigia mattinata, con una navicella spaziale che atterra sul balcone condominiale di un grigio condominio di case popolari; dalla navicella scende uno spiazzato astronauta della NASA, John Mckenzie (Michael Pitt), che si trova di fronte madame Hamida, una signora di origini marocchine che lo accoglierà in casa sua trattandolo come un figlio. Nello stesso tempo al piano inferiore c’è Charlie, un adolescente che vive solo con una madre piuttosto latitante, che aiuta la sua vicina Jeanne Meyer, un’attrice che non recita più e che non vuole ammettere di essere triste e depressa per questo, che è caduta giù da uno scalino e per di più è rimasta chiusa fuori dalla sua casa. Ancora qualche piano più giù c’è il signor Sternkowtiz che, dopo una maratona di cento chilometri su di una cyclette, cade a terra e per questo ha bisogno di un’infermiera che lo aiuti. Tre coppie di persone che non avrebbero mai dovuto incontrarsi, ma chissà perché si ritrovano a cambiare la vita l’uno dell’altro, insegnandosi a vicenda l’amore e il rispetto ed imparando a convivere con i soliti problemi senza però lasciarsene sopraffare.



Questo film è un viaggio introspettivo dei protagonisti, che arrivano a scoprire e imparano a gestire le loro mancanze, che sia la mancanza di un figlio, di una madre presente, di una compagna o di un ruolo ben preciso non cambia nulla, quella di Benchetrit è una spinta ad uscire dall’uniformità, dalla routine senza speranza. Un bel film, senza troppe pretese scenografiche, quasi tutto ripreso da una telecamera fissa che dà l’illusione di trovarsi nelle stanze in cui è ambientato insieme ai protagonisti; un film, insomma, degno di questo regista sempre molto profondo, che riesce a raccontare con semplicità dei temi importanti e delicati riuscendo però a mantenere un tono leggero e simpatico. Da non perdere.