Mtv8 manderà in onda alle 21:10, dunque fra pochissimo, il film drammatico “Amistad”, con un cast da premi Oscar. Vediamo ora cosa possiamo scoprire dal trailer del film che ci darà un’idea della trama: “Amistad” è diretto da Steven Spielberg, il film è del 1997 ed è basato sul romanzo “La rivolta della Amistad” di Barbara Chase-Riboud. La storia rappresentata fa riferimento ad un avvenimento realmente accaduto nel 1839, quando a bordo della nave spagnola Amistad di proprietà della Spagna un gruppo di schiavi si ribellò diventando un simbolo dell’abolizione della schiavitù. Nel cast del film ci sono attori di primissimo livello come Anthony Hopkins, nei panni dell’ex presidente americano John Quincy Adams, ma anche Morgan Freeman ed un giovane Matthew McConaughey. Ai premi Oscar dell 1998 la pellicola ricevette, infatti, ben 4 nomination tra cui la prova come miglior attore non protagonista di Hopkins. Vi ricordiamo che il bel film è disponibile in diretta streaming video con il servizio gratuito del portale Mtv-Sky, nella pagina dedicata a Mtv8, cliccando semplicemente qui. Ecco il trailer con le scene in lingua originale.



Scopriamo qualche notizia interessante sulla pellicola in onda oggi su TV8 alle ore 21.10, Amistad. Per la parte di Cinqué sono stati contattati Denzel Washington e Cuba Gooding Jr., ma entrambi hanno rifiutato il ruolo. Per la parte di John Quincy Adams si era pensato a Sean Connery. Diverse le nomination che il film ha fruttato, tra Premi Oscar (Miglior attore non protagonista a Anthony Hopkins, Migliore fotografia a Janusz Kaminski, Migliori costumi a Ruth E. Carter, Miglior colonna sonora a John Williams) e Golden Globe (Miglior film drammatico, migliore regia a Steven Spielberg, miglior attore in un film drammatico a Djimon Hounsou, Miglior attore non protagonista a Anthony Hopkins).



La pellicola in onda stasera su TV8 alle 21.10 è un film del 1997, diretto da Steven Spielberg. Amistad, una pellicola ispirata al romanzo di Barbara Chase – Riboud La rivolta della Amistad e ha ricevuto quattro nomination agli Oscar del 1998 per il miglior attore non protagonista (Anthony Hopkins), colonna sonora, fotografia e costumi. La narrazione inizia a bordo della Amistad, una nave che trasporta un carico di schiavi africani e in cui uno dei reclusi, Joseph Cinquè (Djimon Hounsou) riesce a liberarsi dalle catene nel corso di una notte di tempesta. Dopo aver sciolto i compagni, il gruppo da lui capeggiato riesce ad armarsi e ad attaccare i membri dell’equipaggio, riportando il pieno successo, tanto da invertire la rotta per torna verso l’Africa.



Dopo un mese e mezzo di navigazione viene avvistata un’isoletta che viene raggiunta grazie ad una scialuppa, per il rifornimento d’acqua ormai necessario. Proprio mentre si trovano sull’isola, però, sopraggiunge la USS Washington, che dopo un’arrembaggio costringe di nuovo in catene gli africani. La loro proprietà scatena una contesa tra la Spagna e due personaggi che si fanno scudo di un contratto firmato a L’Avana. Alla contesa si aggiungono poi i due spagnoli sopravvissuti e gli ufficiali della USS Washington, rendendo sempre più complicato il compito dei giudici. A difendere gli schiavi sono due attivisti che si battono per abolire la schiavitù, Lewis Tappan (Stellan Skarsgard) e Theodore Joadson (Morgan Freeman), supportati da Roger Baldwin (Matthew McConaughey) avvocato giovane ed estremamente motivato di cui hanno accettato la collaborazione dopo un primo momento di perplessità.

A convincerli, in particolare, è il rifiuto di occuparsi della questione da parte dell’ex presidente statunitense John Quincy Adams (Anthony Hopkins), convinto abolizionista giunto però ormai alla volontà di non essere più coinvolto nelle battaglie politiche. Baldwin fonda la sua strategia sul fatto i prigionieri della Amistad non sono nati schiavi, ma sono stati ridotti in tale stato e non possono costituire merce. La dimostrazione della sua tesi è resa però complicata dalle difficoltà a comunicare con i prigionieri, anche con l’ausilio dello spagnolo. L’avvocato decide quindi di salire a bordo della nave per cercare ulteriori prove a sostegno della sua tesi, rinvenendo una carta nautica e altri documenti di navigazione. In tribunale, viene successivamente appurato che le carte sono di proprietà di una nave portoghese, la Tecora, già segnalata come imbarcazione adibita al trasporto degli schiavi. Quando la situazione sembra ormai favorevole ai prigionieri, l’accusa decide di appellarsi al segretario del presidente Van Buren affinché questi intervenga sul giudice.

Per contrastare questa manovra Joadson torna a sua volta da Quincy Adams, il quale lo esorta a indagare sulla reale storia degli schiavi. Lo stesso Joadson tenta quindi di imparare a parlare il mende, la lingua dei prigionieri, trovando un marinaio inglese nel porto di New York, in grado di aiutarlo nella traduzione. Quando riescono a stabilire un contatto con Joseph Cinqué, lo convincono a raccontare la sua storia. La stessa storia che verrà poi ripetuta in tribunale, nel corso di una deposizione in cui il prigioniero ripercorre anche quanto successo durante la navigazione. In particolare rende nota l’uccisione di cinquanta prigionieri gettati in mare legati ad una sola catena per far fronte alla penuria di viveri. Alla fine, il giudice decide l’arresto dei due spagnoli e la liberazione degli africani, oltre che il loro immediato trasporto a casa, a spese del governo statunitense. La sentenza viene però impugnata a causa delle pressioni dell’ambasciatore spagnolo, che fa leva in particolare sull’ambizione del presidente Van Buren (Nigel Hawthorne), il quale, per ottenere un secondo mandato alla Casa Bianca necessita dell’appoggio degli Stati schiavisti del Sud. Nell’appello di fronte alla Corte Suprema, però, il fronte avverso sarà sconfitto dal’appassionata arringa di Quincy Adams, chiamato in causa da Baldwin, grazie al quale sarà emessa una sentenza estensiva rispetto alla precedente, grazie alla quale gli ex prigionieri vengono riportati a Lomboko, in Sierra Leone, ove però lo stesso Cinquè non troverà più la sua famiglia, probabilmente ridotta a sua volta in schiavitù.