Scopriamo qualche notizia in più sulla pellicola in onda oggi su Iris alle ore 21.00, Nessuna pietà per Ulzana. Il film che nel titolo originario era conosciuto come “Ulzana’s Raid” fu distribuito in moltissimi paesi, esso inaugurò quel genere conosciuto successivamente come “western revisionista”, la pellicola serviva infatti a dimostrare le atrocità che alcuni indiani dovettero subire in virtù della conquista del territorio, da parte dei coloni. La critica l’ha classificato come uno dei migliori film diretti da Aldrich, elevandolo a capo stipite incontrastato del revisionismo legato all’epopea americana.
Nessuna pietà per Ulzana, in onda oggi su Iris alle 21.00 è un film del 1972, diretto da Robert Aldrich. Questo è uno di quei film western, che hanno cercato di ripercorrere l’epopea del popolo indiano, cacciato, sconfitto, sottomesso, e a volte barbaramente ucciso dai bianchi colonizzatori d’America. Il lavoro è apparso per la prima volta sul grande schermo nel 1972, e vedeva come attore principale (nonché co produttore) quel Burt Lancaster, che è stata la vera essenza dei western d’oltreoceano. Il film che dura 103 minuti, ha visto la regia di Robert Aldrich, regista che faceva della crudezza delle immagini il suo cavallo di battaglia. Tra gli attori principali oltre il già citato Lancaster la pellicola annovera Bruce Davison e Joaquín Martínez (nella parte di Ulzana). Essendo una produzione molto datata in termini di anni, il film è già passato svariate volte sul piccolo schermo, in ogni riproposizione ottiene un ottimo ascolto in termini di audience, sono infatti tanti gli amanti del genere che catalogano la pellicola, come una delle migliori e meglio prodotte dell’intera filmografia western.
Il film s’incentra sulla fuga di un piccolo gruppo d’indiani, capeggiati dal capo apache Ulzana. Essi stanchi di essere relegati nella ‘riserva di San Carlos’, decidono di riacquistare la propria libertà e dopo aver lasciato la porzione di terra in cui erano stati esiliati, effettuano parecchie scorrerie in Arizona. La fuga oltre a mettere in pericolo le famiglie dei coloni residenti vicino la riserva, ha una pericolosità insita, visto che potrebbe essere emulata da altri nativi. Il comando americano invia immediatamente un piccolo nucleo di soldati, essi però cadono in un’imboscata e vengono trucidati. Viene riunita immediatamente un’altra ‘spedizione punitiva’, questa volta però il gruppo di soldati è preparato al combattimento, e prende tutti gli accorgimenti per evitare eventuali tranelli. Alla guida del plotone viene messo un giovane tenente inesperto e mai impiegato in battaglia, esso è pero affiancato da un anziano e preparato scout (McIntosh, interpretato da Lancaster) che anticipa tutte le mosse degli indiani. Ulzana si sente braccato, e allo stremo delle forze cerca di ingannare gli inseguitori separandosi dai cavalli, lo stratagemma doveva servire a portare fuori strada i soldati, ma essi riescono a fiutare il tranello grazie soprattutto all’intuito di McIntosh. Il film continua fra trappole tesi dagli apache, e scontri a fuoco all’ultimo sangue, in uno di questo McIntosh viene ferito a morte. Lo scout non sopravvivrà al viaggio di ritorno, ma avrà comunque avuto la soddisfazione di aver portato a termine la missione affidata, Ulzana infatti ridotto da solo, pur di non farsi catturare si fa dare la morte da suo cognato (che era la ‘guida indiana’ del plotone dei soldati). Interessante e molto toccante l’ultima scena del film, in essa i soldati accecati dalla morte dei loro compagni vogliono infierire sul corpo del capo indiano, la rabbia delle ‘giubbe blu’ viene placata dal comandante del plotone, che ricordando i principi che animano la cavalleria americana, ordina ai suoi uomini di dare la ‘giusta sepoltura’ al valoroso capo indiano.